dal Messaggero Veneto del 10/02/03
del prof. Giampaolo Thorel
GIUSTIZIA
Il movimento per la pace
Il movimento per la pace si va estendendo in tutto il mondo. I frutti di persone come Gandhi, Martin Luther King, Romero, Popielusko si fanno sentire e trovano discepoli sempre più convinti e convincenti. Secondo dom Helder Camara, la violenza non è una soluzione per ottenere il cambiamento delle strutture ingiuste nel mondo. Rischia di provocare guerre imperialistiche fra Stati o guerre civili che sfociano nella dittatura e nella repressione.
Il problema non sta nel cambiare qualche dirigente o capo di Stato o nell’operare con forza e dall’alto le trasformazioni. Bisogna al contrario cercare il mezzo per ottenere un mutamento delle strutture ingiuste con una pressione morale liberatrice, creare nell’opinione pubblica un movimento potente, che abbia una forza morale sufficiente per scuotere il mondo e i popoli.
I dieci comandamenti della non-violenza brasiliana meritano di essere ritrascritti e meditati:
1) Non uccidere mai.
2) Non ferire mai con parole o atti.
3) Essere sempre uniti.
4) Non fuggire, non rinunciare.
5) Agire con fermezza permanente.
6) Saper rischiare la vita. Superare la paura della morte.
7) Non dissimulare (la non violenza non può essere clandestina. Negherebbe se stessa poiché tutta la sua forza viene dalla verità).
8) Guardarsi dall’odio. Pregare per i nemici.
9) Purificarsi costantemente.
10) Disobbedire alle leggi e agli ordini che vogliono distruggere il popolo e le sue organizzazioni.
Paradossalmente, la repressione, accanendosi ferocemente contro i popoli più deboli, ha stimolato la ricerca di nuove forme di lotta. Vincendo la complicità o il fanatismo, le popolazioni oppresse scoprono le proprie possibilità d’azione, la loro capacità di iniziativa attraverso la resistenza non violenta.
La non-violenza opera con ciò che è debole; il popolo oppresso sperimenta che è capace di formare un contropotere rimanendo unito nella non-collaborazione con il potere oppressore. Questo spirito non-violento deve permeare ogni popolo oppresso, senza distinzione ideologica. Diventa credibile quanto si contrappone a ogni ingiustizia o prepotere sia a oriente sia a occidente. Desta perplessità qualora manifesti solo in una direzione, per interessi di parte.
Ben venga, perciò, il movimento per la pace mondiale e si lotti veramente per la giustizia e la solidarietà per i popoli maggiormente oppressi.
Professor Giampaolo Thorel
Udine