21 Giugno 2010

UMILTA’ E CONOSCENZA

Oggi spesso con arroganza e presunzione si pensa di sapere molte cose, ma non si approfondisce nulla. Molti giovani ne sono contagiati. Spesso non si rendono conto della ristrettezza del loro angolo mentale perché sono illusi dalla mole di informazioni che arrivano da tutte le parti, le quali sono spesso frammentarie e superficiali.

E il disorientamento è quasi globale!!
L’umiltà è impegnativa: ci chiede di riconoscere quello che realmente siamo.
L’autoconoscenza è importantissima perché consente di rimanere nel contesto umile, cioè il più realistico possibile.

Anche se pensiamo di sapere qualcosa non sappiamo quasi nulla!
Soffermiamoci sul solo nostro corpo: cosa conosciamo? Osserviamo alcune parti esterne, ma quando ci addentriamo non conosciamo quasi nulla degli organi, delle cellule o degli atomi che le compongono.
Ogni  organo interno, poi, è di una complessità vertiginosa e tutta l’attività circolatoria, respiratoria, metabolica, ormonale o riproduttiva è quasi completamente inafferrabile dalla nostra mente razionale: una molteplicità enorme di interazioni, biochimismi, attività neuronali od elettrochimiche…

A malapena riusciamo a classificare qualche fenomeno che ci consente alcune diagnosi od altre frammentarie informazioni, appannaggio di alcuni studiosi od esperti del settore…ma poi anche loro si trovano in una marea enorme di dati in continua evoluzione.

In ogni campo dello scibile umano ci troviamo di fronte ad un enorme quantità di limiti. Anche colui che ha dedicato la vita intera ad informarsi su quasi tutto, si rende conto che è appena agli inizi..
La materia, ad esempio, è ancora del tutto sconosciuta. Ancora non siamo arrivati all’ultimo mattone. Si parla di stringhe e bosoni, ma nessuno ha ancora capito in profondità l’essenza della dimensione materiale.

Anche la percezione è molto complessa e la nostra corteccia cerebrale ancora di più.. essa è definibile come il processo psichico che opera la sintesi dei dati sensoriali in forme dotate di significato.
Noi crediamo di vedere la realtà così come appare: ma tutto è percezione e la datità è sempre filtrata dalla nostra mente che usa quel determinato cervello con le sue peculiari caratteristiche ed applica quella mentalità acquisita nel contesto in cui è cresciuto.

I vari fenomeni sia fisici che biologici che si presentano al nostro sguardo indagatore, sono continuamente reinterpretati alla luce di nuove conoscenze.
Per conoscere oggettivamente qualcosa bisognerebbe essere sgombri dai pregiudizi ed avere lo sguardo puro. L’avidità della conoscenza rischia di inquinarla e così subentra la distorsione del giudizio o la presunzione di chi crede di sapere abbastanza, rimanendo fossilizzato nella sua autosufficienza.
Difficilmente riuscirà ad evolversi integralmente chi cova questa presunzione.

Lo Spirito Santo, essendo Colui che dona la vera scienza e sapienza, viene in nostro aiuto, perché noi non sappiamo nemmeno cosa realmente vogliamo.
Agisce se lo lasciamo agire, ma opera meglio nell’umiltà, là dove trova l’anima vuota da ogni forma di desiderio egoistico. In Lui ogni forma di conoscenza assume una luce particolare ed è Lui che dona ogni seme di pura conoscenza.

Pier Angelo Piai