dal Messaggero Veneto del 16/02/03
di Giorgio Lago
DALL’ANAS AI FARMACI
CORRUZIONE A VALANGA
di GIORGIO LAGO
E’ una storiella che mi riportò Piercamillo Davigo, magistrato molto bravo, ex pubblico ministero di Mani pulite e oggi giudice. L’aveva presa da uno scrittore russo che, ai tempi in cui si metteva già male per l’Unione Sovietica, riferiva Rdi un incontro tra un pessimista e un ottimista. «Non potrebbe andar peggio», diceva il pessimista. E l’ottimista: «Ma sì che può». Basta girarsi intorno, tra un’inchiesta e l’altra, per essere ottimisti come nella barzelletta circolante nella vecchia Urss.
Ebbene sì, si può anche andar peggio; la corruzione può aumentare, anzi sembra rinata come ai bei tempi di Tangentopoli. A un decennio di distanza, si registra per di più un ulteriore balzo in avanti nei grandi numeri: l’inchiesta milanese sugli appalti Anas è partita con 31 arresti mentre, nell’aprire il fascicolo sanità, la Procura di Verona ha indagato tremila persone per i presunti premi sui farmaci. Se le accuse saranno dimostrate, minimo minimo vuol dire che la storica Tangentopoli non ha insegnato nulla e che è costume esattamente come allora. Un fenomeno di massa, a vagonate.
Oggi la gente vede meno la presenza dei partiti, i quali sembrano agli stessi studiosi meno partiti di una volta, più partiti elettorali che partiti organizzati. Ma, forse, ci stiamo sbagliando tutti di grosso se il funzionario che ha fatto saltare per aria i compartimenti Anas di Milano, Torino e Palermo ha potuto mettere nero su bianco per i magistrati che adesso come sempre chi non è legato a un partito non conta nulla.
Mani pulite aveva avvertito in tempo che bisognava mettere mano a un sacco di cose per evitare il ritorno in grande stile della corruzione. Meno leggi ma chiare, con livelli di potere radicalmente semplificati e il più possibile palesi.
Meno burocrazia, meno uffici, meno pratiche, meno funzionari, meno passacarte e inutili mezze maniche che si mettono di mezzo e che, sul loro tavolo, possono fermare qualunque pratica. O farla volare.
L’Anas non è malvagia per atto pubblico di nascita. Ma da sempre è il monumento alle tentazioni dei vampiri privati, la macchina più discussa degli appalti pubblici. Paradossalmente, ha tante regole da consentire infinite vie per evitarle .
Stando all’inchiesta, deve essere un ente così abbordabile da ispirare tenerezza perfino nei corruttori. Un indagato intercettato ha carabinieri ha detto: « Come Robin Hood togliamo ai ricchi, l’Anas, per dare ai poveri, noi». Noi, cioè un cartello di 27 imprese.
Il dramma è che l’Anas non rappresenta affatto i “ricchi”. Semmai, la corruzione impoverisce i cittadini per ingrassare funzionari e aziende siamesi.
Questi non sono scandali neutri . Segnalano al contrario forme di degrado strutturale, tendenzialmente cronico per un paese.
Ha ammesso, quasi sconfortato, l’ex procuratore di Milano Borrelli che Mani pulite riuscì a potare la pianta della corruzione, finendo però per rinvigorirla e per preparare una nuova fioritura. Con qualche record non facilmente superabile, aggiungo; basti pensare che durante l’ultima alluvione in Lombardia vennero giù frane su ordinazione!
Facevano rotolare con i propri mezzi camionate di sassi per presentarsi il giorno dopo a ottenere l’appalto dei lavori di sistemazione della strada interrotta. Ma ci rendiamo conto? E magari, se invochi più galera, passi seduta stante per giustizialista.
L’inchiesta sulla sanità svela un habitat anche più imbarazzante e odioso. Odioso perché tutto ciò che in qualche modo abbina la salute alla corruzione in contanti meriterebbe da solo l’undicesimo comandamento di Dio. Non sfruttare. Imbarazzante perché riguarda una professione molto etica, professionisti di primissimo piano, gente di meritata fama, tecnologia d’avanguardia, aziende di livello mondiale. Qui lo sputtanamento è lunare; i danni collaterali enormi, perché va in sofferenza uno dei beni più preziosi della comunità.
La fiducia del malato nel medico, sublimazione della stima. Non vorrei essere in questo momento uno dei tantissimi bravi medici per bene: di fronte a certi scandali, dovrebbero costituirsi parte civile in massa.
Siamo messi male. Al mercato globale si vende e si compra tutto, frane e valvole per il cuore, strade e farmaci di grido. Non corriamo il pericolo di dividerci in Italia di serie A e Italia di serie B: tanto, siamo tutti in B.
Meno male che un giorno arriva un condono, un giorno un indultino. Meno male che l’80 per cento dei reati e il 94 per cento dei furti restano impuniti. Se così non fosse non si saprebbe dove custodire questa slavina di corruzione.
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