cosa è, cosa fa, cosa serve
Ogni comunità ha bisogno di un “nucleo caldo”, un “cuore pulsante”, che l’aiuti ad essere “un cuor solo ed un’anima sola” (Atti 4,32) a crescere nell’unità e ad agire “come un corpo solo”. Questo cuore è il Consiglio Pastorale parrocchiale (CPP).
Non è pertanto un gruppo di persone di particolari doti o virtù, né una conventicola di spiritualisti e nemmeno un gruppo di tecnici od esperti di scienze religiose, né tantomeno un un club di privilegiati. E’ invece un gruppo di persone particolarmente sensibili alla vita della comunità, al bene comune, eletti ed indicati dalla comunità stessa, stimati per la loro umanità prima di tutto, e per la loro partecipazione disinteressata a lle vicede che riguardano tutti.
Usando l’immagine del nostro arcivescovo, il CPP è come il PERNO di una ruota. Il perno non è tutta la ruota, ma è ciò per cui la ruota può girare. Così il CPP non è tutta la parrocchia, ma è ciò per cui la parrocchia può essere segno e strumento ecclesiale di comunione-partecipazione, di partecipazione, di realizzazione e di coordinamento.
Il CPP è un’immagine in formato ridotto della stessa comunità parrocchiale. In esso si esprime la Chiesa come comunione di fedeli, dove si è chiamati a vivere relazioni interpersonali libere e gratuite, fondate sulla comune paternità di Dio.
Inoltre è anche strumento di comunione, perché il suo valore e la sua validità non è data tanto da ciò che esso è in grado di progettare e realizzare, ma da quanto è capace di coinvolgere le persone nella vita della parrocchia.
Non si può pregare per delega, non si può credere per delega, non si può amare per delega.
Infine è strumento di progettazione dell’azione pastorale della parrocchia. Semplificando il CPP deve chiedersi: “In che modo la nostra comunità parrocchiale può annunziare il Vangelo all’uomo d’oggi e collaborare nell’edificazione di una società più giusta, più fraterna, più solidale, in vista della comunione piena di tutti gli uomini tra di loro e con Dio?” Qui la risposta non viene invocando la nostalgia e il tradizionalismo che ci richiamano il passato, ma deriva da quella saggezza che si chiama “progettualità”: essa pure è dono dello Spirito che continuamente chiama a realizzare nel momento presente il più possibile ciò che sarà nel futuro
Il parroco
Un pò di storia pensando al futuro
Nella nostra parrocchia il primo Consiglio Pastorale Parrocchiale (CPP), nacque nel dicembre del 1994 con libere elezioni dei suoi membri fatte in chiesa dopo le cebrazioni del S. esse domenicali.
Anche se l’esigenza di un organismo che potesse aiutare il parroco nelle necessità pastorali era da tempo sentita, dopo il terremoto, grazie all’iniziativa di alcuni volonterosi parrocchiani giovani e meno giovani, questa esigenza si concretizzò e si diede forma al nuovo Consiglio Pastorale Parrocchiale.
Non fu facile, all’inizio, dare un’identità ben definita al nuovo organismo anche perché non si capiva molto bene quale doveva essere la sua funzione in seno alla parrocchia. Mancava in effetti una certa esperienza nei suoi componenti e questo portava spesso a confondele il Consiglio con la Commissione per gli Affari Economici della parrocchia che, invece, aveva una funzione ben definita in seno ad essa.
Per questi motivi nei primi anni di vita del Consiglio ci fu una certa difficoltà a trovare la sua giusta collocazione, si pensava in effetti, troppo alle esigenze materiali della parrocchia più che a quelle pastorali e spirituali che dovevano essere lo scopo principale della sua attività.
Ad ogni modo, anche se lentamente, nei suoi membri cominciò a delinearsi meglio l’idea di quali dovevano essere le funzioni principali del consiglio. Fu redatto uno statuto e si riuscì così, un po’ alla volta, ad organizzare alcune importanti attività, come: le varie fiaccolate e processioni , la Madonna itinerante nei mesi di maggio e ottobre, le S. Missioni ecc. ecc.
Logicamente c’era e c’è ancora molto da fare ma se nei parrocchiani, come io spero, ci sarà una maggiore volontà e desiderio di partecipare più attivamente alla vita della parrocchia, sono certo che ben presto le cose miglioreranno.
Ecco quindi delinearsi la funzione reale del CPP come organismo di programmazione e di coordinamento di tutta l’azione pastorale della parrocchia in ordine alla evangelizzazione, alla santificazione e alla carità della comunità e dei singoli battezzati. Tutti i parrocchiani sono responsabili – sia pure in maniera diversa – della edificazione e della missione della comunità ecclesiale. Nei laici e quindi in tutti noi, deve maturare la consapevolezza di essere membri vivi della Chiesa e quindi corresponsabili della sua vita e della sua missione. Da ciò nasce la necessità che il parroco dia fiducia ai fedeli laici e li valorizzi, affidando loro precise responsabilità, sia all’interno del Consiglio Pastorale, sia nello svolgimento di determinati servizi pastorali.
Il Sinodo che alcuni anni fa si è svolto in Diocesi così sinetizza i compiti del CPP:
“Compito del CPP è quello di promuovere l’attività pastorale della parrocchia, di trattarne i problemi, di progettarne e verificarne le iniziative, in comunione con il vescovo e sulla base delle indicazioni che provengono dai consigli presbiterale e pastorale diocesani. In particolare, esso ha il compito di elaborare il programma pastorale annuale, tenendo conto delle esigenze e delle necessità locali dei movimenti e dei gruppi parrocchiali e a promuovere la partecipazione di tutti i battezzati alla vita della comunità parrocchiale”.
Questo, a grandi linee, è l’impegno che dovrà farsi carico il nuovo CPP che sarà eletto entro la prima metà dell’anno 2003. L’appello è rivolto a tutte le persone di buona volontà, senza distinzione di età. E’ giunta l’ora di crescere come credenti ed essere sempre più consapevoli della nostra appartenenza ecclesiale.
Paolo Grando
Comunità in dialogo
Il 2003 si preannuncia come un anno di grandi rinnovamenti per la nostra Parrocchia di Faedis.
Sono da poco conclusi i lavori di ristrutturazione dell’impianto elettrico della Chiesa. Contemporaneamente sono iniziati i lavori di rifacimento della “casetta” nel cortile della canonica, destinata a luogo di incontro per i giovani, “Ricreatorio” per i nostri ragazzi .
Sono in fase di progettazione le opere all’interno della Chiesa : ripristino dell’organo, restauro dell’affresco della “Pentecoste” e.. I “lavori in corso” non sono solo quelli legati alle cose ma anche quelli che coinvolgono la programmazione delle attività parrocchiali. Scadono, infatti, i mandati del “Consiglio Pastorale Parrocchiale ” e del “Consiglio Economico” che dovranno essere rinnovati nei primi mesi del 2003.
Grandi mutamenti nella disposizione, nella strutturazione degli spazi e negli orientamenti pastorali stanno coinvolgendo la nostra comunità cristiana. Sono innovazioni fortemente volute da don Gianni e dal “Consiglio Pastorale” per promuovere la crescita della chiesa locale, intesa come comunità, attraverso i valori cristiani della vita in luoghi di incontro piu’ idonei all’accoglienza, all’ascolto ed al dialogo.
L’attuazione dei progetti pastorali avviene attraverso il “Consiglio Pastorale”, strumento necessario a concretizzare, in mezzo alla gente, il senso di comunità che cammina insieme nella consapevolezza della propria appartenenza gioiosa alla Chiesa.
Il “Consiglio Pastorale” ha il compito di far prendere coscienza dei segni e dei fatti che ci circondano per intraprendere, attraverso la lettura del Vangelo, gli orientamenti indispensabili alla difesa ed alla promozione dei valori fondamentali della vita cristiana, per primi la vita e la famiglia.
Anche il dialogo con tutte le forze che operano all’interno della comunità cristiana diventa un momento favorevole per la promozione della coscienza di tutte le realtà locali. Non devono mancare nella nostra comunità occasioni di verifica, confronto e formazione umana.
E’ necessario, pertanto, scoprire e valorizzare quelle persone che sono già impegnate nel sociale, in ambito culturale, politico e sportivo, per far circolare nella nostra comunità cristiana la ricchezza umana accumulata nel corso delle loro esperienze.
Il cristiano impegnato a concretizzare la sua fede nella vita, e’ in grado di assumersi con franchezza e discrezione i compiti di responsabilità e di servizio sia nella Chiesa come nella società.
E.G.