11 Novembre 2001

Dio in ognuno di noi

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Il Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe.

Dio non è Dio dei morti, ma dei vivi, perché tutti vivono per lui (Lc.20,37)

Ognuno di noi vive per Dio, qualsiasi ruolo abbia nella società e qualsiasi professione eserciti.
Tutti indistintamente viviamo per Dio perché è il Dio dei viventi.
Ma quando il Signore afferma, citando le scritture : “Dio di Abramo, Dio di Isacco…” vuol dire anche Dio di Antonio, di Gervaso, di Luisa, di Anna, del portinaio, dell’ortolano, del mio vicino di casa, del mio congiunto ecc.

Ai suoi occhi ognuno di noi è il suo Tempio. Magari pieno di merce superflua e di venditori, ma siamo il suo Tempio, Tempio dello Spirito Santo. Tempio per il quale Egli si strugge d’amore perché dove c’è lo Spirito Santo ci sono le altre Persone della SS.Trinità che si amano eternamente, soprattutto in coloro che adorano Dio con purezza.

E’ necessario prendere coscienza che ognuno di noi, allora, è voluto e desiderato da Dio da tutta l’eternità. E in ognuno di noi deve risplendere la sua gloria che consiste nel portare a termine il suo progetto d’amore in piena libertà, la libertà dei figli di Dio.

Ogni uomo è destinato a questa figliolanza dal momento stesso che aderisce alla volontà divina e desidera staccarsi dalla materia che fossilizza il suo slancio.

Quando si è invischiati nella ragnatela terrestre si rimane “figli di questo mondo” perché il nostro animo si appanna e non lascia trasparire la luce trinitaria che tenta di sconfiggere le tenebre che sono in noi. Ogni momento della nostra vita è una storia sacra commista con quella profana.

Ma per chi confida nel Signore, il quale è sempre fedele a se stesso, anche se si sentisse il peggiore di questo mondo; non morrà in virtù dei meriti del Figlio di Dio primogenito, Gesù Cristo che è venuto a salvare ciascuno di noi.

Dobbiamo convincerci che Egli non ci abbandonerà mai perché ci tiene in profonda e rispettosa considerazione e sa benissimo quante difficoltà e fragilità desideriamo superare.
Ci ama troppo per lasciarci a noi stessi e aspetta per ognuno di noi la redenzione, perché Egli non è morto sulla croce invano.

Pier Angelo Piai