E’ possibile che ciò che esiste provenga dal nulla assoluto?
Può il caos generare l’ordine?
Si tratta solo di buon senso.
Ecco un testo scritto.
Proviamo a ritagliare le singole parole. Poniamole in un contenitore. Quante volte devo scuotere perché ritorni esattamente il foglio scritto di prima?
Può venire qualcosa dal nulla?
Persino una idea od un concetto, anche il più astratto ha bisogno di un cervello ben strutturato per poter essere generato e comunicato. Qualsiasi oggetto ha un realizzatore ed ogni opera proviene da chi la progetta.
Ogni effetto ha una sua causa ed ogni causa ha un suo effetto.
C’è chi sostiene che il mondo proviene dal nulla. Cosa significa?
Se affermiamo che c’è il nulla, entriamo in contraddizione logica ed ontologica.
Diciamo che esiste qualcosa che non c’é, a meno che non intendiamo l’affermazione come riferita a un contenuto prettamente gnoseologico o logico, per cui “nulla” significa per noi solamente il non- essere, l’assenza di ogni forma di quiddità, di ente od esistente.
Per concepire il nulla ci si dovrebbe riferire ad un ipotetico confine tra l’essere e il non-essere. Ma è possibile realisticamente parlare di “confine”?
Concettualmente il “nulla” potrebbe considerarsi un “flatus vocis”, ma anche un concetto in qualche modo ha una forma di esistenza, anche se è partorito dalla nostra mente. Esistenza “virtuale, si direbbe oggi. Ciò che è immaginabile, anche se privo di concretezza materica od energetica, è sempre esistente se non altro come dinamismo del pensiero.
Ma quando ci addentriamo nella concettualizzazione del nulla, sorgono numerose difficoltà ermeneutiche. Vorremmo, in sostanza, definire ciò che non é, il che equivale a prolungare l’humus ontologico oltre se stesso, operazione questa contradditoria sotto tutti i punti di vista.
Il nulla è indefinibile con il linguaggio comune ed anche con quello più sofisticato.
Noi viviamo e ci muoviamo all’interno dell’essere, di qualsiasi ordine e grado, ma sempre all’interno. Con il termine “nulla” si vorrebbe indicare qualcosa di esterno, ma è un’operazione logica senza senso perché quando mi riferisco a ciò che non è asserisco che non posso affermarlo.
Ogni essente ha un grado di perfezione in quanto è, se mi riferisco al “non essere” in quanto non è, entro nel non-senso e nell’irrazionale più assurdo.
Noi siamo esistenti, quindi, anche perché ne abbiamo coscienza. Coscienza d’esserci, direbbero gli esistenzialisti. Esistenza donataci da Dio.
Dal nulla all’essere: infinita potenza creatrice, meraviglioso mistero sul quale dovremmo tornare spesso per intuire il senso della nostra vita ed il rapporto che dovremmo avere con il Padre, l’Essere sussistente.
Pier Angelo Piai