ASSUNZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIA
Ap 11, 19a; 12, 1-6a.10a ; 1 Cor 15, 20-26 ; Lc 1,
39-56
Gli Orientali chiamano questa festa la festa la Pasqua
d’estate, dopo la Pasqua di primavera, che è la risurrezione di Gesù. Chiediamo
al Signore di essere anche noi creature incamminate verso la nostra
risurrezione, peccatori eppure incamminati, pellegrini tenacemente in cammino,
senza rimpicciolire mai la nostra parte di cielo.
Signore, che in santa Maria mostri l’immagine del
nostro futuro, per quando abbiamo
dimenticato la meta del nostro pellegrinaggio, che sei tu Kyrie eleison
Signore, che in santa Maria ci mostri che il segreto
della nostra vita è oltre noi, per
quando mi sento il centro del mondo, Kyrie eleison
Signore, che ci liberi dal male, per le nostre esistenze senza coraggio nell’opporci
al male, Kyrie eleison.
OMELIA
Maria assunta in cielo,
in anima e corpo, ci rivela che nella
sua e in ogni vita agisce una forza misteriosa che ci attira verso l’alto. Non
c’è solo la gravità verso il basso, ma una gravità verso l’alto. La vediamo
nella fiamma della candela, nelle maree, nei vulcani, gli alberi, nel filo
d’erba. Nella andatura eretta dell’uomo, nello sguardo che punta istintivamente
verso l’alto. Anche noi sollevati, anima e corpo e cuore, come santa Maria.
Assunta in cielo in anima e corpo: e allora il paradiso non
è una terra senza volti, ma è abitato dalla bellezza luminosa di volti e di
corpi amati. Ricordo una espressione forte di p. Turoldo: se nel tuo Paradiso non mi fai ritrovare mia madre, tieniti pure il tuo
paradiso per te. Il cielo è un luogo pieno di volti e di bellezza di corpi.
Festa del corpo, oggi.
L’Assunta è segno di consolazione e di sicura speranza. Noi usiamo dire: finché c’è vita
c’è speranza. Ma questo proverbio è da rovesciare. Succede esattamente il
contrario: fino a che c’è speranza c’è vita. Fino a che abbiamo progetti,
attese, sogni e voglia di piantare alberi, la vita avanza, altrimenti si
arrende.
E la speranza è la testarda fiducia che il fine della
vita sarà buono, sarà felice.
“Vidi una
donna vestita di sole, era incinta e gridava per le doglie del parto!” Chi
è? È Maria, è la chiesa, è l’umanità, sono io. Tutti chiamati a vestirci di
luce, donare vita, coraggiosi contro il male. La nostra missione è in
queste tre parole: Indossare la luce, donare vita, lottare contro il male!
È il destino dell’umanità e il mio, di questo piccolo
cuore ancora vestito d’ombra ma che ha fame di sole.
L’uomo è una goccia di luce
racchiusa in un petalo di fango, voi
siete la luce del mondo, un seme di luce racchiuso in un guscio d’argilla.
Questo seme di luce è un pezzetto di Dio in noi. Da salvare a tutti i costi.
Dove corri? Non lo sai che
il cielo è in te.
Permettetemi una confidenza.
La prima preghiera che io faccio ad ogni risveglio: Signore metti Luce nei miei
pensieri, luce nelle mie parole, luce nel mio cuore. Luce per scegliere, luce
per incontrare, luce per vedere la bellezza delle cose e dei volti.
Indossate le armi della luce, scrive Paolo. Essere un pugno di luce lanciato in
faccia al mondo. Non di fango, di luce.
– Seconda immagine:
vidi una donna incinta che stava per partorire.
Immagine di ciò che dobbiamo fare: sostenere,
confortare, proteggere ogni germoglio di vita. Specialmente la vita debole,
quella degli ultimi della fila. Con tenerezza. Anzi con combattiva tenerezza.
– ed è la terza immagine: il grande drago rosso. Il
drago è il male nelle sue innumerevoli forme, nelle mille incarnazioni che oggi
assume. Il male è questo spreco di morte nel mondo. La morte per guerra, per
depressione, la morte per strada, la morte nelle case, nei barconi dei profughi,
nel fondamentalismo islamico del Medio Oriente, che è una bestemmia contro Dio
e contro l’umanità.
A cominciare da me, io mi oppongo al male, alla
disonestà, all’imbroglio. Io mi impegno anche se altri non si impegnano. Con la
fiducia di chi sa per fede che il mondo
non finirà stritolato dalla violenza del drago. La bellezza della Donna
vestita di sole, il seme di luce che c’è nell’umanità, la forza di attrazione
che ci solleva, sono più forti, per grazia di Dio, della violenza di tutti i
draghi della storia.
Poi la pagina del Vangelo, la sola scena in cui
protagoniste sono due donne: Maria ed Elisabetta, senza nessun’altra
presenza che non sia quella del mistero di Dio pulsante nel loro grembo di
madri.
Ascolto la prima
parola di Elisabetta: “Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del
tuo grembo”. Elisabetta significa
“Dio mantiene il suo giuramento” e quale questo giuramento? Quello che
Dio non revocherà mai più è la prima parola detta su
Adamo ed Eva, nel primo capitolo del primo libro della Bibbia: “ e Dio
li benedisse” (Gen,1,28).
Il prima parola di Dio su di
noi è una benedizione, non dimentichiamolo mai: noi siamo benedetti, dal
principio benedetti, in ogni debolezza benedetti. Elisabetta rilancia il
giuramento di Dio, lo estende su Maria e da Lei su ogni donna, su ogni uomo, su di te, su di me.
E ci insegna il
dialogo vero, che nasce quando dico all’altro: che tu sia benedetto. A
chi mi sta vicino, a chi condivide strada e casa, a chi mi porta un mistero, a
chi mi porta un abbraccio, dire stasera prima di addormentarci, o domattina al
risveglio: che tu sia benedetto, Dio mi benedice con la tua presenza, possa
Lui benedirti con la mia presenza.
Ricordate
l’ascensione di Gesù: li condusse fuori verso Betània e, alzate le mani, li
benedisse. Mentre li benediceva, si staccò da loro. Una lunga benedizione che rimane sospesa in eterno
tra cielo e terra.
La
maledizione non appartiene a Dio, dobbiamo ridirlo forte. Io so bene che non
sono degno di essere benedetto, eppure Lui mi benedice, così come sono, e mi
augura il bene: nelle mie amarezze e
nelle mie povertà io sono benedetto, in tutti i miei dubbi benedetto, nelle mie
fatiche benedetto…
Poi la prima
parola di Maria: L’anima mia magnifica il Signore! Che mi piace tradurre così: cerco nel cuore le più
belle parole, le migliori che ho, le più belle che so. Elisabetta ha iniziato a
battere il ritmo dell’anima, e Maria è diventata musica e canta.
Canta perché ha capito che
Dio agisce nella storia non con le gesta spettacolari di grandi eroi, ma
attraverso il miracolo umile e strepitoso della vita: un ventre che lievita,
una ragazza che dice sì, un grembo spento che fiorisce e in cui danza di gioia
un bimbo di sei mesi. Siamo tutti schegge, scintille di questo miracolo di Dio.
Santa Maria assunta
in cielo, vittoriosa sul drago, fa scendere su di noi una benedizione di
speranza, consolante, su tutto ciò che rappresenta il nostro male di vivere:
benedizione sugli anni che passano, sulle tenerezze negate, sulle solitudini
patite, sul decadimento di questo nostro corpo, sulle sofferenze dei nostri
cari, sul nostro piccolo o grande drago rosso, che però non vincerà, perché la
bellezza è più forte della violenza.
Santa Maria ci aiuti ad abitare la terra come Lei:
portati dalla speranza, sollevati verso l’alto da un futuro di cielo che già
cresce e si arrampica in questo nostro cuore, come un germoglio di luce.
Preghiera
alla Comunione (P.
G. Vannucci)
Benedetta Tu fra le donne
che sono tutte benedette.
A tutti i frammenti di
Maria, a tutti gli atomi di Maria
sparsi nel mondo e che hanno
nome donna,
rivolgiamo oggi la benedizione del cielo.
Ave, o donna, che tu sia
piena di grazia,
che con te sia la forza
dello Spirito Santo.
Che sia benedetto e benefico
all’umanità
il frutto del tuo grembo, il frutto delle tue
azioni.
Che tu possa pacificare la
terra, riconciliare i fratelli nemici,
far risorgere Abele, cancellare Caino, ricondurre tutta la
terra al Padre,
nell’amore del Figlio, nella
grazia dello Spirito. Amen
Ermes Ronchi