20 Luglio 2014

CIVIDALE : RIORDINO DEL SERVIZIO SANITARIO REGIONALE

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DDL Riordino istituz e org del SSR luglio 2014.pdf

Leggo all’art.34 del Disegno di legge “Riordino del servizio sanitario regionale”:
“I presidi ospedalieri di Cividale, Gemona, Maniago e Sacile, nonché
parte del presidio ospedaliero Maggiore di Trieste, sono riconvertiti
per lo svolgimento di attività distrettuali sanitarie e socio-sanitarie”

22 luglio 2014


Ieri c’è stato un incontro con la Commissione consiliare per la salute, invitata dal sindaco Stefano Balloch, il quale ha avuto rassicurazioni da parte dell’assessore alla sanità Maria Sandra Telesca sul reparto Medicina (che non è a rischio)…

Per ora ringraziamo il sindaco per la sua richiesta di chiarimento.

In seguito parleranno i fatti…




INCONTRO TELESCA IN COMMISSIONE SALUTE

Cividale 9 gennaio 2014 (mio intervento)

 

 

 Gentile Assessore,


un doveroso e
sincero grazie per la sua presenza che testimonia, senza alcun dubbio, non solo
la sua sensibilità ma, sono certa, anche la genuina attenzione che Lei
certamente sta ponendo ai non facili problemi che oggi la sanità pone, una
sanità che quanto mai (di fronte a risorse scarse ma anche a fronte di grandi
sprechi e inefficienze) necessita di assunzioni di alta responsabilità in tutti
i soggetti che la coinvolgono.

Come consiglieri comunali il nostro compito
non è certo quello di predisporre progetti, studi di fattibilità e tanto meno
strumenti di programmazione (compito che spetta agli uffici a ciò deputati del
suo Assessorato) quanto invece quello di
farci portavoce dei problemi che le nostre comunità ci rappresentano e, per
il ruolo che ricopriamo, di sottoporli alla sua attenzione affinchè Lei se ne
faccia carico nella convinzione, da Lei in più volte sottolineato,  che la salute è il bene più prezioso di
cui disponiamo e la cui tutela, promozione e salvaguardia sono lo scopo del suo
mandato.

 

Il nostro è un territorio complesso (dal
p.v. storico culturale e idro-geo-morfologico).

 17 comuni con una popolazione di 52112, di cui 7285
ultra70enni
pari al 14,7%. Tale incidenza varia
notevolmente da comune a comune e si impenna nelle aree più marginali del
territorio. Si passa infatti dal 10,4% del cividalese al 26,4 di Stregna al
41,0% di Drenchia. 

Per
farle comprendere l’estrema fragilità di questo territorio le porto ad esempio
il comune di Drenchia (122 abitanti) che dista da Cividale solo 23 Km (
raggiungibile in macchina e con il bel tempo in 35 minuti) ed è composto da ben
17 frazioni/località.

Il Comune di Stregna (392 abitanti) dista da Cividale 14 Km; per raggiungerlo in
macchina (sempre che il tempo sia clemente si impiegano circa 22 minuti) e
comprende 20 frazioni.

Solo da
questi semplici esempi è evidente l’enorme difficoltà che già oggi c’è nel garantire,
alle persone che ancora dimorano nelle Valli, un’assistenza sanitaria e sociale
adeguata e soprattutto nell’evitare l’ulteriore
abbandono di quei territori specialmente da parte dei giovani.

Un
territorio senza servizi è un territorio votato all’estinzione.

Il
progressivo invecchiamento della popolazione e le conseguenze che ciò comporta,
è certamente uno degli aspetti più importanti da considerare per un piano
salute di questo territorio. Un aumento delle patologie cronico degenerative e
dunque della domanda di cura e di assistenza a lungo termine, non può trovare una risposta adeguata solo
nelle risorse (già scarse) del
territorio e/o dalle famiglie
[2] e tanto meno nel ricorso alle strutture
destinate alla diagnosi e terapia delle patologie acute.

 Secondo le previsioni ISTAT nell’intero Ambito distrettuale
del Cividalese, nel 2030, gli ultra 65enni aumenteranno del 5,1%. e dell’11%
nel 2050 (nelle Valli ancor di più) e dunque quelle popolazioni rischiano la
scomparsa se non verranno assicurati servizi sanitari e sociali di prossimità
ed adeguati.

CRITICITA’

I servizi distrettuali garantiti
dall’Azienda per i Servizi Sanitari n°4 Medio Friuli sono in grande affanno. Ad
esempio ci sono solo 4 fisioterapisti presenti sull’intero territorio (la coordinatrice
a giorni andrà in quiescenza).

L’ADI (assistenza domiciliare integrata)
non è più in grado di farsi carico di ulteriori utenze (pur svolgendo un ruolo
importantissimo e ben riconosciuto dalla popolazione).

I posti letto in RSA sono assolutamente
insufficienti e nonostante i paventati (e non realizzati) progetti dell’ASS4
sono invariati da anni (PAL 2012). Mentre altri territori (es: il Tarcentino)
con minor popolazione ne hanno molti di più. Oltre la metà delle persone che
necessitano di tale transitorio percorso devono trovare sistemazione nelle RSA
di Udine, e Tarcento.

Il tanto paventato Hospice è ancora una chimera: quello più vicino è c/o la casa di
riposo Zaffiro nella zona Fiera di Udine (che non dispone neppure di mezzi
pubblici per raggiungerlo).

La Casa
di Riposo di Cividale (230 p.l circa) è in perenne ristrutturazione ed è
qui che vengono in prevalenza accolte le persone con gravissime patologie
cronico-degenerative, spesso numeri confusi tra terminali, persone in stato
vegetativo, malati di Halzheimer, in un disordine da girone dell’inferno,
attenuata dall’impegno degli operatori ma in grave difficoltà in assenza di
moduli dedicati.

L’AOU
(Azienda Ospedaliero/Universitaria di Udine)

Ha un reparto di medicina i cui dati di
affluenza sottolineano che è un servizio che tiene, testimoniato dai dati
ufficiali di affluenza e di occupazione, così come le attività erogate dal Day
surgery i cui dati ci sono stati forniti dall’ex Direttore Generale
dell’Azienda durante un incontro proprio in questa sede .

 

I
cittadini si domandano
: che fine
hanno fatto gli 8 milioni promessi a questo territorio, poi contratti a 6 ed infine a 4 che dovevano implementare i servizi
ospedalieri??

Il reparto di Medicina verrà mantenuto?

E’ vero che si vuole chiudere il pronto
soccorso?

Quando si apriranno i nuovi posti letto
di RSA?

Quando l’Hospice?

Verrà implementato il servizio sanitario
e sociale domiciliare?

Insomma
quale è il piano salute per questo territorio e quali i risultati di salute
attesi?

Vede assessore c’è anche chi è affascinato dalle medicine alternative. Noi
pensiamo che questo territorio non
abbia tra le sue priorità la medicina cinese, lo schiatsu, la medicina
Ayurvedica, l’aromoterapia, lo yoga o l’iridologia, (così come qualcuno propone
e i cui costi sarebbero tutti a carico dei cittadini) ma abbia bisogno innanzitutto di quelle pratiche mediche che attraverso i LEA (Livelli Essenziali di
Assistenza) il Servizio Sanitario pubblico deve garantiti a tutti i cittadini,
e abbia bisogno di tutte quelle
iniziative in grado di prevenire le malattie e il decadimento fisico/psichico
attraverso programmi di prevenzione seri e articolati (es. Attività Fisica
Adattata): ed abbia, altresì, bisogno
di una maggiore INFORMAZIONE SU CIO’ CHE E’ MEGLIO per la propria salute. Chi
spiega alla gente quali sono i requisiti minimi di sicurezza, di dotazione e di
personale affinchè un servizio sia di qualità? Quale è il numero minimo di
procedure da effettuare per garantire prestazioni sanitarie in sicurezza??? Insomma
qui credo che non di medicine alternative/complementari o di un centro diagnosi
e cura della sindrome di Burnout ci si bisogno, bensì di più servizi sanitari e sociali di qualità e di un diverso modo di
fare salute.

Certo è che non si può e non si deve smantellare nulla se non ci sono garanzie
provate che soluzioni alternative daranno certezze di miglioramento reale degli
attuali standard di salute di questa popolazione. (non promesse!!!).

 

Novelli MCristina

Cividale, 9 gennaio 2014 –
incontro con l’Assessore Telesca

 

ALLEGATO D) DELLA
DELIBERAZIONE DEL CC. N.8 DEL 4.3.2013.

 

DOCUMENTO COMMISSIONE CONSILIARE
PERMANENTE PER LA SALUTE.

 

VOTATO ALL’UNANIMITA’ DAL CONSIGLIO COMUNALE DI
CIVIDALE DEL FRIULI

 

 

 

 

Il Consiglio Comunale di Cividale del Friuli ha affidato alla
Commissione Consiliare Permanente per la Salute il mandato di effettuare
un’azione di verifica dello stato di fatto del Progetto Regionale relativo alla
riqualificazione generale del Presidio Ospedaliero di Cividale e di elaborare
un documento congiunto che esprima la posizione dei suoi componenti rispetto
all’ipotesi di utilizzo dei
6.000.000
di euro di investimenti di cui è stato confermato lo stanziamento da parte
della Regione.

I lavori, in coerenza con gli obiettivi, sono iniziati con l’analisi
delle fonti normative e documentali e, al fine di procedere ad una puntuale
analisi dei bisogni sanitari del territorio e di rilevare le esigenze
organizzative e logistiche in relazione agli stanziamenti regionali previsti
per la realizzazione del progetto relativo all’Ospedale, si è provveduto a
coinvolgere gli operatori sanitari, operanti nell’ospedale e nel territorio.

A tale scopo sono state organizzate delle audizioni
rivolte ai Medici di Medicina Generale, al Direttore del Distretto Sanitario,
al Primario del Reparto di Medicina del Presidio Ospedaliero di Cividale e ai
rappresentanti di tutte le figure sanitarie operanti sia all’interno della
struttura che a livello territoriale.

Dall’analisi dei problemi del territorio ed in
particolare della domanda/bisogno di salute che le trasformazioni demografiche
impongono a medio-lungo termine, il quadro che emerge e le proposte avanzate
sono così come di seguito esplicitate.

 

 

 

Territorio, popolazione e
domanda/bisogno di salute.

 

Il territorio, su cui insistono
l’Ambito Distrettuale con i suoi 17 comuni e l’Ospedale di Cividale, si estende
su una superficie di 456,43 Km2 prevalentemente montana. Ha una popolazione di
52112, di cui 7285 ultra70enni[1].
pari al 14,7%. Tale incidenza varia notevolmente da comune a comune e si
impenna nelle aree più marginali del territorio. Si passa infatti dal 10,4% del
cividalese al 26,4 di Stregna al 41,0% di Drenchia.

Adottando
le previsioni demografiche ISTAT per il FVG all’Ambito del cividalese, nel
2030, gli ultra 65enni aumenteranno del 5,1%.e dell’11% nel 2050. Ciò causerà,
anche per effetto del naturale allungamento medio della vita, un aumento delle
patologie cronico degenerative e dunque della domanda di cura e di assistenza,
che non può  trovare una risposta
adeguata solo nelle risorse del territorio e/o dalle famiglie[2],
e tanto meno nel ricorso alle strutture destinate alla diagnosi e terapia delle
patologie acute.

L’analisi, infatti, per tipologia sanitaria, delle
necessità assistenziali cui oggi già il Distretto è tenuto a rispondere
evidenzia dati significativi rispetto alle sindromi ipocinetiche/da
allettamento/post acuzie dell’apparato locomotore e alle malattie neoplastiche,
condizioni che devono essere riferimento prioritario nella definizione della
tipologia di prestazioni da erogare e delle caratteristiche che le
strutture sanitarie e devono mettere a disposizione della comunità
locale futura.

La Commissione, alla luce di quanto emerso durante i lavori,
ritiene che l’Ospedale di Cividale del Friuli abbia un ruolo strategico in quanto non solo è al servizio di un
territorio ampio, geomorfologicamente disagiato e centrale rispetto a tutti i
Comuni afferenti al Distretto Sanitario; ma è complementare e di supporto
all’ospedale di Udine. I reparti di quest’ultimo, che è struttura di
riferimento regionale per l’alta specialità, infatti, dovendo ricoverare anche
pazienti con patologie acute non gravi, sono costretti talvolta a sacrificare
la propria “mission” verso le patologie complesse.

 

Proposte.

 

Per tutto quanto sopra espresso, si ritiene indispensabile la presenza
di un Pronto Soccorso sulle 24 ore che, oltre a garantire il pronto
intervento per patologie acute, potrebbe attivare protocolli operativi
configuranti percorsi diagnostici brevi, attivabili dai MMG, in
collaborazione con il Medico del Pronto Soccorso, al termine dei quali
raccogliere tutti gli elementi clinici necessari per decidere in modo
appropriato se ricoverare il paziente, oppure reinviarlo a domicilio
riaffidandolo alle cure del MMG. In tal modo si potrebbero evitare ricoveri
impropri e con un significativo risparmio di risorse. Il Pronto Soccorso
inoltre necessiterebbe di un potenziamento dell’area di osservazione temporanea
e monitoraggio, per garantire l’assistenza ad utenti, con patologie gravi,
provenienti, dall’RSA, dal Day Surgery, dall’Hospice e dall’Emodialisi, nonché
inviati dai MMG nell’ambito dei percorsi diagnostici brevi.

In considerazione del fatto che il P.S. di
Cividale, con le dotazioni di cui dispone, non sarebbe in grado di gestire
compiutamente patologie complesse, qualora non venisse potenziato, l’attuale
area di emergenza della zona Cividale-Udine potrebbe adeguatamente prevedere
che tutte le patologie da codice Bianco-Verde vengano “deviate” verso Cividale
(così come quelle complesse da Cividale verso Udine), in modo da
decongestionare l’attività del PS di Udine già oggi in grande affanno.

La Commissione
ritiene inoltre che anche il Reparto di Medicina Generale rappresenti un  servizio irrinuciabile del presidio ospedaliero. Dai dati
riferiti in sede di audizione, infatti, i ricoveri in regime ordinario
avrebbero superato, nel corso del 2012, quelli delle due sezioni mediche
dell’A.O.U. di Udine. Al Reparto di Medicina accedono pazienti provenienti dal
domicilio, dalla Casa per Anziani, con ingresso tramite il Pronto Soccorso, ma
anche pazienti che, superata l’acuzie in un Reparto dell’A.O.U. di Udine,
proseguono e concludono il loro percorso clinico-assistenziale a Cividale. In
particolare sembra importante sottolineare il ruolo svolto dal Presidio
Ospedaliero di Cividale nei confronti degli ospiti dell’ASP Casa per Anziani, che probabilmente non
troverebbero le stesse risposte, in termini di disponibilità e tempestività
d’intervento, presso il Santa Maria, non certo per competenza, ma per la sua
diversa “mission”, orientata più verso l’emergenza e le patologie complesse,
piuttosto che verso la riacutizzazione di patologie croniche, ben gestibili
anche in strutture dalle dotazioni limitate.

Ponendo,
alla luce della D/B, come indubitabile la necessità del Pronto Soccorso e del
Reparto di Medicina, si rivela altresì fondamentale il ruolo
di una diagnostica per immagini e di laboratorio di analisi, non
sostituibile, per attendibilità, con le ipotizzate stazioni mobili integrate
con il Laboratorio di Udine attraverso il sistema informatico ospedaliero.

Il mantenimento/potenziamento della
radiologia di Cividale, pur con il mantenimento del sistema PACS ( che consente
la trasmissione a distanza delle immagini e la refertazione), senza la presenza
fisica del medico Radiologo in struttura non è plausibile.

Tutti questi servizi, in questi anni
hanno subito una drastica riduzione, che ha compromesso efficacia ed efficienza
del sistema sanitario pubblico. Oltre ad un mancato rinnovamento della
strumentazione attualmente presente e per lo più obsoleta, si è assistito,
infatti, anche ad una significativa riduzione del personale, con conseguenti
pesanti disservizi per il cittadino che in questo modo non viene trattato alla
stessa stregua del cittadino residente nei pressi di una struttura completa di
tutti i servizi necessari, obbligandolo talvolta a rivolgersi a strutture
private convenzionate, non sempre all’altezza della situazione. Certamente per
limitare il problema delle liste d’attesa sarebbe
auspicabile, e certamente più proficuo, mantenere ed eventualmente
potenziare il servizio c/o l’ospedale di Cividale e altre strutture periferiche
pubbliche con analoghe caratteristiche (ad esempio dove lo stesso servizio era
già presente), piuttosto che convenzionare strutture che refertano esami in
modo poco affidabile, che poi devono essere ripetuti, con aumento non
giustificato della spesa sanitaria. Forse qualche convenzione in meno consentirebbe
di trovare le giuste risorse economiche per mantenere aperta ed efficiente la
diagnostica a Cividale, come in altre strutture periferiche pubbliche, evitando
in questo modo anche la “fuga dei pazienti” verso servizi fuori regione che
devono poi essere comunque rimborsate.

 

La commissione
ritiene inoltre utile che all’interno della struttura ospedaliera
continuino a trovare adeguato spazio gli ambulatoriali
specialistici territoriali, in grado di rispondere efficacemente ai bisogni di
salute della popolazione, affiancandosi e supportando i servizi specialistici
ospedalieri.

Merita inoltre
evidenziare che per quanto riguarda le
attività erogate dal Day surgery nel corso del 2011 sono stati eseguiti ben
2142 interventi, numero destinato ad un progressivo aumento; questo non solo
come risposta al bisogno sanitario della popolazione del Distretto di Cividale
ma anche della popolazione di area vasta, garantendo da un lato minori tempi di
attesa e dall’altro maggiore appropriatezza dell’attività chirurgica del Santa
Maria, giustamente orientata verso gli interventi più impegnativi.

 

Appare utile
ricordare inoltre che la struttura ospedaliera ha posti di degenza per pazienti in stato vegetativo che
necessariamente abbisognano di assistenza medica continua.

 

La
commissione ritiene utile
sollecitare gli organi competenti affinchè, così come previsto nel PAL 2012,
vengano implementati i posti letto in RSA e venga attivato quanto prima l’hospice anche considerando che i
lavori per la costruzione del nuovo padiglione che ospiterà il Distretto
Sanitario sono oramai terminati.

Per il benessere della popolazione in
questo articolato territorio e alla luce di quella che sarà in futuro la
domanda/bisogno di protezione sanitaria dei cittadini, considerando
l’incremento delle necessità dei pazienti portatori di patologia degenerativa
cronica e degli anziani, è indispensabile che quantomeno venga salvaguardato
ciò rimane dell’ex Presidio ospedaliero di Cividale del Friuli e che i servizi
sopra analizzati vengano ragionevolmente migliorati, proporzionandoli a
quelli che sono oggi e che saranno domani gli obiettivi di salute cui si
deciderà di dare risposta attraverso la struttura in questione, ovviamente
raccordandoli ed integrandoli con l’offerta sanitaria e socio-assistenziale
erogata dal Distretto Sanitario.

Infine
la Commissione ritiene
indispensabile la promozione di un’organizzazione a rete integrata,
territorio/ospedale, che affronti il problema delle malattie croniche
degenerative emergenti passando dalla medicina d’attesa alla sanità d’iniziativa (elemento costitutivo dell’expanded
chronic care model) che persegue l’obiettivo della diagnosi precoce, del follow
up e della cura di tali condizioni patologiche, individuando nella popolazione
le fasce a rischio e intervenendo attivamente sulle stesse. Una sanità che
va incontro al paziente per affrontare il bisogno di salute prima che la
malattia cronica insorga, si manifesti o si aggravi e che assicura migliori
risultati in termini di processo e di autcome ed è per questo in grado di
ridurre i costi e gli accessi inappropriati ai servizi.

In tale prospettiva potrebbe essere
interessante, considerando anche la presenza della locale ASP Casa per Anziani,
attivare un progetto pilota in ambito
geriatrico, che permetta alla struttura ospedaliera, integrata con il
territorio e la struttura residenziale, di diventare centro sperimentale di
riferimento per la gestione, il trattamento e la prevenzione dell’aggravamento
delle patologie degenerative croniche anche con riferimento al problema delle
demenze, che al momento non trova, nel nostro territorio, una risposta
adeguata.

 

 

La Commissione consiliare permanente
per la salute

 

Cividale del Friuli, 4 marzo 2013