Pradamano, 13- aprile- 2003
Problematiche della Scuola.
E’ l’ora d’aprire gli occhi e d’incominciare a pensare e ad agire a 360°, imparando a vedere nella riforma Berlinguer e della Moratti, dei passi “dolorosi” verso il cambiamento che, la Scuola italiana dovrà attuare per crescere e per adeguarsi ad un nuovo sistema, in parte, indicato dall’U.e.
Il primo aspetto del cambiamento, da ritenere fondamentale, è strettamente collegato alla nuova concezione di : “Intelligenza umana”. Non capire o ignorare quest’aspetto, significa continuare a parlare del “sesso degli angeli”.
E’ partendo dal concetto d’intelligenza, infatti, che si può fare chiarezza sullo sviluppo di tutte le risorse umane. Da questo concetto “chiave”, inoltre, si sviluppa la crescita del pensare e dell’agire nelle varie organizzazioni in un’ottica che non dovrà essere più un operare con gruppi di lavoro, bensì con il proficuo lavoro di gruppo che favorisce la crescita, la valorizzazione, il coinvolgimento sinergico del fattore umano.
Così le persone divergenti e creative non saranno più penalizzate o escluse. Il secondo cambiamento da attuare nella Scuola è di un’impostazione razionale, logica, indicata dai moderni criteri del “Sistema Qualità”. Ignorando questo sistema organizzativo c’è solo una continuazione dell’arruffa, arruffa, all’italiana.
E’una cosa ridicola, ma assai pericolosa che, ancora oggi, nel nostro Paese si continui con uno Stato, vecchio gestore, con insegnanti, attuatori, e con studenti e famiglie, utilizzatori impotenti, tutti orientati secondo obiettivi e interessi aventi finalità diverse, spesso contrastanti. A parole, poi, tutti parlano di porre al centro del loro agire la persona umana. E’ così che nascono e si sviluppano i tira, molla, le tensioni, gli stati di conflitto, le sopraffazioni che portano avanti vecchi privilegi, creando divisioni, chiusure, emarginazione.
Questi cambiamenti nella Scuola italiana, non saranno facili, soprattutto perché nei “gagli” del potere rimangono, di solito, le stesse persone con la stessa mentalità e anche perché, questi mutamenti intaccano un sistema organizzato, allo stesso modo, in tutte le strutture del Paese.
Le nuove generazioni, prive d’euforie collettive, prive di certezze indiscutibili, guardano il mondo della Scuola con incertezza, ma con occhi diversi, per non essere soffocati entro un disegno predisposto e disegnato, dal mondo degli adulti.
E’ importante chiedersi se le nuove generazioni, nonostante la crisi dovuta al consumismo e agli effetti della globalizzazione, diventeranno capaci di voler impostare valori etici per costruire il cambiamento della Scuola all’italiana ?
Eugenio Di Barbora
Pradamano