EUROPA CRISTIANA: I PAPABOYS SOGNANO UN PARTITO.. CRISTOCENTRICO!
VERSO UN PARTITO? – “Se vuoi entrare nella vita, osserva i comandamenti: «Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, onora il padre e la madre, ama il prossimo tuo come te stesso.», così dice Gesù Cristo nel Vangelo di Matteo, al capitolo 19, versetto 18.
Se si vuole costruire un’Europa cristiana, o comunque che i cristiani in Europa riacquistino identità, bisogna ripartire dai 10 comandamenti, dalle regole fondamentali del rapporto tra uomo e Dio e uomo e uomo. Ripartire dalla conversione, dalla coscienza di peccato. Convertirsi significa, prendere coscienza del proprio peccato. Il peccato più grande è pensare di poter vivere e guidare la propria vita senza Dio.
Invece occorre prendere coscienza che c’è bisogno di salvezza, che c’è bisogno di rendenzione per sé, la propria famiglia, la propria patria, la propria nazione, il proprio continente. Europa Cristiana non è un partito né di centro, né di sinistra, né di destra. E‚ un partito Cristocentrico. Ciò non vuol dire che è di centro.
Ma che Cristo è il centro. Il centro è Cristo. Facciamo proprie le parole del Papa, il quale ricordando il versetto 1 del Salmo 127, afferma: «La speranza di costruire un mondo più giusto e più degno dell’uomo non può prescindere dalla consapevolezza che a nulla varrebbero gli sforzi umani se non fossero accompagnati dalla grazia divina»: “Se il Signore non costruisce la sua casa, invano vi faticano i costruttori”.
Per quanto riguarda l’economia, essa deve essere fondata sul principio biblico della decima (I paesi che la pratica ricevono grandi benedizioni da Dio, vedi la Corea), dell‚economia di Comunione, in sostanza il principio evangelico del dare. “Dai e ti sarà dato”, “Nella misura in cui dai ti sarà dato, una buona misura pigiata, scossa e traboccante ti sarà versata nel grembo (Vangelo di Luca, capitolo 6, versetto 38).
Un’economia non basata sul consumismo, ma sulla prosperità evangelica. Le leggi di Dio sono eterne, quindi sempre valide. Nella complessa storia d’Europa il cristianesimo rappresenta un elemento centrale e qualificante. I cristiani sono chiamati a prendere coscienza di questo. Ora noi diciamo di ricominciare dai 10 comandamenti, per molti sarà banale, per altri superfluo, ma se viviamo invece un po‚ tutti un paganesimo pratico, scambiando il seguire Cristo!?
Con qualche atto religioso (per i credenti)! Da qualche parte bisogna pur ricominciare. Chi ha idee, suggerimenti, programmi, li renda noti, parliamone. Suscitiamo un grande movimento di massa. Se, ad esempio, 12 milioni di italiani ogni anno danno 5 miliardi di Euro ai maghi, ci sarà qualche problema? Se 150 passi della Bibbia lo vietano e la Chiesa cattolica pure (inevitabilmente), ci sarà un motivo!?
Il problema di fondo è che viviamo nell’ignoranza. Ammettiamolo. Ora il riferimento a Dio, afferma l’esistenza di un valore trascendente: Giovanni Paolo II dice che: “Una democrazia senza valori si converte facilmente in un totalitarismo aperto, oppure subdolo, come, dimostra la storia (Veritatis Splendor).
Ogni potere è vincolato al rispetto della dignità umana perché l’uomo è fatto a immagine somiglianza di Dio, quindi a perseguire la giustizia e il bene comune.
Un’Europa Cristiana deve avere alla base il diritto alla vita, la tutela della famiglia fondata sul matrimonio tra uomo e donna (maschio e femmina li creò, come dice la Genesi), la solidarietà, la sussidiarità, la lotta alla povertà e all’ignoranza, la giustizia sociale.
Quindi il richiamo ai valori cristiani, come dice il Santo Padre, rappresenta “un potente stimolo per il nostro tempo, e in particolare, per l’Europa che si sta costruendo, invece il mancato richiamo a questo valori è un errore e una mancanza di prospettiva storica.
I cristiani devono fare la loro confessione di peccato proprio denunciando quando si siano lasciati trasportare da discorsi ideologici perdendo di vista quei contenuti che sono propri del discorso biblico, che sono il fondamento di tutta la tradizione della chiesa nella sua azione sociale e di evangelizzazione, che sono la matrice culturale sulla quale l’intera storia dell’Italia, ma anche di tutta l’Europa, si è sviluppata.
I cristiani devono avere l’umiltà e il coraggio di uscire dai loro schieramenti ideologici per assumere la loro piena responsabilità di fronte a quel mondo nel quale sono stati chiamati per essere testimoni anche nella politica.
La politica si presenta di fronte alla realtà della persona cristiana come quel luogo nel quale si dà forma e forza a quei principi biblici che sono alla base della comprensione sociale cristiana e che si traduce nella elaborazione di un programma politico che veda come punti qualificanti i 10 comandamenti di Dio.
Di Giancarlo Padula per
http://www.papaboys.it