25 Gennaio 2004

Analfabeti dell’essere

Cosa sappiamo realmente della vita, della mente umana, del Creatore? Siamo ancora ai primi balbettii. Spesso ci illudiamo di sapere qualcosa, di essere qualcuno.
Se non abbiamo come riferimente l’Essere fondante di tutto, siamo meno che niente.

“L’essente non è spiegabile per se stesso sotto nessun riguardo, anzi è intelligibile solo per un altro, cioé per l’essere stesso, da cui dipende con necessità metafisica o assoluta.(Lotz)

Perché l’uomo non è mai sazio del suo sapere e cerca sempre oltre il suo orizzonte cognitivo? Perché il suo esere è fondato sull’Essere da cui deriva e non sarà mai appagato fino a che la sua volontà collima con quella dell’Essere fondante che l’attira contiuamente.

E’ intrinseca in ognuno di noi la finalità onto-logica (“Omnia appetunt Deum sive immediate sive mediate – S. Tommaso).
La nostra ignoranza è dovuta proprio al fatto che, essendo noi “essenti” fondati sull’Essere (per il principio della causa ontologica efficente) siamo da Lui attratti (causa ontologica finale).

Questo” Essere” ha il fondamento in se stesso escludendo ogni altra forma, altrimenti non sarebbe l’Essere Assoluto, infinito e semplice.
Agostino sosteneva che “Deus per Deum cognoscitur”. Dio è la pienezza dell’Essere a cui partecipiamo. Noi siamo continuamente da Lui attratti ed ogni verità che afferriamo con l’intelletto ci avvicina alla Verità assoluta.

E’ un procedimento lento e graduale che incontra ostacoli di diversi tipi, in quanto la nostra essenza è limitata prorpio perché il nostro essere è relativo e molteplice.
Se non facciamo riferimento a Lui, però, tutto ricade nell’assurdo perché le varie verità che raggiungiamo si disperdono come le perle di una collana senza filo.

Per trovare risposte concrete è necessario attivare la fiducia nel Trascendente che continuamente attira il nostro essere il quale partecipa del suo Essere illimitato e semplice.

P.P.