Pradamano, 13 aprile 2002
Insegnante severo o giusto ?
Ci sono persone che esprimono delle considerazioni che, oggi, vanno riviste. Cercare di chiarirle può essere utile. Si sente parlare di docenti severi, come se il termine “severo” fosse un vanto, un onore quando viene attribuito a persone che insegnano.
Questo rattrista alquanto e in particolare quando si sente dire : “E’ veramente un insegnante tanto bravo, spiga bene e pretende molto, vuole che le cose si sappiano come le insegna lui”. Insomma, non solo insegnante “severo”, ma anche “un po’ clonatore del sapere”.
Purtroppo, ancora, questi insegnanti vengono considerati da certe persone dei “valorosi” docenti. Allora, la gente che esprime questi considerazioni dovrebbe innanzi tutto riflettere : tutti gli uomini sul lavoro, nello studio, nella vita hanno estremo bisogno di una giusta tolleranza, senza la quale non si può costruire nulla di buono. Il problema fondamentale, concreto diventa : “ qual è il giusto valore di tolleranza per essere docente idoneo ?
L’essere insegnante “severo” significa essere rigido, intollerante, avere una tolleranza “nulla” e questo, rende la vita dura, difficile, in certi classi assaipericolosa. L’insegnante “severo” è un “duro” e serve soprattutto a bloccare gli “ultimi” come ha ben evidenziato Don Milani nel libro : “Lettera a una Professoressa”.
Oggi, sembra rinascere questo pensiero dopo 50 anni, un pensiero portatore di giustizia e di pace con la “Nuova Scuola” presentata dalla riforma Moratti. Con tale riforma, il termine “severo” verrà riconsiderato non socializzante, non positivo, non corretto. L’insegnante dovrà imparare a essere giusto, leale, e onesto in nuovi assetti organizzativi che promuovano la crescita partecipata.
E’ la persona giusta, infatti, che cerca di capire le persone e in particolare gli “ultimi” e con discrezione gli aiuta a crescere lungo il progetto di vita che lo studente cercherà di realizzare. Collegando la teoria alla pratica e viceversa, scegliendo il giusto valore della tolleranza e favorendo uno stile di vita sano ed equilibrato, questo diventerà il nuovo ruolo, la nuova funzione del docente. Il sapere diventerà, così, un equo servizio rivolto al miglioramento ed alla crescita di tutti gli studenti e delle loro famiglie.
Eugenio Di Barbora
Pradamano