7 Dicembre 2003

Pensieri sul Natale

Ringraziare sempre il Signore significa risconoscere che, oltre ad essere il nostro Creatore, è anche il Salvatore e ci continua a tenere per mano, come il pastore che guida le sue pecore.
Se conoscessimo più a fondo il mondo che si cela dentro una gocciolina di acqua!

Padre Elia sosteneva che Dio avrebbe potuto farci più belli e virtuosi, ma ha voluto “noi” così come siamo, fragili ma unici ed irrepetibili! Egli porta pazienza con noi e non ci rinfaccia i difetti qualora li riconosciamo e desideriamo riparare. Egli si commuove per ogni più piccolo sforzo della sua creatura fatto per amore suo. Egli racimola quelle poche briciole d’amore che gli diamo per costruire il suo Regno di pace e di gioia, dove la Verità sarà visibile a tutti e trionferà.
Grazie, Signore. Aiutami a dimostrarti la mia riconoscenza anche con i fatti e con lo sguardo.

Perché attira di più il piacere immediato, carnale che quello spirituale?

Chi ha il gusto spirituale ha il cuore convertito a Dio. Egli ama Dio e qualsiasi cosa faccia per Lui lo riempie di gioia. Gioia nel donargli la propria attenzione, il proprio tempo, il proprio silenzio. Gioia nel ritenere Dio il proprio Signore in tutte le cose e sentirsi amato da Lui di un amore incommensurabile. Gioia nel sentirsi povero e fragile. Non siamo Dio ma siamo destinati a diventare simili a Lui.
Anche Lui ha voluto provare la gioia di questa fragilità: è nato povero, indifeso, umile…

Dio in sé è già onnipotente, onnisciente. E’ Essenza pura, il Fondamento di ogni entità e tutto in Lui sussiste.
Ha in sè la pienezza di ogni gioia.
Ma ha voluto aggiungere un’ulteriore gioia: quella di nascere anche Uomo, umile, fragile, indifeso. Il suo amore è talmente traboccante che si è immerso nei limiti spazio-temporali di suo Figlio per farsi uomo tra gli uomini, fragile tra i fragili, sofferente tra i sofferenti

Pier Angelo Piai