29 Ottobre 2006

LETIZIA BRAIDOTTI

Letizia Braidotti è unasignora cividalese conosciuta soprattutto nell’ambito parrocchiale. Madre di tre figli, maestra d’asilo, catechistaimpegnata in prima fila nella parrocchia di Rubignacco.

Ciò che spicca in lei è la costanza, la determinazionee il coraggio nelproporrecon la sua vita i principali valori del cristianesimooperando in famiglia e nella società.

Così ella racconta della sua vita:

“Letizia” è il mio nome, scelto non a caso da mia madre, la quale fin dalla primissima infanzia era solita ripetermi: “Nella tua vita, Letizia, devi saper portare il tuo nome, che significa “gioia”, e questa gioia la dovrai trasmettere a tutti quelli che incontrerai”

Confesso che durante i miei cinquantadue anni di vita ho sempre cercato di vivere conscia di questa, non poca, responsabilità verso gli altri. Questo, però, mi ha aiutato a far fronte a mille difficoltà, a superare i tantissimi problemi di relazione e convivenza.

Mi sono sposata giovanissima, appena diplomata, quasi inconsciamente ma piena di entusiasmo e ho iniziato a costruirmi una famiglia nella famiglia.

Sì, perché sono andata a vivere in casa di mio marito, come si era soliti farea quel tempo, con i miei suoceri. Mia suocera è subito diventata come una seconda madre per me: siamo vissute insieme per trent’anni, coltivando un buon rapporto basato sul rispettoe l’aiuto reciproco. Lei ha saputo incoraggiarmi nei momenti bui, nella fatica dell’accudire i miei tre figli che lei ha adorato.

Il nostro primo figlio, Devis, è arrivato subito ad allietare la nostra giovinezza e la mia nuova famiglia, anche se per metterlo al mondo ho rischiato seriamente la vita. Ricordando quel momento, non posso non ringraziare il Signore per gli immensi doni e per le grazie che ha sempre riservato a me e alla mia famiglia.

Dopo quell’esperienza dolorosa abbiamo comunque avuto il coraggio e la determinazione di avere altri due figli:Clara, e il “piccolo” della famiglia (ormai ventunenne), Damiano – detto “Banano” dai fratelli.

Con tutta me stessa, conciliando l
a famiglia col lavoro – sono una maestra – , ho cercato di accompagnarli passo dopo passo nella loro crescita, facendo la madre, la moglie e la nuora.

Ho donato loro soprattutto affetto e comprensione, esempi di vita positivi e sereni. Tuttavia, anche la determinazione e l’autorevolezza non sono mai mancati. Attualmente sono tutti maggiorenni impegnati nelle scelte e nella realizzazione dei loro progetti, ma io credo che il mio ruolo di madre non sia ancora finito, anzi credo che ora più che mai abbiano bisogno di un appoggio costante per affrontare il mondo di oggi.

Quando mi soffermo su questi pensieri e faccio un primo bilancio della mia vita, vedo che

Qualcuno mi ha sempre sostenuta in questo progetto di vita, che, pur non avendo niente di speciale, è semplicemente meraviglioso. Ma quanta fatica mi è costata la costruzione di quella “casa sulla roccia”! Passano le bufere, scorrono le acque, ma la casa è lì, salda e forte e nessuno le fa pauracome mai? Forse perché mi sono sempre aggrappata a quella piccola fede che i miei genitori mi hanno trasmesso e che io lentamente, con la Grazia del Signore e con la preghiera, ho alimentato negli anni e anche nel presente, giorno dopo giorno.

Ho vissuto diverse e forti esperienze di fede, ho incontrato persone che hanno cambiato il mio modo di percepire il senso della vita e del donarsi agli altri. “Tu sei dono e niente viene da te”. Per questo ho sempre cercato di dedicare un po’ del mio tempo alle opere parrocchiali, mettendo i pochi carismi che ho a servizio della parrocchia e dei bambini. E oggi sono grata a Lui, che mi ha chiamata a vivere questo tempo con letizia, proprio con il nome che mi è stato dato.