Capitolo di p.67 del libro “LA PAURA DI ESISTERE” di Pier Angelo Piai

Da secoli, sosteniamo che la terra non è al centro del sistema solare e che gira attorno al sole insieme agli altri pianeti e corpi celesti. In genere, noi consideriamo l‟immaginario tracciato elittico della terra per indicare un‟unità completa di spostamento relativo al sole. Ma ogni spostamento è sempre relativo.

Se immaginassi un qualsiasi corpo che si sposta in un Universo e all‟improvviso lo spazio diventasse completamente vuoto, dovrei constatare che esso è immobile perché non ci sono punti di riferimento se non l‟osservatore, cioè io stesso. Quell‟unico corpo si sposta solo in relazione a me. Allora dovrei immaginarmi invisibilmente cosciente e solidale con quel corpo…

È un ulteriore sforzo di fantasia, ma merita prenderlo in considerazione per procedere nell‟intuizione. Quindi, se mi immagino osservatore inesistente per il corpo che viaggia, dovrei sostenere la sua assoluta immobilità. Se dovesse apparire un qualsiasi altro corpo piccolo o grande che sia, allora riaffermerei che il corpo osservato si sposta rispetto a esso.

Chi dei due è relativamente preponderante? La domanda è senza senso perché ognuno si sposta in relazione all‟altro. Dovesse subentrare un terzo dovrei individuare le priorità relazionali del movimento dei tre corpi, ma dovrei inventare un sistema gerarchico soggettivo perché ognuno si sposta sempre in relazione agli altri.Per una questione molto pratica noi abbiamo individuato il movimento dei corpi celesti creando delle gerarchie, ma i veri punti di riferimento siamo noi, soggetti osservanti.

Anticamente, quindi, la visione geocentrica aveva probabilmente un altro significato di quello prettamente scientifico a cui diamo adesso: è l‟uomo il vero osservatore ed è colui che contestualizza decifrando i movimenti dei corpi celesti. Non era una visione infantile, come molti oggi la giudicano, ma un‟intuizione profonda in un contesto filosofico e teologico che non potevano esprimere con un linguaggio adatto. Al giorno d‟oggi, dopo molte elaborazioni culturali e scientifiche, cominciamo a possedere un alfabeto più condivisibile e comunicabile, anche se ci vorrà del tempo per ulteriori approfondimenti.

Un dato di fatto è che nessuno di noi può sostituirsi all‟altro, perché ognuno rimane sempre se stesso e ogni pura soggettività è tendenzialmente trascendentale. Ciò significa che ognuno di noi è un “centro” nella cui coscienza si riflette l‟Universo intero. Se mancasse anche una sola “coscienza” ogni oggettività per quella coscienza perderebbe il senso semplicemente perché non verrebbe percepita, anche se continua ad esistere in sé. Spetta a noi, ora trarre le conseguenze di questo ragionamento per capire l’enorme dignità di ogni persona che esiste grazie al suo Creatore

 Riflettiamo sulla centralità della persona attraverso la scienza, la filosofia e la spiritualità.

Domande di apertura


    • “Vi siete mai chiesti quale sia il nostro vero posto nell’universo?”

    • “Siamo davvero solo spettatori del cosmo o ne siamo il centro?”

Il Contesto Scientifico: L’Uomo e il Cosmo

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  • Dal geocentrismo all’eliocentrismo:

  • Relatività e Punto di Osservazione:

    • Esempio pratico: “Se fossimo soli nell’Universo, come definiremmo il movimento?”

    • Riflessione: il concetto di punto di vista e relatività nella scienza.

  • Parallelismo con l’individuo:

    • Se non ci fosse nessuno a percepire il mondo, esisterebbe per qualcuno?

 Il Significato Filosofico e Teologico

 

Il valore dell’osservatore:

    • L’uomo non è solo un elemento nel cosmo, ma colui che lo interpreta.

      Il concetto di dignità umana:

      • Ognuno di noi è un centro di coscienza, senza il quale il mondo non avrebbe significato per quell’individuo.


      • Kant e la dignità dell’uomo: l’essere umano come fine e non mezzo.

        Immanuel Kant affermava che ogni essere umano ha dignità intrinseca e non deve mai essere trattato solo come un mezzo per un fine altrui, ma sempre come un fine in sé.

        Questa idea è espressa nella sua Formula dell’Umanità, all’interno dell’Imperativo Categorico:

        “Agisci in modo da trattare l’umanità, sia nella tua persona sia in quella di ogni altro, sempre anche come fine e mai semplicemente come mezzo.”

        In altre parole, le persone non devono essere usate solo per vantaggi personali o strumentali, ma rispettate nella loro autonomia e valore assoluto. Questa concezione è alla base dei diritti umani e dell’etica moderna.

  • La connessione con il Creatore:

    • Il concetto di “trascendenza” e “unicità” della persona.

    • Il valore dell’uomo in una visione spirituale.

    • Domande Stimolo:

      • “La scienza ci ha allontanati o avvicinati alla consapevolezza della nostra centralità?”

      • “In che modo questa visione della dignità della persona può influenzare il nostro modo di vivere?”

      • “Possiamo davvero essere solo ‘spettatori’ del mondo?”

      • Esercizio di Riflessione:
        • come vi sentite “centro” della vostra esperienza?

 

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  • Ricapitolazione:

    • L’importanza del nostro ruolo di osservatori e interpreti dell’Universo.

    • La dignità della persona come valore assoluto, indipendente da ogni gerarchia esterna.

  • Chiusura con un Pensiero Ispiratore:

    • “Se l’Universo è infinito, allora la nostra coscienza è altrettanto centrale e infinita nel suo valore.”

Questa impostazione bilancia scienza, filosofia e spiritualità

Il capitolo è molto interessante e stimolante, perché intreccia scienza, filosofia e spiritualità in una riflessione sulla centralità della persona nell’universo.

Ecco alcuni punti di forza e possibili spunti di miglioramento:

Punti di Forza:

  1. Approccio interdisciplinare:

    • Il testo parte dalla scienza (eliocentrismo e relatività del movimento) per poi arrivare a una riflessione filosofica e teologica. Questo lo rende accessibile a diverse sensibilità e campi del sapere.

  2. Uso dell’immaginazione per guidare il ragionamento:

    • L’esempio del corpo che si muove nello spazio vuoto è efficace per far comprendere la relatività del movimento e il ruolo dell’osservatore.

    • Questo porta il lettore a un’idea chiave: la realtà esiste solo in relazione alla coscienza che la percepisce.

  3. Messaggio profondo sulla dignità della persona:

    • L’idea che ogni individuo sia un “centro” nel quale si riflette l’universo è molto potente.

    • Sottolineare che la soggettività umana è trascendentale dà un valore altissimo alla persona.

Possibili Spunti di Miglioramento:

  1. Maggiore chiarezza nei passaggi logici:

    • Il testo segue un flusso di pensiero molto intuitivo, ma alcuni passaggi potrebbero essere resi più chiari per un pubblico meno abituato a questo tipo di ragionamenti.

    • Ad esempio, il passaggio dalla relatività del moto alla centralità della coscienza potrebbe essere esplicitato meglio.

  2. Differenziazione tra livelli di realtà:

    • Il testo sottolinea che “se una coscienza manca, la realtà per quella coscienza non esiste”.

    • Sarebbe utile chiarire che esiste una distinzione tra esistenza oggettiva (che può persistere indipendentemente dall’osservatore) e esistenza soggettiva (che ha senso solo per chi la percepisce).

  3. Maggiore connessione con il concetto di dignità umana:

    • Il ragionamento sulla relatività del movimento e sulla coscienza porta molto bene all’idea che l’uomo sia centrale nell’universo.

    • Tuttavia, il legame con la dignità della persona potrebbe essere enfatizzato di più. Ad esempio, potresti aggiungere un riferimento a come questa consapevolezza si traduce in etica e responsabilità verso gli altri.