IMMACOLATA CONCEZIONE DELLA
VERGINE MARIA
Gn 9a-b11 ; Ef 1, 3-6.11.12 ; Lc1, 26-28
Immacolata Concezione di Santa Maria, festa della Madonna, ma non si tratta di conservare
il passato, bensì di realizzare le sue speranze. Santa Maria è il presente,
realizzato, del nostro futuro: “tutti scelti per essere santi e immacolati
davanti a Dio”. Iniziamo riconoscenti, perché tutto è grazia, dono e perdono, che
ridanno luce al cuore.
Dice il Signore ad Adamo e Eva: che cosa avete fatto? Signore, spesso non so perché compio certe azioni, ci
resto male io per primo, per questo manda ancora la tua grazia e perdona. Kyrie
eleison
Porrò inimicizia tra il serpente e la donna. Signore mi manca il coraggio di essere davvero nemico
del male, quando lo vedo all’opera. Per questo manda ancora la tua grazia e
perdona. Kyrie eleison
Dice Paolo: Il Signore ci ha scelti per essere santi e
immacolati al suo cospetto, noi,
invece ci preoccupiamo di come apparire davanti agli uomini. Per questo manda
ancora la tua grazia e perdona. Kyrie eleison
Omelia
La
festa della speranza: dal giardino dell’Eden arriva fino a noi, dentro la
disgrazia, un annuncio di grazia “il male non vincerà”. Senza ingenuità, ma con
forza assicura: sarà la stirpe della
donna a vincere, il male è perdente.
Il
male è in basso, rispetto a te, come il serpente, non è alla tua altezza; è
dietro di te, come chi insidia il tallone, è in ritardo sul tuo cammino; ti può
ferire, ma solo ferire. Non arriva al cuore dell’uomo, nel cuore c’è una
grazia: l’inimicizia con il male.
Io
sarò ingannato, sarò colpito, sarò anche impaurito dal molto male, qualche
volta cadrò, ma non sarò mai amico del
Nemico dell’uomo, nella sincerità del mio cuore non sarò mai amico della
violenza e della menzogna, mai amico dell’offesa e del disamore.
Questa
è la grazia ereditata da Eva e da Adamo.
A
Caino Dio poi confermerà: il male è
accovacciato alla tua porta, ma tu lo puoi dominare. Tu puoi opporti e
vincere. Tu puoi dominarlo.
Il
nostro modo di essere immacolati
comincia con il custodire un cuore nemico dell’ombra, nemico del male.
In
questo conflitto infinito, il nostro Dio, sempre così spiazzante e sorprendente
nelle sue scelte, decide un ricominciamento, l’incarnazione.
L’icona bella e grande che
vedete a fianco dell’altare illumina non solo il vangelo di oggi, ma è il perno
attorno al quale danzano passato e futuro. Nella tradizione orientale sta in
tutte le iconostasi come la porta per passare dalla navata all’altare, è la
“porta del tempo”. L’angelo è vestito con i colori che assume la luce dell’alba
e dell’aurora, i colori dell’inizio; ha i piedi sollevati, come in un volo,
come in una danza; la destra nel gesto bizantino della benedizione; porta il
lungo bastone simbolo dell’autorità, del messaggero, del pellegrino.
Maria in piedi, più in alto
dell’angelo, vestita di rosso e blu, ha già il bambino simbolicamente sul
cuore, mentre le sue mani reggono un lungo filo rosso che sta filando, è la
porpora della carne e del sangue con cui intesserà per nove mesi nel suo grembo
l’umanità di Dio-con-noi. Tesse la
veste di carne per il re , veste di porpora per era il colore che solo il re
poteva indossare. Lui sarà il volto alto e puro dell’uomo!
La
prima parola dell’angelo ha dentro il seme della gioia: ‘rallegrati, Maria’. Non
uno spento saluto, ma un imperativo, un ordine: kaire, gioisci, sii felice.
Dentro
vibra una nota, un profumo, un sapore buono e raro che tutti, tutti i giorni,
cerchiamo: la gioia. L’angelo non dice: prega,
inginocchiati, fai questo o quello. Ma semplicemente: apriti alla gioia, come una porta si apre al sole: Dio si avvicina
e stringe in un abbraccio, viene e porta una promessa di felicità. Ed è capace di sedurre ancora proprio
per questo: perché parla il linguaggio della gioia.
‘Kaire, sii felice, godi di questo Dio’ La fede
è una festa, perché il nome di Dio è gioia , libertà e pienezza.
La seconda parola
dell’angelo ha in sé il perché della gioia: sei
piena di grazia. Piena di grazia la dice l’Angelo, Immacolata la proclama il popolo
cristiano ed è la stessa cosa.
L’angelo lo dice con un
termine nuovo, che non era mai risuonato prima nella bibbia o nelle sinagoghe,
letteralmente inaudito, così da turbare la ragazza di Nazaret (nell’icona il
volto di Maria mostra questo turbamento e sospensione): riempita di grazia, ‘riempita’, come un vaso capace di Dio, come
un’anfora che si riempie fino all’orlo di un’acqua d’altra sorgente.
“Maria, Dio si è chinato su
di te, si è innamorato di te. Tu gli hai rubato il cuore e lui ti ha riempita
di sé. Ora hai un nome nuovo: amata per
sempre”. Teneramente, liberamente, senza rimpianti amata. Per sempre. Si
capisce che Maria sia senza parole.
Quel
suo nome è anche il nostro nome: buoni e meno buoni, ognuno amato per sempre. Piccoli o grandi,
ognuno riempito di cielo. Non perché siamo bravo…
Maria non è piena di grazia
perché ha risposto ‘sì’ a Dio, ma prima ancora, perché Dio per primo le ha
detto ‘sì’. E dice ‘sì’ a ciascuno di noi, prima di qualsiasi nostra risposta.
Che io sia amato dipende da Dio, non dipende da me.
Ognuno pieno di grazia, tutti amati come siamo, per quello che siamo.
Perché la grazia sia grazia e non merito o calcolo. Se solo ci apriamo.
C’è come una forma di
passività, un aspetto molto femminile, molto mariano, all’inizio della nostra
fede: accogliere questo amore d’altrove.
Scrive Paolo: “a quanti sono
in Roma santi e amati”(Rom 1,7), santi
perché amati. Santi di una santità che non è fatta di osservanze e di
precetti, che viene prima di ogni nostro comportamento, originaria. Santi
perché amati: è l’amore di Dio che entra e accende e santifica.
Allora la seconda e la terza parola dell’angelo
(riempita di grazia e il Signore è con te)
si chiariscono reciprocamente: la grazia è la presenza amorosa di Colui che è
la sorgente di ogni grazia.
Sei riempita di grazia, aveva detto; ora
spiega: sei riempita di Dio.
Mi pare di sentire l’angelo di Nazaret, esperto in
umanità come tutti gli angeli, che parla a una ragazza, poco più che una
bambina: Maria, Dio ti ha guardata e ti
ha trovata bella, e ora la sua gioia è stare con te.
Lo sai, Maria, che la
felicità viene dai volti amati. Vedi, anche Giuseppe, il suo volto e il
pensiero di lui ti fanno felice, ma ora è qui Colui che è il Volto dei volti, e
si dichiara.
Gli altri sono soltanto
frammenti di quel volto, gocce di luce di quella luce, schegge di quell’amore.
Dio ti avvolge con un abbraccio di cui quelli sulla terra sono solo parabola e
nostalgia. Sii felice: Dio è qui, annuncio di vita.
Il
nome dell’uomo è amato per sempre. Il
nome di Dio è Io-sono-con-te.
Un
nome bellissimo: Io-sono-con-te: ‘
non temere, dovunque tu andrai, in tutti
i passi che farai, quando cadrai e ti farai male,non temere, io sono con te;
quando ti rialzerai e sorriderai di nuovo, io sono con t, non temeree’,
dice il Signore.
È
con te Colui che mai abbandona, Colui che prova gioia a starti vicino. È con te,
vicino come il cuore e come il respiro, bello come un sogno. Tutti i giorni
fino al consumarsi del mondo.
La
festa dell’Immacolata è la festa del dono del ricominciamento,
di un inizio nuovo della storia di Dio con l’uomo,
una
finestra di cielo che illumina la speranza,
un
Dio da godere, da esserne lieti:
nelle
sue mani, nel suo cuore, rotola armoniosamente la nostra vita. Ognuno, come Maria,
amato-per-sempre.
Preghiera di p. Giovanni
Vannucci
A tutti i frammenti di Maria, a tutti gli atomi di
Maria
sparsi nel mondo e che hanno nome donna,
rivolgiamo oggi il saluto dell’angelo:
Ave o donna, che tu sia piena di grazia,
che con te sia lo Spirito Santo, che benedetto e
benefico sia agli umani
il frutto
del tuo grembo e della tua vita.
Che tu possa pacificare la terra, conciliare i
fratelli nemici,
disarmare Caino, far risorgere Abele,
ricondurre tutta la terra al Padre Celeste,
nell’amore del Figlio,
nella
grazia dello Spirito.
Amen
p. Ermes Ronchi