29 Aprile 2013

AMATEVI GLI UNI GLI ALTRI

QUINTA DOMENICA DI PASQUA –
Anno C

At 14,
21-27 – Ap 21, 1-5 – Gv 13, 31-32. 34-35

 

 

 Vi do un
comandamento nuovo.
E con queste parole accende il cuore del cristianesimo,
la stella polare sul nostro viaggio verso cieli e terra nuovi. Incamminati
anche noi sulla sua strada, domandiamo perdono e coraggio.

Dice l’Apostolo: la carità non
avrà mai fine.
Per tutte le volte che in noi
l’amore è finito, finito l’olio della lampada del cuore,
Kyrie
eleison

Come io vi ho amato così
amatevi anche voi.
A modo nostro, con le nostre
regole, con le nostre scuse, abbiamo qualche volta amato, qualche volta
sbagliato, per questo
Kyrie eleison

Signore, tu hai detto: “Se
avete amore sapranno che siete miei discepoli”.
Se nessuno si accorge che siamo cristiani, se siamo invisibili perché
non portiamo i tuoi segni,
Kyrie eleison.

 

OMELIA

E’ stata proclamata una di quelle frasi che
sono come il marchio di fabbrica, la griffe, il logo di Gesù: “Vi do un
comandamento nuovo
: come io ho amato voi così amatevi anche voi gli
uni gli altri”.
Parole infinite, più grandi di noi, che non riusciamo a
circoscrivere con le nostre parole che balbettano soltanto.

Addentriamoci in questo vangelo, ma come in punta di cuore.

 

1- Il primo passo è entrare nell’aria, nell’atmosfera in cui tutto si
muove e respira:
Come io ho amato voi”. Siamo immersi in un mare d’amore e non ce ne rendiamo conto. L’amore
non comincia da me, ma da un Altro, io lo ricevo, lo accolgo, mi lascio
abitare. Il cristiano è l’
amato che diventa amante.

Io ho amato voi: e non è un premio per la mia buona condotta, ma un regalo, un dono
senza perché. L’amore di Dio è la rosa senza perché, fiorisce perché fiorisce.

L’amore è la materia di cui è fatto Dio. Che io sia amato non dipende
da me, dipende da Lui. Non sgorga dalla mia bravura, dalla mia generosità, dal
mio impegno.

Amore inizia come amore passivo. E ci pare poca cosa, un amore passivo,
perché noi vogliamo essere quelli che decidono, determinano, padroni della
vita. Ma ad
amare il cristiano
impara lasciandosi amare. Io sono un amato che diverrà amante.

 

2- Il secondo passo sta in un piccolo avverbio, “come io”, la parola rivelatrice è ‘come’. Gesù non dice: amate quanto me, questo è impossibile all’uomo, il confronto ci schiaccerebbe.
Nessuno mai amerà quanto Lui. Dice: “
amate come me”, con quello stile che io vi ho mostrato:

Un amore che non chiude mai nel passato, ma libera e manda avanti.

Amore creativo che inventa gesti che nessuno aveva mai compiuto. Che lascia le 99
pecore per una sola, cha ama i nemici. Che inventa l’impensabile della croce.

Amore fragile e indomito, mite come
agnello e forte come la morte.

Amore che perdona settanta
volte sette,
perdona tutti ma non giustifica tutto. Non legalizza l’ipocrisia dei sepolcri imbiancati. Comprende e cura
la mia fragilità, lo stoppino fumigante, la sincerità del cuore, ma non la
falsità dei pii e dei potenti.

Ama il
giovane ricco, ma abbatte l’idolo del denaro.

Ama ogni uomo, ma se un uomo aggredisce un
piccolo, un bambino, un povero, Gesù evoca immagini potenti e dure come una
macina al collo.

Amore fiducioso che accoglie Nicodemo che va da Lui di nascosto. Che rispettando le
sue paure lo fa coraggioso al punto di reclamare da Pilato il corpo del
Crocifisso.

Amore intelligente, che sa leggere dentro Pietro quando gli domanda: “Simone,
mi ami?
E non mi
importa di ieri, né di quella notte attorno al fuoco, quando hai avuto paura di
una serva”.
Amore che legge la primavera del
cuore e non i suoi inverni!

 

3 – Il terzo passo per cogliere qualcosa del messaggio di Gesù sta
nell’espressione ribadita tre volte: “
gli uni gli altri”: che dona infiniti oggetti d’amore, che non esclude nessuno.

E se io, se tu escludi qualcuno, per qualsiasi motivo, religioso,
culturale, morale, in quel preciso momento tu escludi non l’altro ma te stesso
dalla comunione di Dio.

E guai se ci fosse un aggettivo a qualificare chi merita il mio amore e
chi no, ricco o povero, straniero o italiano.  E’ l’uomo. Ogni uomo, perfino l’inamabile.

Amatevi gli uni gli altri” significa
amare nella reciprocità. Io a te, tu a me. Non basta solo un amore unilaterale.
Perché la felicità di questa vita si pesa sulla bilancia del dare e del
ricevere amore.

 Io so che amare basta a
riempire una vita, ma ho visto anche che amare riamati basta per molte vite.

La profondità dell’amore non sta solo nel fare
la carità all’altro, ma nell’andare dall’altro per ricevere da lui. Mi avvicino
povero alla tua ricchezza: ho scoperto la tua bellezza, i tuoi doni e mi lascio
istruire e arricchire. E mi accosto a te come a una fontana di idee, di
emozioni, di valori, come a una sorgente.

Anche i due sposi devono amarsi così, ciascuno
maestro dell’altro. Così due amici, così figli e genitori, così la Chiesa,
maestra ma anche discepola di tutto ciò che di bello nel mondo viene creato e
scoperto; che riceve, come fecondazione e come benedizione, le ricchezze e le
domande dell’umanità.

Amatevi gli uni gli altri” : non si ama l’umanità in generale, di un amore telescopico che vede
solo lontano, vede i bambini dell’Africa e non chi ci cammina a fianco. Si
amano le persone una per una, storia per storia, viso per viso, chiamandole per
nome.

 

Il contrario dell’amore non è l’odio. L’odio è una variante impazzita
di un cuore passionale. Il contrario dell’amore è l’indifferenza, il gelo, che
fa sì che per te l’altro neppure esista, che l’altro non sia nulla.            L’indifferenza è la linfa oscura del male, il sangue oscuro della storia:
nel nostro mondo, nella nostra città, nella nostra famiglia. Quando non ti
tocca né il povero sul marciapiede né i centomila morti della Siria. Quando non
vedi né una mano tesa in silenzio né ti importa di un mare di sangue che ci
assedia.

E quando l’amore rimane sterile? Lo mostra
Paolo nella seconda Lettura, uno dei suoi testi immortali. Puoi fare le cose
più straordinarie, conoscere tutte le lingue di tutte le tribù della terra,
dare in cibo i tuoi beni, consegnare il tuo corpo alla causa, ma se lo fai
senza amore, sei solo un trombone di latta, una delle tante cavie
rivoluzionarie, o un cacciatore di farfalle, un illuso.

L’amore è vero quando è il progetto di fondo, il centro di gravità
della vita, non un fatto episodico. L’amore fortuito, la carità occasionale o
casuale può farla anche un delinquente. Perfino un assassino è capace di un
gesto d’amore per caso.

Ma l’amore è vero quando è l’obiettivo quotidiano, il collante dei
giorni, e tu sei come in agguato perché non ti sfugga nessuna occasione di
ricevere e dare amore.

Amatevi anche
voi…
Gesù non è rimasto solo al centro delle sue
immense parole, è diventato sorgente ed orizzonte, strada e vento alle nostre
spalle.

Allora dagli angoli del creato, dai luoghi più nascosti, salgono ancora
gesti e audacie di discepoli che osano essere come Lui,

che eternamente altro non fa che considerare ogni uomo più importante
di se stesso, Lui che non è amore, è esclusivamente amore.

 

Preghiera
alla Comunione

 

Donami amore, Signore,

 perché senza amore non vivo.

Donami amore

che come il vento del mattino

ripulisca le ombre del cuore e
addolcisca lo sguardo.

 

Donami amore

che aggiunga speranza quando
la speranza muore

e mi liberi dalle false luci
che bruciano ma non riscaldano.

Donami amore

che raccolga tutte le
preghiere strappate dal cuore,

che riavvicini tutte le strade
incapaci di ritrovarsi.

 

Donami amore

che riduca la distanza dalle
altre  creature

che liberi da rovi e pietre i
sentieri degli amici.

Donami amore,

quando il passato mi
riassorbe,

quando la carne è triste,
mentre tu attendi la mia fioritura.

 

Donami amore,

Tu che eternamente altro non fai

che considerare ogni uomo più
importante di te stesso.

Signore io sono quell’uomo.

Io, amato per sempre. Io, un
uomo grato! Amen

 

p.Ermes Ronchi