7 Dicembre 2017

GESÙ CHIEDE TOTALE FIDUCIA IN LUI (nel “Colloquio interiore” di suor Maria della Trinità)

 

GESÙ CHIEDE TOTALE FIDUCIA IN LUI

(nel “Colloquio interiore” di suor Maria della Trinità)

 

di Pier Angelo Piai

 

https://www.edizionisegno.it/libro.asp?id=1716

 

INTRODUZIONE di Pier Angelo Piai

 

Nel corso della mia vita ho letto e riletto molte volte il “Colloquio interiore” di suor Maria della Trinità, perché l’ho sempre trovato molto ricco di consigli e spunti per il cristiano che desidera intraprendere il cammino spirituale verso l’Eternità. Gesù parla interiormente ad un’umile suora di un monastero delle Clarisse : suor Maria della Trinità, nata ai primi del 1900 in Svizzera, la quale, per ordine del confessore, trascrive i colloqui, rivelatisi poi utilissimi per tutta la cristianità perché aiutano a conoscerci meglio ed a comprendere lo smisurato amore che Dio nutre per ciascuno di noi.

Ho trovato in essi molte consonanze con il Diario di Santa Faustina Kowalska, soprattutto in quelli in cui Gesù rivela a suor Maria la sua infinita Misericordia e le chiede fiducia ed abbandono nella sua divina Provvidenza.

In questo libretto riporto i colloqui che mi sono sembrati più significativi, insieme ad un mio relativo commento, frutto spontaneo della loro ispirazione.

È necessario, però, accostarsi con umiltà alla sua lettura, con spirito orante ed allora il lettore si renderà conto delle ricchezze spirituali di ogni colloquio che donano pace e serenità interiore.

 

BREVE BIOGRAFIA di suor Maria della Trinità

 

Figlia e sorella di missionari calvinisti svizzeri, Luisa Jaques nacque a Transvaal (Sud Africa) il 26 aprile 1901.
Non provava alcuna attrattiva per il cattolicesimo. La malattia – nel corso della quale incontrò Adrienne von Speyr († 1967) – e un seguito di delusioni avevano spento in lei ogni slancio. “Una lunga catena di sacrifici e di lotte inutili” l’aveva portata alla conclusione: “Dio non c’è”. Al suo grido il Signore rispose forzando la porta della sua prigione: la notte tra il 13 e il 14 febbraio 1926 una chiamata misteriosa e irresistibile rovesciò la sua esistenza. In un momento Dio era diventato una certezza. Ma cosa voleva dire? A forza di interrogarsi e impegnarsi nell’ascolto docile del Signore, Luisa tracciò il suo cammino. Scoperta la sua vocazione di clarissa, nella quale si sentì confortata anche da P. Maurice Zundel († 1975), la perseguì con generosità e sacrificio fino a realizzarla nel 1938 a Gerusalemme dove divenne Suor Maria della Trinità.
Per ordine del confessore scrisse il “racconto della sua conversione e vocazione” e “appunti” con i pensieri che la voce divina faceva risuonare dentro di lei. Si offrì a Dio con voto di vittima e morì serenamente il 25 giugno 1942. I suoi scritti, apparsi anche in francese, fiammingo, tedesco e inglese, sono patrimonio della spiritualità cristiana.

http://(da: http://www.christusrex.org/www1/ofm/fpp/colloquio/colloquio.html)

 

COLLOQUI E COMMENTI

  1. “Dimènticati! Non ti occupare dei tuoi bisogni materiali o spirituali. Quando hai tutto ciò che ti occorre, mi privi della gioia di prendermi cura di te”.

“Se provocata, lasciami fare; lasciami la gioia di difenderti quando vorrò e come mi piacerà. Se soffri, vieni più vicino a me. Ti attendo sempre. Ti dirò i miei segreti che consolano e fortificano”.

 

NON DOBBIAMO PREOCCUPARCI PER IL DOMANI (1)

Non preoccupiamoci per il domani e nemmeno per l’oggi, perché tutto è nelle mani di Dio. Ciò che importa è la salvezza della nostra anima che si ottiene nel continuo pentimento e nella conversione del proprio cuore in un clima di preghiera. Più ci occupiamo di Lui e meno ci preoccupiamo per noi. Lui solo sa l’ora in cui verrà a prenderci e quel momento non è lontano perché tutto passa velocemente. Ringraziamo in ogni momento il Signore che ci sostiene nonostante le sue numerose mancanze e trasgressioni e rivolgiamoci sempre a Lui in qualsiasi circostanza della vita ed avremo il suo perdono. Preghiamo come se fosse l’ultima preghiera terrena, agiamo come se fosse l’ultima azione terrena. Tutto passa, ma la nostra anima immortale è destinata a vivere nell’Amore Trinitario.

 

  1. ”Lascia che si perda ciò che non ti è necessario, ciò che non ti è indispensabile, ciò che non ti conduce direttamente a me, per essere completamente mia. Pensieri, ricordi, progetti, desideri, preoccupazioni, che t’importa? Affidami tutto. La mia gioia sta nel rispondere da Dio all’umile confidenza”.

 

L’ESSENZIALE CHE CI AIUTA A MEDITARE MEGLIO (2)

 

Per una meditazione feconda tre cose sono essenziali:

1) La coscienza della nostra grande fragilità e del peccato
2) La morte vista come il più grande ed imprevedibile evento della nostra vita
3) La certezza dell’Amore di Dio per noi

Il primo punto ci ridimensiona e ci aiuta ad evitare di presentarci davanti a Dio ed al prossimo con presunzione. Ci si accosta al Signore consapevoli che tutto ci è donato e che la sua grazia vale più di tutta la vita. Nonostante la nostra grande miseria Egli ci risolleva continuamente con la sua infinita Misericordia, perché non gode della nostra rovina e gli inferi non lo lodano.

Dobbiamo avere la consapevolezza del fatto che non abbiamo alcun merito davanti a Lui e che in ogni momento Egli ci rigenera se gli chiediamo perdono proponendoci di essere vigili e di ospitarlo in ogni momento nel nostro cuore.

Il secondo punto ci aiuta a perseverare nel nostro pentimento ed a rinnovare i nostri propositi.
Bisognerebbe agire come se in ogni momenti Lui ci chiamasse definitivamente. Un’attesa piena di speranza ricca di santi propositi e di buone opere.

Il pensiero della nostra morte non dovrebbe mai abbandonarci. Bisognerebbe sempre porsi la domanda: e se il Signore decidesse di chiamarmi adesso, cosa gli porterei? Non per nulla Egli ci ha esortato di vegliare e pregare, perché non sappiamo né il giorno né l’ora.

Molti cercano di rimuovere il pensiero della propria morte, ma è una forma di autolesionismo perché è una rinuncia alla conoscenza della realtà. Si vuol rimanere nell’illusione che tutto andrà secondo i nostri piani e le nostre pseudo certezze e non si mette in discussione la propria vita. Una serena consapevolezza dell’imprevedibilità della nostra morte e del suo mistero ci porta a rivolgere il nostro sguardo sul vero Signore della nostra vita, Colui che è padrone di prendercela quando decide liberamente.

Nessuno può fermare le decisioni divine e questo lo dimentichiamo soprattutto quando ci crediamo i soli protagonisti della nostra vita terrena, escludendo Colui che ci ha creati ed il fine per cui viviamo. Tutti i santi sono vissuti con il continuo pensiero della loro morte terrena, con angoscia e con serenità contemporaneamente, perché la morte ci libera da tutte le illusioni ed è veritiera: essa ci fa capire chi realmente siamo.

Il terzo punto è estremamente importante perché possiamo glorificare il Signore con la nostra fiducia nella sua infinita misericordia. Tutti sanno che Dio è infinitamente buono, ma spesso è un concetto che rimane solo a livello cerebrale. Non cala nella regione cardiaca del nostro essere.
La consapevolezza dell’amore di Dio per noi porta una gioia interiore che nessuno potrà togliere, anche se spesso sembra l’incontrario quando si è di fronte a palesi ingiustizie o a vittime innocenti.

Quando fissiamo lo sguardo sul Cristo crocifisso dovremmo subito chiederci il perché l’Innocente per eccellenza, il quale è il Figlio prediletto del Padre, ha subìto una morte così crudele ed infamante. In Lui non c’è una spiegazione razionale e filosofica certa, ma aleggia un’intuizione indefinibile, misteriosa, per cui chi crede realmente nell’amore del Padre non riesce a farsi ulteriori interrogativi, nella convinzione che tutto concorre al bene di chi ama Dio.
Sappiamo solo che la croce è la via che ci porta alla santità, cioè alla vera somiglianza con Dio.

 

  1. “Si cerca di nasconderti, di fare ignorare la tua esistenza; sta bene. Seppellisciti nel mio cuore e lasciami fare; allora io mi servirò di te. Mi servirò di te per condurre molti protestanti alla Chiesa e in modo che sorpassa ciò che tu puoi immaginare, poichè io agisco da Dio. Da Dio mantengo le promesse, da Dio mi compiaccio nel corrispondere all’umile confidenza”.

“Non perdere la tua serenità per causa del lavoro. Una religiosa deve dominare con lo spirito il compito affidatole, se no, è una mercenaria, non è una religiosa.

”Bisogna semplificare, ridurre le vostre necessità come faceva la Madre mia. Bisogna prendere nella calma decisioni sagge e serene. L’ordine consiste nel cercare in tutte le cose prima di tutto il Regno di Dio e la sua giustizia, il resto viene dato per soprappiù. Non vi preoccupate del risultato delle vostre opere; io dò l’accrescimento e la fecondità nella misura con cui mi vengono affidate. Ah, come i monasteri sarebbero fiorenti se si avesse lo spirito di fede e di povertà che dà tutto, sforzandosi di fare solo quello che io chiedo! Io ti chiedo di obbedire esattamente alla tua santa Regola, al tuo Padre Spirituale e alle tue Superiore, d’amare tutto ciò che ti mando e di ascoltarmi. Dammi ascolto per coloro che non vogliono intendere la mia voce. T’amo perchè anche tu mi hai sempre amato. Tu ignoravi che amavi me amando teneramente i tuoi e quelli che ho posti sul tuo cammino; tu ignoravi che ero io che tu amavi in essi e che non hai voluto mai contristare. Ora mi conosci, mi hai incontrato. Dammi le tue sofferenze come segno d’amore, e affinchè mi obblighino a spingere altre anime verso di me, come ho fatto con la tua. Ti ho attirata nella notte: adesso andrai sempre verso maggior luce”.

 

IL SILENZIO INTERIORE (3)

 

È molto difficile il silenzio interiore.
Abbiamo notato quante idee, concetti, intenzioni frullano disordinatamente nella nostra mente in una sola ora?

Siamo poveri e vorremmo essere ricchi, siamo in un posto e desideriamo esserne in un altro, siamo con gli amici e spesso vorremmo essere al centro dell’attenzione. Al mattino vorremmo fosse già sera, alla sera vorremmo fosse il mattino, I presente ci sfugge: ricordiamo il passato o vorremmo essere nel futuro. Siamo in un luogo e ne desideriamo un altro.
Se nella calma potessimo rivedere con molta attenzione tutto ciò che passa nella nostra mente in una sola ora, ci meraviglieremmo di questa nostra follia che difficilmente riusciamo a controllare.

Il vero silenzio interiore consiste nel fermarsi, nel lasciar scorrere i bizzarri contenuti mentali, nel far riposare la mente fino al suo annichilimento: allora potremmo vedere le cose e le persone in modo nuovo e del tutto inusuale per scoprire un po’ chi realmente siamo…

Per far questo bisogna vivere intensamente il presente eliminando ogni forma di preoccupazione sul futuro ed ogni tipo di paura, perché è quella che toglie la capacità di amare. Allora metteremmo in pratica ciò che il salmista esorta:

“Getta sul Signore il tuo affanno ed egli ti darà sostegno, mai permetterà che il giusto vacilli.”(Salmo 55,23)

 

  1. “ Credi spera sacrificati; abbandonati a me “.

“Tante preoccupazioni, tante ombre nel tuo cuore! Pensa a me, a me, la Bellezza perfetta, lo Splendore, la Pace, la Vita, la Verità, la Santità a me, tuo Dio che t’ama! Dammi il tuo cuore. E non vuoi tu darmi anche la tua vita? La desidero, ne ho bisogno”.

 

ABBANDONIAMOCI A LUI (4)

Essere “spensierati” non significa “irresponsabili”. Anzi! Responsabili del presente, ma solo del presente, proprio perché è solo in esso che pensiamo e agiamo……
Lasciarsi amare è già amore, perché la natura dell’amore è veramente misteriosa (Dio è Amore, quindi mistero). Gesù chiede a ognuno di noi di lasciarsi amare, il resto lo farà Lui.

Se si é convinti che davvero Dio ha un particolare progetto per ognuno di noi, ogni nostro pensiero o gesto assume una connotazione specifica se innestato in Gesù Cristo, il quale desidera che noi valorizziamo ogni momento della nostra vita.

Cerchiamo di guardare ed osservare tutto con gli occhi incantati di un bimbo. Quando eravamo bimbi osservavamo di più anche se non possedevamo il codice linguistico per esprimere il nostro stupore e per noi era scontato che tutti lo provassero.

La mediocrità è un modo di essere interiore: si è mediocri quando si rimane alla superficie di se stessi e della vita e non si prende sufficientemente coscienza dell’incredibile mistero che si cela nel nostro essere.

Cerchiamo di essere consapevoli della fragilità umana, ma non dobbiamo spaventarci di essa perché proprio essa costituisce il pungolo dell’autocreazione…

Non dobbiamo attaccarci alla terra o all’apparenza. Noi esistiamo provvisoriamente in questa vita terrena per costruire le basi per l’altra dimensione. Finite le impalcature di una nuova casa esse non servono più…

  1. “Ti ho condotta a Gerusalemme affinchè saliamo insieme al Calvario. Là mi hanno crocefisso crudelmente. Poichè mi ami, avrai le mani e i piedi e il cuore trafitti, se ti lasci guidare. Il cuore, separandoti da ogni creatura; le mani, dedicandole ai lavori che non ti piacciono, i piedi, non andando dove vorrebbero andare. Ma non sarà a una croce che tu sarai inchiodata volontariamente; sarai legata indissolubilmente al mio cuore acciocchè nulla più ti separi da me. E se vi acconsenti con amore, aumenterò il tuo amore, e ti compenetrerò. Lasciati fare “.

 

NON LASCIAMOCI ABBATTERE DALLA TRISTEZZA (5)

Qualcuno sostiene che chi è sempre triste non è detto che sia in piena grazia di Dio. Ma c’è tristezza e tristezza. Una tristezza di fondo proviene dal peccato.

Una certa tristezza, però, è una realtà della nostra vita quotidiana ed è spesso dovuta a tanti fattori, uno dei quali è la situazione esistenziale in cui ci troviamo a vivere in questa dimensione spazio-temporale. Soggetti ad ogni tipo di fragilità e precarietà, aneliamo inconsciamente ad una dimensione di luce, dove non ci si affatica, non ci si ammala e si vive sicuri nel seno del Padre.

Anche nella situazione di tristezza stiamo vivendo nel Padre, solo che non lo sappiamo riconoscere sufficientemente. La prova di ciò è la vita terrena stessa: come è possibile che con tutti i pericoli che comporta una sola giornata, ci corichiamo alla sera ancora integri nella mente e nel corpo? La logica razionale ci suggerisce che siamo tutti sorretti dal Creatore in ogni secondo della nostra vita, perché davvero nulla è casuale.

E allora perché lasciarci prendere dalla tristezza se sappiamo di essere amati così tanto dal Creatore?

 

  1. ”Ascolta, non bisogna dare grande importanza all’attività naturale. “Senza di me non potete far nulla”. Lo spirito del mondo desidera le nature « disinvolte », « accorte », come suol dirsi lodandole. È facile agitarsi, agire in maniera da dare nell’occhio; è molto difficile rinunciare a sè e lasciarmi agire. E intanto è la sola attività feconda, che perdura nell’eternità. Rimani in me. Conta su di me… “.

 

LA SUPERBIA, IL VIZIO CAPITALE PIÙ NEFASTO (6)

San Tommaso definisce la superbia «desiderio disordinato di eccellenza».

Tutti noi desideriamo legittimamente l’auto-realizzazione in pienezza

Questo fatto è uno stimolo importante perché ci aiuta a crescere e a superare molte situazioni che non avremmo il coraggio di affrontare.

Ma questo desiderio naturale, se portato all’eccesso, diventa un assoluto e rischia di accecarci perché condiziona le proprie scelte che vengono fatte in funzione di un narcisismo esasperato, che richiede in modo assoluto attenzione verso se stessi e la sottomissione degli altri.

 Preghiera per ottenere l’umiltà del cuore

Signore, mite ed umile di cuore, aiutami a prendere coscienza del mio orgoglio. Aiutami a capire che senza di te non posso fare nulla. Tu mi hai tratto dal nulla e davanti ai tuoi occhi ognuno di noi ha pari dignità. Fa’ che non mi inorgoglisca per i doni che mi hai dato e che metta tutto a disposizione degli altri. Non permettere che io mi senta superiore ad alcuno. Tu sei Onnipotente e puoi in un istante elargire o togliere le ricchezze materiali e spirituali a chiunque. Che mi renda conto che ogni cosa, ogni pregio o virtù che possiedo sono tue. Aiutami a ricordarmi sempre che tu sei l’Onnipotente e che ti dobbiamo continuamente ringraziare per il respiro, per i sensi, per tutto ciò che abbiamo. Insegnami a prendere coscienza della fugacità di questa vita e che il nostro corpo ritornerà nella polvere. Fa’ che non dimentichi mai che quando compariremo nel giorno del giudizio dovremo rispondere dei talenti che ci hai dato per metterli al servizio degli altri, come Tu sei venuto per servire e non per essere servito. Ridonami l’innocenza del bambino, l’umiltà dei puri di cuori, la sensibilità verso coloro che hanno bisogno, la vera conoscenza di me stesso e di quello che sono realmente.

 

  1. “Nessuno ha mai dovuto rimpiangere ciò che mi ha dato. Bisogna fare tutto quello che si può, e solo dopo si può fare affidamento assoluto sul mio aiuto ». « Avete ragione di piangere per l’assenza di… è naturale. Ma, vedi come ci si abitua a far senza di me, di me che ho dato la vita per ciascuna delle mie creature!…”.

 

QUANDO L’AMORE È PURO? (7)

 Ci sono infiniti modi per amare, ma non esiste una descrizione adatta per esprimere l’Amore. Ci sono molti indicatori che orientano verso l’amore, ma sono tutti insufficienti perché se veramente andassimo a fondo su ogni situazione che in genere pensiamo sia dettata dal puro amore ci accorgeremmo di quanto egoismo sono permeati i nostri pensieri e le nostre azioni. Gran parte delle amicizie sono interessate. La maggioranza delle nostre “buone azioni” hanno un fine recondito che spesso difficilmente riusciamo ad identificare.

Se uno crede di amare sia consapevole di come funziona la propria mente (e conseguentemente il proprio cuore) e sia coraggioso nello scandagliare le motivazioni più inconsce delle sue azioni “altruistiche”. Allora scoprirebbe dinamismi insospettabili: auto-gratificazione, esibizionismo mascherato da falsa umiltà, opportunismo, paure, servilismo, meschinità, desiderio di riscattarsi, ricerca di auto-stima ed approvazione ecc. Ognuno, sin dall’infanzia ha acquisito comportamenti ed introiettato modelli esterni, per cui si è fatto un’idea di come si deve amare, ma è un’idea acquisita dall’esperienza del passato che dovrebbe essere scrostata dai molti pregiudizi e dalle false sicurezze. Ecco perché Gesù chiese a Pietro per tre volte se l’amava. L’amore più puro può essere trasmesso solo dal vero Amore, che è Dio.

 

  1. “Non sei impaziente di raggiungermi? Non bisogna temere la morte; non sai che sarò con te?…”.

“Tu sei la mia cara figliola prediletta. Affrettati… per raggiungermi presto. Che temi? … Ti voglio custodire vicino a me, e là tu lavorerai con me…”.

 

COME VEDE LA MORTE IL VERO CRISTIANO (8)

Ogni vero cristiano crede che la vita terrena è solo l’inizio perché nessuno può avere stabile dimora in questo mondo. Noi siamo fatti per raggiungere la pienezza in Gesù Cristo che avverrà quando saremo assimilati definitivamente in Lui.

È buona cosa desiderare di essere liberati da questo corpo mortale come hanno fatto tutti i santi, tra cui lo stesso San Paolo che, però, voleva fare la volontà di Dio.

Gesù stesso non vedeva l’ora di unirsi definitivamente al Padre, dopo aver compiuto la sua volontà.
Il desiderio interiore dell’avvento definitivo della sua venuta, se è davvero autentico, è un forte aiuto spirituale:

  1. a) Permette un maggiore distacco dalle cose del mondo e dai piaceri illeciti e trasgressivi
  2. b) Stimola a porre la nostra fiducia nell’infinita misericordia di Dio.
  3. c) Consente di vivere con maggiore intensità l’istante”.
  4. d) Aiuta a relativizzare i problemi di ogni tipo. Il cristiano vive nel mondo, ma non appartiene al mondo.
  5. e) Dona una serenità interiore particolare.
  6. f) Stimola la creatività finalizzata anche alla testimonianza personale sulle cose dello Spirito.
  7. g) Aiuta a controllare molte paure relative alla nostra vita terrena ed alla fragilità: la fiducia nel Padre, nel Figlio e nello Spirito Santo dona una forza interiore insospettabile.
  8. h) Predispone ad usufruire delle indulgenze ed a frequentare maggiormente i sacramenti, soprattutto la riconciliazione e l’Eucaristia, dai quale si hanno vantaggi spirituali enormi e ci consentono una maggiore intimità con Gesù Cristo.

 

  1. ”I martiri hanno reso testimonianza alla verità. Nulla potrà cancellare questa testimonianza. Anche voi, ogni volta che agite secondo il mio Spirito, rendete testimonianza alla verità, ed è per l’eternità ». « Riferisci al Padre ciò che ti ho detto riguardo a… e tutto quello che ti ho detto, anche se desideri tacere ». « Quelli che mi amano molto, hanno molta confidenza in me” .

 

COME AMARE DIO? (9)
Innanzittutto riconoscendolo come il proprio Creatore.
Egli ci ha donato l’esistenza. Ha per noi un progetto d’amore immenso perché siamo destinati a diventare suoi figli per tutta l’eternità.

Se Egli ci ha fatto esistere, significa che abbiamo un grande valore ai suoi occhi per cui non dobbiamo disprezzarci per le nostre fragilità, anzi dobbiamo amarci proprio perché Lui stesso ci ama così come siamo.
Per amarlo bisogna conoscerlo e quindi ascoltarlo: leggere spesso, ad esempio, la Sacra Scrittura considerandola come una lunga lettera d’Amore che il Padre celeste dona ad ogni persona. Non importa la lunghezza della lettura.

A volte anche poche frasi possono aiutarci ad intuire come Dio agisce in noi servendosi di episodi, frasi, parabole ed esempi. La Madonna che appare a Medjugorje ha esortato ogni famiglia a porre la Sacra Scrittura in un luogo visibile della casa e di leggerla e meditare spesso qualsiasi contenuto.

Un altro passo per amare Dio è cercare la sua confidenza nel silenzio e nella solitudine. E’ necessario però credere che Egli è presente in qualsiasi luogo, soprattutto in noi e che ci ascolta continuamente, anche se alcune preghiere non vengono subito esaudite. Per amarLo bisogna sentirci da Lui amati, cioè accettati così come siamo perché Egli stesso ha già espiato le nostre colpe incarnandosi e patendo per noi nel suo Figlio Gesù Cristo.

Un altro passo importante per amare Dio è stupirci per la complessità e l’armonia del Creato. Considerare spesso che Egli è l’Onnipotente, cioè può davvero tutto! Nulla è impossibile a Dio, afferma l’angelo Gabriele a Maria nell’Annunciazione. Consideriamo le misteriose leggi che sorreggono l’Universo, le quali non possono essere il frutto del caso come sostengono erroneamente gli atei.

Dio può creare all’infinito altri mondi più complessi del nostro oppure altre dimensioni. Egli potrebbe far svanire nel nulla qualsiasi cosa e invece ci sostiene anche se abbiamo peccato contro di Lui.

Dobbiamo amare  Dio perchè Lui ci ama di un amore tale che nemmeno possiamo immaginare.
Ognuno di noi per Lui è unico ed irripetibile e ci ascolta sempre, anche se non sembra.

Spesso ci piacciono le cose complesse o la superficialità perché non viviamo ancora nel totale abbandono.
Anche se dovessimo scandagliare in lungo ed in largo il microcosmo ed il macrocosmo, siamo sempre immersi nella dimensione spazio-temporale.
Si potrebbe provare qualche momentanea soddisfazione per le nostre ulteriori scoperte.

Ma non riusciamo ancora a trovare l’anima del tutto, per quello ritorniamo nell’aridità e non sappiamo amare. Tutto si ridurrebbe per noi a rapporti, proporzioni, numeri, geometrie ecc. L’esprit de geometrie si espande sempre orizzontalmente.
L’eccessiva razionalità oscura un po’ i palpiti del cuore, il quale necessita di ben altri orizzonti.

Gesù si comportava diversamente. Non esplorava schemi, sistemi, rapporti, categorie ecc. Sosteneva che il Regno del Cieli appartiene a chi è come i bambini. E’ stato molto chiaro: i bimbi provano stupore per il creato senza eccessiva consapevolezza, senza sminuzzare la realtà, ma unificando attraverso attività simboliche…

L’amore per Dio è come quello dell’infanzia perchè rinnova tutte le cose che esistono e ci fa sentire umili come i bimbi amati da un tenero padre.
Ama e fa’ ciò che vuoi…
E’ lo Spirito che dà la vita, la carne non giova a nulla…(Gv.6.63)

 

  1. “Quelli che mi amano un poco hanno poca confidenza in me. Quelli che non mettono limite al loro amore hanno in me una confidenza senza limiti e senza confini. Non posso deluderli. Mi onorate più con la confidenza che mi testimoniate che con tutto quello che potreste darmi. E vedi, vi rispondo immediatamente mettendo la gioia nei cuori che mi onorano della loro confidenza in me.”

“Sì, quando avrai fatto questa offerta con voto e col consenso della tua Superiora, allora sarai veramente tutta mia. Potrò utilizzare la tua vita secondo il mio beneplacito, per diffondere il mio Regno. Di che temi?… Non ti abbandonerò; sono sempre con te, desidero regnare in te. Non sei la mia cara figliola, la mia beniamina?… “.

 

AMIAMO DAVVERO? (10)

 

Ci sono infiniti modi per amare, ma non esiste una descrizione adatta per esprimere l’Amore. Ci sono molti indicatori che orientano verso l’amore, ma sono tutti insufficienti perché se veramente andassimo a fondo su ogni situazione che in genere pensiamo sia dettata dal puro amore ci accorgeremmo di quanto egoismo sono permeati i nostri pensieri e le nostre azioni. Gran parte delle amicizie sono interessate. La maggioranza delle nostre “buone azioni” hanno un fine recondito che spesso difficilmente riusciamo ad identificare.

Se uno crede di amare sia consapevole di come funziona la propria mente (e conseguentemente il proprio cuore) e sia coraggioso nello scandagliare le motivazioni più inconsce delle sue azioni “altruistiche”. Allora scoprirebbe dinamismi insospettabili: auto-gratificazione, esibizionismo mascherato da falsa umiltà, opportunismo, paure, servilismo, meschinità, desiderio di riscattarsi, ricerca di auto-stima ed approvazione ecc. Ognuno, sin dall’infanzia ha acquisito comportamenti ed introiettato modelli esterni, per cui si è fatto un’idea di come si deve amare, ma è un’idea acquisita dall’esperienza del passato che dovrebbe essere scrostata dai molti pregiudizi e dalle false sicurezze. Ecco perché Gesù chiese a Pietro per tre volte se l’amava. L’amore più puro può essere trasmesso solo dal vero Amore, che è Dio.

 

 

  1. “Sì, sono l’Onnipotente. Il mio miracoloso aiuto vi sarebbe manifestato più spesso se voi aveste confidenza in me, senza trascurare alcun mezzo messo a vostra disposizione. Vi scoraggiate prima d’aver tentato tutto. Vi mando i mezzi naturali, e solo quando li avete fedelmente esauriti, potete contare sul mio intervento soprannaturale infallibile”.

“Non basta dire: “Dìo mio, confido in Voi!”. Bisogna fare l’azione interiore di liberarsi da ogni inquietudine e appoggiarsi sul mio cuore come l’apostolo S. Giovanni alla Cena, come S. Giovanni, sì, il prediletto. Aspetto da ciascuna anima questa confidenza…“.

“Ricorda: sono io che al centro di te stessa romperò il tuo cuore affinchè l’anima tua se ne fugga dal corpo che è la sua prigione. Allora, giacchè sono io, di che temi tu? “.

“Preparati e rallegrati; verrò presto a cercarti, benchè tu non lo creda e ti senta in buona salute “.

Quando sarà ciò? “Quando sarai pronta”.

“Tu che sei così miserabile che non sapresti vivere senza di me, credi che io ti abbandonerò nel momento della morte?… Come una madre abbraccia il suo neonato, così ti circonderò della mia tenerezza; poichè tu sei la mia cara figliuola, e so che non puoi fare senza di me ..”.

 

FRAGILITÀ E PROVVISORIETÀ nella nostra dimensione terrena (11)

 

Nessuno può dire che fra poco potrà rivedere questo o quel luogo, quella determinata persona o realizzare qualcosa entro un determinato tempo. Siamo permeati di fragilità e di provvisorietà. Vivere provvisoriamente questa dimensione terrena dovrebbe essere un nostro pensiero costante, ma senza vivere nell’ansia perché dobbiamo sempre considerare ragionevolmente che tutto è sorretto dalla Divina Provvidenza. Proprio tutto! Per quello è meglio vivere un giorno nei suoi atri che mille altrove. La nostra gioia interiore consiste nella sicurezza che Egli ci è Padre, ci segue e conosce ogni più piccolo pensiero o intenzione. Ci sorregge continuamente sostenendo l’intero Universo, la terra ed ogni atomo del nostro corpo. Distogliere lo sguardo da Lui per un semplice piatto di lenticchie non ne vale la pena. Perché non capiamo che siamo immersi nella sua Divina Misericordia e che dal concepimento ci è stato continuamente accanto, anche quando sceglievamo strade contrarie alle sue?

 

  1. “Ciò che mi glorifica non è quanto mi date, è l’occasione che mi offrite con la vostra fiducia di manifestarvi ciò che il mio amore è capace di inventare per voi… “.

“Dio è più semplice di voi.

Ti sembra ch’io ti ripeta sempre la stessa cosa: tutta la religione e tutta la vostra felicità consistono in alcune parole del Vangelo che basta comprendere e praticare: “Cercate prima il Regno di Dio e la sua giustizia e il resto vi sarà dato in soprappiù”. Vi riempite di tante inquietudini! Cercami in te; ti sono sì vicino, si intimo; tu cerchi sempre troppo lontano. E ascolta, e ricevi la mia grazia. Quando un’anima la riceve con gioia immensa, gliela dò in abbondanza. La mia gioia sta nel dare! E non esaurirete giammai la mia ricchezza. Inesauribili e sempre nuovi sono i miei doni. Ma non posso darli come vorrei poichè non li si riceve; non li si vede; non si sa desiderarli…“.

Signore mio Gesù, datemi le disposizioni necessarie per ricevere i vostri doni!

“Non sono esigente. Oh, è sì soave il mio giogo e il mio fardello leggero! Credo un cuore sincero che riconosca le sue colpe e il movente delle sue colpe fin nelle intenzioni più recondite, e che mi porti la sua indigenza chiedendomi soccorso. La mia gioia sta nel soccorrervi! Con un’anima che si donasse a me senza riserva e mi lasciasse agire in lei, farei cose grandi per l’eternità; e ciascuna anima, ciascuna, è a ciò chiamata. Attendo ogni anima per affidarle la sua propria missione, e i segreti che il mio amore riserva ad essa. Così attendo ogni anima… ma sono dimenticato. Anche per quelle che sono le mie spose per i loro voti religiosi, io occupo il terzo o il quarto posto nelle loro preoccupazioni. Non far lo stesso, tu che adesso ani ami. Vuoi diventare una manifestazione vivente del mio amore, vuoi?… Ascoltami, e fa in tutto ciò che ti dico. Poi chiedi la mia grazia con la Fede, la Speranza e la Carità che te la mostreranno, e vedrai come essa invada un’anima dal momento che vi trova una volontà determinata a corrispondere a ciò che essa domanda. Chiedila aspettandola e la scoprirai. Il male si è che voi non comprendete i miei messaggi… Sono così vicino, così vicino a voi come una madre circonda il suo neonato… e ho molte cose da dirti “.

 

IL PARADISO IN NOI (12)

Se ci svegliassimo dal sonno che ci impedisce di osservare la vita in profondità scopriremmo dimensioni inimmaginabili già in questo stato terreno. Il Regno dei Cieli è già in mezzo a noi. Nessuno entra in Paradiso se non ce l’ha già dentro. Noi viviamo già ora un anticipo di Paradiso quando vediamo l’universo in Lui. Il senso del mistero permea ogni essenza ed elemento. Non possiamo pretendere di capire tutto e subito, ma abbiamo la possibilità già di iniziare a comprendere il senso della nostra esistenza osservando ciò che succede in noi, nella nostra mente e nella nostra anima immortale…Il Paradiso ha in sé la caratteristica di essere eterno proprio perché è presente nell’istante, oltre allo spazio ed al tempo che ora immaginiamo…

 

  1. “Mi domandate grazie perchè pensate alla mia onnipotenza; ma perchè dimenticate che l’azione mia dipende dalla vostra? E’ per ciascuna anima quello che ho detto a S. Caterina da Siena: “La tua misura sarà la mia misura”. Quando chiedete una grazia, rendetevi capaci di portarne le conseguenze, tutte le conseguenze; allora con che gioia potrò accordarvela immediatamente! A chi domanda con umiltà, io non posso resistere. A chi domanda con perseveranza, finisco sempre per cedere. A chi domanda con amore, cioè con una confidenza senza limiti, non posso trattenermi dall’accordare anche di più, molto di più di ciò che è chiesto” .

 

METODO SICURO PER OTTENERE LE GRAZIE (13)

Se ci stanno a cuore alcune grazie, ma non abbiamo il coraggio di chiederle al Signore perché ci sentiamo troppo miseri ed inadeguati, non perdiamoci d’animo. Innanzittutto pensiamo che Lui stesso ha detto di non essere venuto per i giusti, ma per i peccatori. Quando chiediamo una grazia accostiamoci al Signore con la massima fiducia ammettendo la nostra fragilità ed i tuoi tradimenti. Chiediamogliela pensando sempre che Lui fa piovere sui giusti e gli ingiusti. Naturalmente dobbiamo dimostrare un sincero pentimento per i nostri peccati, confessarci e recarci all’Eucaristia. Possibilmente facciamo qualche buona opera, doniamo l’elemosina, aiutiamo qualcuno che ha bisogno di noi. Per un’opera buona fatta con intenzioni pure il Signore cancella molti peccati. Quando poi ci rivolgiamo a lui per ottenere le grazie, dobbiamo essere sicuri che ci esaudirà secondo la sua volontà. Insistiamo nella nostra preghiera e non pensiamo ai nostri meriti, se crediamo di averne. Pensiamo, invece agli infiniti meriti di Gesù Cristo che ha patito ed è morto per tutti noi, ai meriti di sua Madre e quelli di tutti i santi. Se insistiamo nella preghiera e cerchiamo di essere fedeli al Signore, prima o poi le grazie verranno esaudite, ma dobbiamo dare la priorità a quelle che fanno bene al nostro spirito, che ci aiutano a cambiare le vecchie abitudini e ad aumentare l’amore verso Dio ed il prossimo.

 

  1. “Tu sei un niente, nulla. Sii pura come la goccia di rugiada affinchè il mio volto vi si rifletta. Poichè sei niente io posso impossessarmi di te, sostituirmi a te. Oh, come ho sete d’anime! Sete che esse si abbandonino a me affinchè possa trasformarle; che mi abbandonino la loro umanità affinchè io agisca nel mondo. Perché non capite il mio richiamo? Non ho esaurito tutti i mezzi per sollecitare la vostra attenzione, la vostra gratitudine?…“.

Signore mio Gesù, che cosa debbo fare?

“Non resistere alla grazia. Non resistere all’amore. Il mio amore esige; conta per poca cosa gli sforzi e le fatiche, i sacrifici e i disinganni in paragone a ciò che egli dà. Non bisogna arrestarsi ad essi, l’amore li domina e vi passa sopra per ricavare forza e vita per le realtà eterne. Agisci svelta, con precisione. Tutte le tue disposizioni materiali siano regolate con ordine, misura e prontezza, per liberartene, al fine di darti di più alla vita dello spirito. Ti aspetto nel lavoro materiale, dove ho tanto bisogno di essere servito con perfezione, ma ti aspetto anche nel riposo dello spirito liberato per abbandonarmi ai tuoi sguardi“.

 

OGNI PERSONA È OPERA DI DIO (14)

Ogni persona è opera di Dio, pertanto è necessario avere il massimo rispetto. Non importa se è un infante, un bambino, un ragazzo, un adulto od un anziano. Dio ha un misterioso progetto per ognuno di noi. Egli ama infinitamente ogni sua creatura e se noi amiamo realmente Dio dobbiamo amare anche la sua opera e le sue creature. Ricordiamoci che ogni persona è Tempio dello Spirito Santo e quando manchiamo di rispetto ad una sola persona con qualsiasi mezzo, noi offendiamo il suo Creatore, il quale desidera portare a termine il suo progetto, quello cioè di divinizzare ogni uomo. Ogni persona è destinata a lodare il Signore per tutta l‘Eternità, anche i più peccatori, perché nella sua infinita Misericordia Dio vuole che ognuno di noi si salvi dalla perversione del peccato.

Rispettiamo ed amiamo davvero ogni persona che incontriamo lungo il nostro cammino, così ci attiriamo ancora di più la benevolenza del Creatore.

 

  1. “Si, mi sono fatto talmente vostro fratello da volere che il Padre mio fosse anche il vostro e che la Madre mia divenisse anche Madre vostra. L’amore non conserva per sè quelli che ama, li dà… Bisogna amare per dare, affinchè lo Spirito Santo trionfi e si espanda… Come voi avete bisogno di sentirvi amati per potervi espandere, per aprirvi alla vita, così ho bisogno io di sentirmi amato da voi, per potervi inviare i miei doni. Amarmi è aver fiducia in me, è non dubitare di me, è contare su me. Quali sono i limiti della mia potenza su di te? La tua fiducia“.

 

DIO NON IMPONE LA SUA PRESENZA (15)

Dio è infinitamente più attento ad ognuno di noi di ciò che pensiamo: aspetta da noi uno sguardo, un pensiero, una preghiera, un dialogo, una qualsiasi buona azione fatta per Lui ed in vista di Lui.

Non sottovalutiamo la sua presenza in noi e nel Cosmo. Egli non è invadente perché ci rispetta e ci ama, per questo ci sollecita attraverso mille stimoli che noi spesso non sappiamo decifrare. Il suo modo di amare è sempre molto discreto, Egli non vuole essere al centro dell’attenzione perché rispetta la nostra libertà : dovremmo noi metterlo a centro della nostra vita, perché così è giusto, essendo Lui il nostro Creatore, Salvatore e Signore.

 

  1. “Non mi hai mai visto, ma mi senti. La voce mia è così intima in te che ti sembra di essere tu stessa che parli. Sono talmente in te che accetto di diventare te per guadagnarti interamente. Però sono anche fuori di te. Quando io taccio senti il vuoto, senti che non puoi sostituirmi, hai la prova che sono io, il Salvatore Gesù, che ti parlo. Credi a quanto ti dico; la tua fiducia mi consola della poca fiducia che hanno per me tanti altri che sono tuttavia delle mia famiglia. Il mio cuore fu trafitto dalla lancia, e lo è tuttora spesso dall’incomprensione di coloro che non mi ascoltano che a metà. Preparati. Non vedo l’ora di venirti a cercare per condurre a termine l’opera mia cominciata in te”.

Signore mio Gesù, che cosa debbo fare?

“È necessario che non vi sia una sola fibra del tuo essere che sfugga all’amore. Che non ci sia nell’anima tua alcun rimpianto, alcun risentimento, alcun sentimento d’amarezza o d’antipatia. Ama tutte le creature per me. Amami attraverso esse; e le cose e le circostanze amale come espressioni dell’azione mia e della mia volontà. Con la stessa intensità odia e fuggi i miei nemici: te li ho nominati una volta: la menzogna, la doppiezza, il chiasso, l’agitazione, il disordine. Bisogna che li odi per cacciarli lontani da te quando si presentano; ma non ci pensare neppure. Stabilisci l’ordine in te; da se stesso il disordine sparirà in te e attorno a te. Basta superare il male col bene”.

 

DIO CI OSSERVA AMOREVOLMENTE (16)

Noi lo guardiamo attraverso le sue opere, Lui ci scruta direttamente.

Dio è l’Amore Onnipotente e noi la fragilità incarnata, un mucchietto di egoismo ed orgoglio.

Ma Dio non ci osserva con aria di superiorità e con disprezzo (anche se in realtà Egli è infinitamente superiore!).

Egli ci guarda nella sua umiltà, penetrando in noi e facendo tifo per il nostro progresso spirituale: Egli è felice se compiamo un solo gesto d’amore, il cui grado di purezza solamente Egli lo può conoscere!

Osserviamo in profondità ogni nostro più recondito pensiero conoscendo bene i motivi per cui è stato generato.

Ha presente ai suoi occhi ogni attimo della nostra breve esistenza terrena, ogni luce ed ombra, ogni tipo di scelta, ogni evento che ha determinato la nostra linea esistenziale.

Conosce perfettamente anche le altre ipotetiche linee esistenziali che avrebbero potuto sussistere con le infinite interferenze dei diversi eventi interni a noi ed esterni.

Conosce le conseguenze di ogni nostra più piccola azione, sa con esattezza cosa si annida nel mare del nostro inconscio. Sostiene ogni atomo del nostro corpo, assiste ed orienta verso la luce ogni nostro pensiero, soprattutto se è immerso nelle tenebre interiori, pur lasciandoci il libero arbitrio.

Egli ha ben presente ogni nostro stato mentale e spirituale. Non gli sfugge nemmeno un brevissimo istante della nostra esistenza e ci osserva con profonda tenerezza perché siamo sue creature, destinate alla divinizzazione per partecipare alla sua imperscrutabile vita trinitaria.

 

 

  1. “Quando le tue Sorelle dubitano dell’aiuto che tu offri loro, non senti che ciò paralizza il tuo slancio? è lo stesso per me, poichè siete creati a mia immagine. Quando dubiti della mia bontà o della mia onnipotenza, non posso manifestartela. Allorchè dubiti, pensi da sola, la tua mente non è penetrata di me. Può avere essa forza senza di me?”.

“Quando vedi che nonostante molte premure, l’una o l’altra delle tue Sorelle non ha fiducia nel tuo affetto, che resta compita e gentile, ma come sospettosa delle tue intenzioni, ciò ti fa pena; anch’io quando voi non osate fare affidamento su di me, sono afflitto. Fate affidamento su di me con gli occhi chiusi, senza titubanze, tranquilli… sì, come il bimbo che dorme nelle braccia della sua mamma. Non siete come bimbi portati sulle braccia divine? Figliuola mia cara, chi ha più premure di me? Se fai attenzione, ora per ora, vedrai la mia sollecitudine. Dimostra fiducia alle tue sorelle; bisogna credere alle loro buone intenzioni; è necessario superare il male col bene. Ti tratterò come tu avrai trattato le tue Sorelle “.

“Quando confessandoti hai esposto chiaramente le tue colpe, le tue omissioni, la tua mediocrità, mi rendi felice come se mi affidassi un tesoro! Dal momento che un’anima si apre, il mio Spirito la invade; oh! senza tanto rumore ma vittoriosamente. C’è forse qualche cosa che io non possa riparare quando mi si lascia fare? Allora sono io che ho la gioia di ornare l’anima tua secondo i miei gusti e il mio beneplacito”.

 

SIGNORE NON COMPRENDIAMO, MA CI FIDIAMO DI TE (17)

 

La Gloria di Dio consiste nel far prevalere il buon senso dell’Amore su creature deboli ed instabili come noi. Prova per noi un’infinita tenerezza. Egli ha il potere di creare dal nulla tutto ciò che vuole e di trasformarci in un istante… Spesso, però, ci lascia nelle condizioni disagiate in cui ci troviamo, non perché non ci ami, ma proprio per il suo immenso amore che vede infinitamente più avanti di quello che vediamo noi. I nostri disagi terreni costituiranno i motivi fondamentali della sua e della nostra gloria. Ma questo richiede una grande fede da parte nostra e Dio ama moltissimo coloro che si fidano completamente di Lui, nonostante appaia quasi tutto perduto…

Tutto ciò si può evincere dal comportamento di Gesù nei confronti del Padre. Umanamente tutto era perduto…ma Gesù non si è lasciato andare nella disperazione: “Padre, nelle tue mani rimetto il mio Spirito!”. Appare davvero tutto incomprensibile e quante volte ci siamo chiesti perché il Padre ha permesso un simile dolore! E lo sta permettendo in ogni uomo che soffre, in ogni moribondo che geme, in ogni creatura che esala l’ultimo respiro… Signore non comprendiamo, ma ci fidiamo di Te che raccoglierai teneramente ogni nostra lacrima per preparare il vestito nuziale dell’unione mistica tra la nostra anima e Te, amore infinito ed eterno!

 

  1. “Non esaminare troppo perchè ti parlo: ascolta, e come una bambina, segui il cammino che ti ho tracciato. Esso ti condurrà ben presto alla casa del Padre”

Già! E io non ho fatto nulla della mia povera vita! Io che volevo che essa vi cantasse e vi glorificasse, Signore mio Gesù!

“Se hai fatto ciò che ti ho chiesto, basta. Io farò il resto. Se hai agito in ciascuna occasione secondo il mio Spirito, lo Spirito Santo… Se mi hai accolto e hai sparso l’amore… ciò basta. Io farò il resto. Se hai obbedito in tutto alla tua Regola, alle tue Superiore e al Padre, e a ciò che io ti dicevo… ciò basta. Io farò il resto. Se mi dai il tuo posto, agirò io al tuo posto, io che sono l’azione onnipotente. Il miglior lavoro che possiate fare è di ottenere la mia collaborazione, e di lasciarmi agire, quando avete fatto da parte vostra tutto ciò che potevate. Io lavoro col tempo. Ma i miei doni sono senza pentimento. Se tu mi lasci andare in Svizzera al tuo posto, vi andrò con quelle che ho scelto, e le Clarisse resteranno nel tuo piccolo paese. Non ti ho ancora accordate le conversioni richieste… ma non ti ho dato la Speranza? Abbi fiducia ciecamente. Quando un’anima mi domanda l’impossibile agli occhi umani, mi onora. Mi chiede infatti ciò che non si chiede che a Dio”.

“Sì, posso trasformare ogni bruttura in bellezza, ogni povertà in ricchezza spirituale, ogni peccato in sorgente di grazia, ogni rancore in perdono; in dolcezza ogni amarezza, in gioia ogni tristezza, ogni sofferenza in redenzione… quando me le date e mi lasciate fare…”

“Lasciarmi vivere in voi è riempire il vostro cuore dell’abbandono dei pargoli e ascoltarmi; è mettere tutta la vostra intelligenza a comprendere i miei modi di agire, ad imitarli; è avere gli stessi sentimenti miei e condividere i miei desideri; è mantenervi con tutta la forza della vostra volontà, costi quello che costi, ad ogni istante, in ciascuna occasione, nella verità”.

 

SIAMO REALMENTE PADRONI DI NOI STESSI? (18)

Osserviamo le nostre mani. Sappiamo che sono formate da tessuti, i quali a loro volta contengono cellule, molecole, atomi, elettroni ecc.

E così dell’intero nostro corpo…

Eppure siamo convinti di “appartenerci” completamente perché rispondiamo a molti comandi della nostra mente. Abbiamo la possibilità di muovere miliardi di atomi ad un solo cenno della nostra volontà. Ma anche le nostre possibilità psico-fisiche, sebbene di un numero enorme, sono limitate. Noi non abbiamo la facoltà di far nascere, crescere e di nutrire una sola cellula del nostro corpo: ciò succede senza il concorso della nostra volontà. La stessa cosa vale per moltissime funzioni del nostro corpo. La mente ha ancora più facoltà, soprattutto nell’ambito dell’immaginazione, oltre che della percezione. Noi percepiamo le cose più complesse in un modo apparentemente semplice. La scienza ci spiega, comunque, che ogni percezione attiva ed è attivata da stimoli molti più complessi di quello che immaginiamo.

Il mondo che vediamo è un aspetto molto superficiale della realtà più intrinseca. Così ogni nostro contenuto mentale, per quanto immaginario, si forma attraverso stimoli interni misteriosi che attingono in gran parte dall’inconscio sedimentato nel corso della vita.

Con la nostra volontà non possiamo nemmeno far crescere un nostro capello, o allungare un arto, o concepire idee che appartengono alla genialità di un altro.

Possiamo davvero affermare di possederci come pensavamo abitualmente? Chi o cosa ci possiede realmente?

Solo il Signore è davvero il padrone della nostra vita!

 

  1. “Se tu sapessi che gran cosa è comparire dinanzi a Dio! Se l’anima è pronta, perchè desiderare di trattenerla? Pensa più ad essa che a voi… Però, abbi fiducia nella mia onniscienza e onnipotenza“.

 

NON DISPERIAMO MAI NELLA NOSTRA SALVEZZA (19)

Anche se gli uomini ci dimenticano, Dio non si dimentica mai.

Se ci sentiamo peccatori recidivi, ricordiamoci che la Misericordia di Dio supera infinitamente le nostre miserie, pertanto si può sempre ricominciare. Se siamo consapevoli di non aver nulla da offrire a Dio, offriamogli le nostre miserie ed il nostro tempo.

Riflettiamo spesso, convertiamoci, pentiamoci per le nostre colpe, confessiamocifrequentemente e frequentiamo la Santa Eucaristia che ci dona forza, vigore e speranza.

Nulla è mai perduto, tutto si può ancora guadagnare in Gesù Cristo, che ha patito, è morto e risuscitato per salvarci e divinizzarci in Lui.

Gli siamo costati cari ed è per questo che ci ama sempre

 

  1. “I fanciulletti non hanno grandi tentazioni, il loro abbandono li preserva dalle gravi disgrazie, e frattanto crescono come immersi nell’Amore. Oh, se voi sapeste vivere tenendomi per la mano come fanciulli, agendo senza pensare a voi, oh, come mi scoprireste a ogni passo!”.

“Non mi si conosce e perchè non mi si conosce non si sa amare me che invece ho tanto amato gli uomini. Fammi conoscere fammi amare. lo sono sempre con voi, in voi e attorno a voi e voi non mi vedete. L’anima obbediente, l’anima che è nello stato di obbedienza, ha gli occhi aperti sulla mia presenza; senza abbandonarla, essa ne scopre dovunque i segni e i messaggi perchè aderisce immediatamente a quanto le dico. Quando si è messa in questo stato di abbandono, di silenzio e di calma, è come se non potesse più separarsi da me; essa coglie in ogni sofferenza, in ogni contraddizione un dono da offrirmi e nulla altera la sua serenità. L’anima che resiste soffre e si sfinisce in questa sua resistenza, e siccome non è fissata a me, la sua sofferenza non è quella che espia e produce un aumento d’amore. Vi sono tante sofferenze mal dirette e perdute. Esse rimangono soffocate entro i vostri limiti umani. “Io sono la vite e voi i tralci”, riferite tutto a me: con quello che mi donate farò miracoli per la vita eterna”.

 

GESÙ È LA VERA GIOIA (20)

C’è una sottile distinzione tra piacere e gioia, che non tutti hanno ben compreso. Nell’arco della nostra vita abbiamo sperimentato molti momenti di piacere e di dolore. Il piacere è un momentaneo soddisfacimento dei sensi. Spesso ci siamo soffermati, una volta consumato il godimento, a pensare di ricreare quel determinato momento cercando di ripetere la situazione piacevole, ma ogni volta essa ci ha lasciati piuttosto delusi ed insoddisfatti. Pensiamo allo stato di euforia indotto dall’alcool, ad esempio. Cosa è successo? Ci siamo irrigiditi nel desiderio di riprovare il piacere, ma questo rischia di originare in noi dipendenza, frustrazione, disagio interiore per l’amara insoddisfazione.

Come ci si dovrebbe comportare allora?

Innanzittutto bisognerebbe far tesoro delle nostre esperienze ed intuire che nella nostra vita tutto passa e viviamo realmente nell’istante. Se vogliamo prolungare questo istante inquinandolo col desiderio della situazione piacevole che abbiamo vissuto nel passato, saremo sempre delusi. Allora dovremmo agire sempre con distacco. Guardiamo un paesaggio, un bel volto, il profilo delle montagne e poi osserviamo la nostra mente pacatamente, lasciando scorrere le emozioni ed i sentimenti, ma senza desiderare di ricrearli. Ecco profilarsi qualcosa di molto più intimo: la gioia interiore. Essa è proprio dovuta al distacco dal tempo e dallo spazio, perché è pura immersione nell’istante, che si attua nella più totale fiducia in Gesù Cristo. È indefinibile, perché è molto più del semplice piacere. Chi si allena a questa gioia comincia a vivere la sua vita in pienezza..

 

  1. “Voi avete due mezzi per consolidare la vostra salute al fine di ben servirmi:
  2. a) osservare con una misura perfetta le leggi cui vi siete sottoposti;
  3. b) vivere nella mia intera dipendenza mediante una generosità e una fedeltà crescenti e ricevere da me giorno per giorno, ora per ora, le forze necessarie. La salute non potrebbe allora mancarvi per poter rispondere a quanto io vi domando”.

Mio Signore Gesù, quale di questi due mezzi preferite che io impieghi?

“Niente mi fa tanto piacere come il vederti alla mia completa dipendenza: perchè tu non potresti essere meglio…”

 

SI STA MEGLIO COL SIGNORE (21)

È inutile e dannoso cercare consolazione nell’abuso dei piaceri o nella trasgressione. La consapevolezza che Dio è il Padre misericordioso, che Gesù è il fratello altruista e premuroso e che lo Spirito Santo è energia divina evolutrice dell’anima dovrebbe farci vivere nella serenità interiore, anche se notiamo che la vita terrena è spesso una valle di lacrime.

Certamente tutti siamo messi alla prova, ma chi confida in Dio riesce a superarla, anche se dovesse ricadere migliaia di volte: perderà delle battaglie, ma non la vittoria finale del bene sul male.

Dice il salmo: “Guardate a Lui e sarete raggianti”, perché Dio non esaurirà mai la sua Misericordia. Ogni volta che ci pentiamo seriamente del male commesso Lui è pronto ad abbracciarci per riversare su di noi il fiume di grazie che ha da sempre riservato.

Il peccato, una volta consumato, lascia in noi amarezza e disperazione, il perdono e la consapevolezza che siamo infinitamente amati da Dio, invece, ci fa vivere più intensamente ogni attimo della nostra vita.

Lo Spirito Santo è sempre attivo in noi ed è necessario lasciarlo agire liberamente…ecco il segreto della felicità!

 

  1. “Tu che hai promesso alle tue care Sorelle d’insegnar loro più tardi certi ricami, tu ti scandalizzi perchè esse non ti credono e cercano di indovinare subito come fai… Credi che io sia meno di te sensibile alla mancanza di confidenza? Io ti ho promesso delle grazie di conversioni, e perchè esse non si sono ancora attuate tu già dubiti della mia parola… L’amore non dubita ». Si, mio Dio, vi credo.

“Sì, tu vedi le belle cose che io ho fatto con delle minuscole semenze… perchè abbandonate alla mia azione. Che cosa non farei con i movimenti di confidenza, di fede, di speranza, di carità, abbandonati alla mia onnipotenza?…“.

 

È POSSIBILE INNAMORARSI DI DIO? (22)

Se ci pensiamo bene Dio, l’Onnipotente, ha fatto di tutto per venirci incontro: si è incarnato, ha fondato la sua Chiesa, ha istituito i Sacramenti, ha patito, è morto e risorto.

Rimane, comunque, “discreto”: non impone la sua presenza sensibile per lasciarci scegliere liberamente. Egli ama tutti continuamente anche quando non è riamato. Egli attende sempre una nostra libera risposta al suo amore. È sempre pronto a perdonarci ogni volta che torniamo a Lui. Ci sorregge in ogni istante e spesso non ce ne accorgiamo.

È proprio “innamorato” di ognuno di noi. Se non fosse innamorato non ci avrebbe donato l’esistenza. Egli entra nella nostra storia personale discretamente e se noi lo riconosciamo e gli diamo spazio Egli agisce per aiutarci a progredire nell’amore. Egli sa molto bene quanto sia difficile per noi amarlo, ed è qui che consiste la sua Gloria: essere contraccambiato da creature limitate.

“Il contrario dell’amore non è l’odio ma l’indifferenza che è linfa vitale che alimenta ogni male, la linfa segreta del peccato, per la quale l’altro non esiste, non conta, non vale, non è niente.
Bisogna dunque tornare ad amare Dio con tutto noi stessi, corpo e anima: non si può però amarlo da sottomesso o da schiavo ma da innamorati” (p. Ermes Ronchi)

 

  1. “Sì, sii la mia piccola semente piantata qui in terra di Gerusalemme per produrvi dei frutti nella mia Chiesa, dei frutti e molte altre sementi in ragione della mia prodigalità. Lasciami fare. Ma che la tua obbedienza sia perfetta; come la semente abbandonata alla mia azione. Tu sai che il chicco di grano deve morire per dare il suo frutto”

 

GESÙ È IL VERO RE DELLA PACE (23)

Gesù fu senza peccato.

Egli era l’essenza della salvezza. Disse: “Io sono la via, la verità e la vita! Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me.”
Gesù ha guarito lebbrosi, dato la vista ai ciechi, camminato sulle acque, risuscitato i morti. Ha detto “il mio regno non è di questo mondo”.
La sua passione principale era di glorificare il nome del suo Padre celeste. Non aveva un posto dove appoggiare il suo capo. La sua vita era contrassegnata da misericordia e amore.
Egli ha detto che “coloro che feriscono di spada, periscono di spada”. Uno dei suoi titoli è “Principe della pace”.
Gesù disse: “Splenda la vostra luce davanti agli uomini, affinché vedano le vostre buone opere e glorifichino il Padre vostro che è nei cieli.” “Amate i vostri nemici e benedite coloro che vi odiano.”
Egli perdonò anche un’adultera. Non ha mai ucciso nessuno, non ha mai posseduto schiavi, non ha mai forzato i suoi discepoli a continuare a credere in Lui. Gesù predisse esattamente la sua crocifissione, morte e risurrezione. Gesù nominò, istruì e preparò i suoi successori.
Le rivelazioni e la vita di Gesù erano “sacrificali”, come la sua crocifissione per i peccati del mondo. Egli perdonò i suoi nemici. (Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno!)
Poi risuscitò dai morti e salì al Cielo!

  1. “La più grande prova d’amore che potete darmi è di credere in me. La più grande prova d’amore per il vostro prossimo è di dargli l’esempio del bene qualunque cosa vi possa costare. è una maniera di donare la propria vita per gli amici“.

“Voi potete fare molto le une per le altre mediante l’esempio potete influenzarvi potete determinare presso il vostro fratello l’uso che egli farà della sua libertà. Ma io non vi influenzo; quando mi lasciate agire in voi stessi, io vi trasformo”.

“Vedi che non ti serve a niente vegliare da sola su te stessa.

Va’, senza preoccuparti di quanto hai, con la forza che io ti dono”.

 

I VERI FRUTTI SONO L’AMORE PURO (24)

Nella parabola sul fico che non fruttifica più, il contadino chiede al padrone di lasciarlo ancora un po’ di tempo perché ci penserà lui a curarlo aggiungendo concime e potandolo in maniera giusta.

Ognuno di noi può essere come quel fico: i frutti dell’amore spesso tardano a venire e non li vediamo.

Ma Dio ha pazienza infinita con noi ed aspetta il momento più adatto per raccogliere i veri frutti.

Lasciamolo agire in noi. Spesso ci sentiamo davvero insignificanti ed aridi. Ma ai suoi occhi “mille anni sono come il giorno di ieri che è già passato”.

Egli continua ad operare in noi ma non sappiamo come. È inutile agitarsi o disperarsi: chi si affida a Lui non sbaglia mai e prima o dopo se ne renderà conto che tutto concorre al bene di coloro che Dio ama. Se pensiamo che noi dovremmo compiere opere eclatanti queste rischiano di accecare il nostro animo preso dai lacci dell’orgoglio.

Agli occhi di Dio vale molto di più un piccolo atto altruistico fatto in Lui che mille opere le quali alimentano il nostro egoismo.

Egli, in pratica, ci vuole fare crescere nell’amore, il quale non è disgiunto dall’umiltà.

“Lui deve crescere, io devo diminuire”