13 Agosto 2015

LA LIBERTÀ È LA RESPONSABILITÀ PIÙ GRANDE CHE DIO CI HA DATO

LE CATECHESI DI DON VINCENZO CARONE

Cos’è la libertà? È la facoltà della libertà a scegliere. Quando la
libertà sceglie bene? quando sceglie il bene, perché la scelta del bene è
la struttura dell’amore, volere e scegliere il bene. Noi ci troviamo in
una condizione particolare, e cioè che la nostra natura è corrotta dal
peccato; sia le facoltà dello spirito come quelle della carne, sono
propense piuttosto a non scegliere il bene perché tutti i movimenti
della nostra natura dipendono dalla libertà.

Ovviamente ci sono alcuni
movimenti che non dipendono dalla libertà, ma di questo non siamo
responsabili, per esempio il fegato, lo stomaco, il cuore. Le azioni che
dipendono dalla libertà, e quindi dalla scelta, sono tutte le altre
azioni, che non sono vincolate dalla natura ad agire in un modo proprio
naturale, secondo i propri organi.

Siccome noi ci siamo trovati
purtroppo con la nostra libertà schiava del male, il male, una volta
scelto, non costituisce l’amore, e guasta la nostra identità, attenta
alla nostra identità che siamo ad immagine e somiglianza di Dio, che è
amore. Dunque la corruzione del peccato, inducendoci a scegliere non il
bene ma il male, attenta all’identità della nostra natura di essere ad
immagine e somiglianza di Dio, figli di Dio e quindi creati per Iddio.

Vedete un po’ come la scelta del bene o del male è molto importante
nella vita dell’uomo e della donna. Però bisogna che io distingua la
libertà psicologica e la libertà morale. La libertà psicologica è la
libertà nelle sue attività psicologiche, invece quella morale è
l’attività della libertà nella scelta del bene o del male. Quindi la
libertà è libera psicologicamente o a scegliere il bene o a scegliere il
male. La scelta del bene o del male dipende dalla libertà.

Quindi noi
ci troviamo, per il peccato originale, nella corruzione del peccato, per
cui tutte le facoltà, quelle che sono dipendenti dalla libertà, sono
propense a scegliere il male, cioè il non bene. Questa propensione a
scegliere il male e non il bene ha reso l’uomo e la donna schiavi del
male, che viene scelto in forza della corruzione del peccato che è nella
nostra natura. Il Padre Celeste ha mandato suo Figlio sulla terra per
liberarci dal male, e dare di nuovo la disponibilità alle nostre facoltà
dello spirito: intelligenza e volontà, a scegliere la verità, e a
scegliere il bene.

Ovviamente la volontà e la libertà devono scegliere
il bene, ma il bene non si può conoscere se l’intelligenza e la ragione
non conducono alla verità. Allora il Signore Gesù è venuto sulla terra a
liberarci sia dalla menzogna, che dalla malizia; e poiché satana è il
menzognero, malizioso, è la malizia personificata, è venuto sulla terra
per liberarci da satana, e quindi dai suoi collaboratori: il mondo che
rifiuta Cristo, e di conseguenza l’Io. Per cui Gesù è venuto a
liberarci.

Lui è il nostro liberatore. Badate, liberaci dal male vuol
dire darci di nuovo la possibilità di scegliere il bene, di amare, e
quindi di recuperare la nostra identità di essere ad immagine e
somiglianza di Dio, figli di Dio, e poter conseguire così l’eredità
eterna dei figli di Dio cioè il Paradiso. Quindi, il Padre Celeste ha
mandato suo Figlio per liberarci. Gesù è il Liberatore. Sì, è il
Liberatore dal male della mente, dell’intelligenza, cioè della menzogna,
dal male della volontà, e della malizia. Però noi ci troviamo dinanzi
ad una situazione particolare: satana e Cristo, tutti e due sono
liberatori: uno vero e l’altro falso.

Il Liberatore vero che è Cristo, è
venuto per liberarci dalla menzogna e dalla malizia, per recuperare la
nostra identità di essere ad immagine e somiglianza di Dio, figli di Dio
e quindi eredi del Cielo, per ricongiungerci al Padre in Paradiso;
l’altro invece, satana, anche lui è liberatore ma falso, in quanto ci
vuole liberare secondo lui: dalla schiavitù dell’amore di Dio, e quindi
far ritenere che quello che pensa la mente è vero, quello che pensa la
volontà e la libertà è bene. Quindi lui, satana, ha voluto così
psicologicamente fare intendere che tu, intanto sei libero, in quanto
puoi fare quello che vuoi, puoi pensare come credi, e senza dipendenza
da nessuno.

Quindi l’indipendenza dalla verità e dal bene e quindi
dall’amore, questa indipendenza, è presentata come negazione di Dio e
dell’uomo. Badate, satana è molto abile a giocare sulla libertà
psicologica che confonde con quella morale: tu sei libero di fare quel
che vuoi, va bene, questa è la libertà psicologica, perché difatti noi
psicologicamente siamo liberi di scegliere il bene e il male. Questa
libertà psicologica, liberi di scegliere il bene o il male, satana la
trasferisce come norma del comportamento morale: se tu sei libero di
scegliere il bene o il male, perché non devi scegliere il male e devi
per forza scegliere il bene?

Questa dipendenza a scegliere il bene non è
secondo la tua psicologia, non è secondo la tua natura.
Quindi tu resti
schiavo della dipendenza da Dio. Ma il trucco qual è? Il trucco è
questo: questa indipendenza psicologica da Dio, quindi dalla verità e
dal bene, si collega strutturalmente proprio con l’Io, il quale è
corrotto dal peccato; per cui la libertà psicologica, che rifiuta la
verità e rifiuta il bene, non può non cadere se non nella corruzione del
peccato, per questo motivo l’Io non avendo Dio presente, ma ritenendo
soltanto gli impulsi che vengono dall’Io corrotto dal peccato,
ovviamente sceglie secondo satana: il male e non il bene.

Quindi lui in
questa maniera vuol fare intendere: io ti libero, non Cristo, lui è il
vero liberatore, dice satana, non Cristo. Però c’è questo: facendo come
ci pare e piace, secondo gli impulsi che vengono dall’Io che è dominato
da Satana e dalla corruzione del peccato, ovviamente noi perdiamo la
nostra identità che è fatta per amare Dio e il prossimo; l’Io corrotto
dal peccato, una volta che non ci fa vedere ciò che è vero e ciò che è
bene, ci fa scegliere arbitrariamente secondo come l’Io suggerisce, e
così siamo soddisfatti, senza per niente prendere coscienza della
corruzione del peccato; e cioè del vincolo che abbiamo con satana per il
peccato: e senza vedere la conseguenza delle scelte che potrebbero
portarci alla rovina eterna.

Il punto essenziale è questo: questa
libertà psicologica nega Dio, perché Dio è l’unico Signore al quale
dobbiamo ubbidire; quindi la libertà psicologica nega l’identità
dell’uomo il quale è servo di Colui che l’ha creato; il servo è colui
che fa la volontà del padrone, come?; la nostra natura è serva delle
leggi naturali: il cuore, il fegato, tutto il resto; e quindi noi
naturalmente dobbiamo essere sottomessi alle leggi naturali, siamo servi
delle leggi naturali anche se involontariamente. satana nega che noi
dobbiamo servire la verità e il bene, che dobbiamo essere sottomessi e
quindi nega Dio.

Questa indipendenza assoluta può diventare convinzione:
posso pensare come voglio io, posso volere come voglio Io, non devo
essere dipendente da nessuno; non devo dipendere da Dio, né dalla
Chiesa, né dalle leggi divine e umane, né dai genitori, da nessuno, ma
devo fare quello che mi pare e piace. Questa indipendenza è ateismo
pratico; nega la servitù dell’uomo e della donna a Colui che li ha
creati e redenti, si fa padrone assoluto di sé; lui è il signore di se
stesso, questo si chiama Relativismo: la verità e il bene è relativo
soltanto al mio Io. Il relativismo per sé è ateismo, è negazione della
dipendenza dalla verità assoluta che è Dio; inoltre fa ritenere come
verità assoluta quella che viene dal proprio Io.

Ci può essere l’ateismo
nella verità: secondo me il Papa, i Vescovi hanno sbagliato perché
hanno detto questo, ma questo qui non è giusto, giudicano la verità, e
ritengono che la verità della propria mentalità sia quella vera. Costoro
stanno scivolando nell’ateismo, perché in questa maniera considerano
l’Io il vero padrone della propria mentalità, della propria volontà, dei
propri comportamenti. Tanti hanno capito che in Cristo sono stati
liberati dall’orgoglio, dall’impurità, però non rimangono pienamente
liberi: sguardi, pensieri, affetti che vengono, scappano, si nascondano,
ora si tolgono, ora vengono. È chiaro che questo modo di vivere, di
sopravvivere spiritualmente, è sempre in questa chiave di altalena
rispetto al liberatore, o Cristo o satana; rende l’anima stanca di
camminare così.

È un relativismo spirituale che distrugge completamente
l’identità del cristiano, del sacerdote, dell’anima consacrata. Per cui
alla fine cosa succede? Che camminano come viene, e quindi ci
abbandoniamo all’Io e a satana. La stanchezza è una maniera con cui
satana ti prende per mano per tirarti all’Io, e fare come dice l’Io,
cioè come pare a lui.

A volte satana è molto abile, non propone sempre
la menzogna e la malizia, ma a volte per destabilizzare un bene propone
un altro bene; a un sacerdote per es. propone la famiglia al celibato; a
una donna, a un uomo, sposata propone l’amicizia con un amico. Questo è
lo stile del relativismo finale di satana: proporre a un bene che lui
vuole togliere, un altro bene che però, suggerito da lui, destabilizza
la volontà di Dio del soggetto.

Qual è più grave: il relativismo o
l’indifferentismo? Il relativismo, perché l’indifferentismo è
conseguenza del relativismo. Il padre dell’indifferentismo è il
relativismo, perché prima io non ritengo più Dio mio Signore, per cui
sono indifferente ad ascoltare la sua Parola, a fare i suoi comandi.

Per
scegliere l’amore vero, Dio; per andare in Paradiso, bisogna che noi
scegliamo i comandi di Dio. Quindi, la libertà morale si ha nella scelta
dei comandi del Signore. Senza l’una e l’altra non possiamo salvarci né
andare in Paradiso.

Don Pierino