UNA VOCE DAL DESERTO:
Parecchi problemi umani sono il frutto della mente distorta che desidera sempre ciò che non ha. Molti progetti rovinano la vita degli uomini perché non servono al loro perfezionamento.
Essi li fanno continuamente proiettare mentalmente nel futuro e non vivono mai il vero presente. Per questo sono completamente infelici: non hanno capito che il futuro non esiste perché sarà sempre un presente non vissuto.
C’è chi vive di ricordi del passato e chi desidera I’attuazione del futuro. Ma è un inganno della mente che non sa godere la realtà del presente. Chi vive realmente il presente è già inserito nella vera eternità: egli vive e sa amare tutto ciò che la vita gli propone.
Tutto è presente: voi siete nella realtà ciò che siete nel presente e non altro.
Cambierete, muterete, vi evolverete in tutti i piani della realtà esistenziale,ma la coscienza è sempre viva e attuale nel presente, mai nel passato o nel futuro.
Un ricordo è un atto presente della mente, così un progetto od un’aspirazione, o un desiderio. Se desiderate smodatamente vi proiettate in un tempo che non esiste e questa è pura follia perché vi disperdete nel nulla. Non vivete la vostra realtà spazio-temporale presente, siete alienati.
Non desiderate ciò che è giusto desiderare, cioè desiderate male! Cercate di adoperare rettamente la vostra mente per giudicare con vera saggezza. Anche la Sacra Bibbia riporta espressioni di retto desiderio “0 Dio, tu sei il mio
Dio, all’aurora ti cerco, di te ha sete l’anima mia, a te anela la mia carne ……
Desiderare Dio al di sopra di tutto e di tutti è realmente vivere il presente perché in Lui non c’è limite spazio-temporale. Per essergli gradito non dite voi cristiani che bisogna osservare i dieci comandamenti? Quei comandamenti costituiscono un freno al desiderio smodato. Gli ultimi sono significativi: “non desiderare la roba d’altri e la donna d’altri”. Desideri simili mettono Dio all’ultimo posto e questo è un grave errore per la propria evoluzione.
Dio va amato al di sopra dei propri interessi e questa è la vera felicità e la vostra pienezza. Amare Dio è difficile ma anche facile per chi
conosce la via. Amare Dio significa vivere già l’eternità nel presente perché ogni istante è eternità. Dalla dimensione che vi attende dopo la morte non si può più sfuggire perché in essa non c’è più passato o avvenire ma solo eterno presente.
L’eterno presente che è divino. L’ultimo istante della vita terrena è fondamentale perché in esso è racchiusa l’eternità che determinerà la vera vita. La persona realizzata vive già quest’ultimo istante. Gesù stesso parla della sua “ora” dicendo che è proprio per quell’ora che Egli è venuto. E così gli altri grandi uomini come tutti i santi.
Chi vive come fosse in quell’ultimo istante non desidera altro, si sente completamente rappacificato con se stesso, gli altri e Dio. Non è teso, in lui non c’è tensione nevrotica, non c’è desiderio inutile. L’unico desiderio è vivere I’attimo, ma il saggio sa già di vivere I’attimo ed è in pace. Non subisce alcuna evoluzione perché è totalmente armonizzato con il proprio centro interiore. Qualsiasi cosa faccia la fa senza tensione. Qualsiasi! Mangiare, bere, dormire, camminare, ascoltare, parlare, operare, pensare. Nulla lo turba.
Ogni attimo viene vissuto in pienezza e nulla è banale. Per il vero saggio nulla è banale, ricordatelo, nulla! Cristo stesso dice: “non affannatevi per il domani, perché il domani avrà già le sue inquietudini!”.
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Il Vangelo a cura di Ermes Ronchi
Marta e Maria, il Signore cerca amici non servi
XVI Dom. T.O. anno – C – 2019
Vangelo – Lc 10,38-42
Mentre erano in cammino, entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo accolse nella sua casa. Essa aveva una sorella, di nome Maria, la quale, sedutasi ai piedi di Gesù, ascoltava la sua parola; Marta invece era tutta presa dai molti servizi. Pertanto, fattasi avanti, disse: «Signore, non ti curi che mia sorella mi ha lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti». Ma Gesù le rispose: «Marta, Marta, tu ti preoccupi e ti agiti per molte cose, ma una sola è la cosa di cui c’è bisogno. Maria si è scelta la parte migliore, che non le sarà tolta».
XVI domenica Luca 10,38-42bis
Una donna di nome Marta lo ospitò nella sua casa. Ha la stanchezza del viaggio nei piedi, negli occhi la fatica del dolore incontrato. Allora riposare nella frescura amica di una casa, cenare in compagnia sorridente, è un dono, e Gesù lo accoglie con gioia. Entra nella casa di due donne, sovranamente libero di andare dove lo porta il cuore. Libero di parlare alle donne, le escluse, le relegate.
Una stanza piena di gente: Maria ai piedi dell’amico; i discepoli intorno; Marta, la generosa, è sola nella sua cucina, alimenta il fuoco, controlla le pentole, si alza, passa e ripassa davanti al gruppo, a preparare pane e bevande e tavola, lei sola affaccendata per tutti.
Maria seduta ascoltava Gesù. Un uomo che profuma di cielo e una donna, seduti vicinissimi. Una scena così inconsueta per gli usi del tempo che pare quasi un miracolo. Tutti i pregiudizi sulle donne saltati in aria. Si fa discepola privilegiata la donna che i rabbini del tempo neppure accettavano alla loro scuola. Invece Gesù e Maria di Betania rompono gli schemi, spezzano i ruoli sociali e culturali. Totalmente presi l’uno dall’altra, lui a darsi, lei a riceverlo. E li sento tutti e due felici. Lui totalmente suo, lei totalmente sua.
Mi piace Maria che sa essere in vacanza dentro al quotidiano. Senza sensi di colpa. Che sa incantarsi, come fosse la prima volta. Conosciamo tutti il miracolo della prima volta. Poi, ci si abitua. L’eternità invece è non abituarsi, è il miracolo della prima volta che si ripete sempre: quello di Maria di Betania seduta a bersi quelle parole, i silenzi, gli occhi…
Il primo rapporto con Dio è l’ascolto. Dall’ascolto comincia la relazione. Ascoltare uno è come dirgli “tu sei importante per me, mi interessi, mi piaci, ti do tempo, ti do cuore”.
E poi c’è Marta, la padrona di casa. Gli ospiti sono come gli angeli e c’è da offrire loro il meglio. Marta teme di non farcela, e allora “si fa avanti”, con la libertà che le detta l’amicizia, e s’interpone tra Gesù e la sorella: “dille che mi aiuti!”. Qualche conflitto tra familiari c’è anche nelle case più belle e visitate da Dio, lo sappiamo…
E Gesù, affettuosamente come si fa con gli amici, chiama Marta e la calma; ha osservato a lungo il suo lavoro, l’ha seguita con gli occhi, ha visto il riverbero della fiamma sul suo volto, ha ascoltato i rumori della stanza accanto, sentito l’odore del fuoco e del cibo quando Marta passava, era come se fosse stato con lei, in cucina. In quel luogo che ci ricorda il nostro corpo, il bisogno del cibo, la lotta per la sopravvivenza, il gusto di cose buone, i nostri piccoli piaceri, e poi la trasformazione dei doni della terra e del sole, anche lì abita il Signore (J. Tolentino).
La realtà sa di pane, la preghiera sa di casa e di fuoco. Ma la casa di che cosa profuma? La profumano le persone.
Gesù non accetta che Marta si limiti, si impoverisca nelle troppe faccende di casa: Tu, le dice Gesù, sei molto di più. Tu non sei le cose che fai; tu puoi stare con me in una relazione nuova, non di servizi ma di orizzonti, semine, guarigioni, Tu puoi essere profeta, bocca di Dio. I primi profeti del vangelo infatti sono due donne, Maria ed Elisabetta: hanno un cuore che ascolta.
«Maria ha scelto la parte buona»: Marta non si ferma un minuto, Maria invece è seduta, occhi liquidi di felicità; Marta si agita e non può ascoltare, Maria nel suo apparente “far niente” ha messo al centro della casa Gesù, l’amico e il profeta. Doveva bruciarle il cuore quel giorno.
Le due sorelle di Betania tracciano i passi della fede vera: passare dall’affanno di ciò che devo fare per Dio, allo stupore di ciò che Lui fa per me. I passi di fede di ogni credente: passare da Dio come dovere a Dio come desiderio.
Perché Dio non cerca servi, ma amici (Gv 15,15); non cerca persone che facciano delle cose per lui, ma gente che gli lasci fare delle cose, che lo lasci essere Dio… Il centro della fede è ciò che Dio fa per me, non ciò che io faccio per Dio.
Una lettura grezza del Vangelo ha spesso contrapposto le due sorelle, mentre esse sono i due polmoni della Chiesa, vorrei dire “i due cuori”. C’è del cuore in Marta che non sa più che cosa inventare per il suo amico. C’è del cuore in Maria che non vuole perdere una sola delle sue parole. Gesù ha bisogno di tutte e due le cose: del pane quotidiano e dell’ascolto amoroso.
E se rimprovera Marta non le dice: non fare niente, stasera non mangiamo, ma: fa’ un po’ meno, siediti qui, guardiamoci, ascoltiamoci, come fanno gli amici. “Marta”, le dice, “prima le persone poi le cose”.
Gesù non contraddice il servizio ma l’affanno, non contesta il cuore generoso ma il fare frenetico, che vela lo sguardo e il cuore.
Gesù ferma la corsa di Marta, la donna serva, e la mette davanti a sé: donna amica. La donna negata diventa la donna ridestata. La donna dell’ombra viene messa in piena luce e, lasciatemi dire, quanto diversa sarebbe la Chiesa se Papa, vescovi, preti chiamassero le donne a condividere pensieri, orizzonti, sogni ed emozioni. Quanto diversa e quanto più calore e freschezza, quanta meno burocrazia e più amicizia, più forza del cuore, come scrive il mistico Rumi (XIII sec): “Se tu ascoltassi la lezione del cuore anche una sola volta, faresti lezione ai professori”.
Di questa sola cosa c’è bisogno. Attento alle troppe cose. Lo dice a me e a tutti: attento a un troppo che è in agguato, a un troppo che può sorgere e ingoiarti, troppo lavoro, troppi desideri, troppo correre, troppi impegni e non c’è posto per tutti. E non distingui più tra superfluo e necessario, tra illusorio e permanente, tra effimero ed eterno. Prima la persona, poi le cose da fare. L’amica seduta e l’amica affaccendata sono due modi d’amare, entrambi necessari. Maria non può fare ameno di Marta, né Marta può fare a meno di Maria.
Io sono Marta, io sono Maria; dentro di me le due sorelle si tengono per mano, battono i loro due cuori, il cuore che ascolta, il cuore che sa servire. Entrambi, sempre, per amore.
Commento a cura di Ermes Ronchi per gli amici dei social
Un rabbi che entra nella casa di due donne, sovranamente libero di andare dove lo porta il cuore. Libero di parlare alle donne, le
escluse, seguendo la strada tracciata per la prima volta dall’angelo dell’annunciazione: mettere a parte le donne dei più
riposti segreti del Signore.
Passare dall’affanno di ciò che devo fare per Lui, allo stupore di ciò che Lui fa per me, questo è l’itinerario delle due sorelle di
Betania, simbolo di ogni credente. Passare da Dio come dovere a Dio come desiderio.
Maria, seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola.
Sapienza del cuore di donna, intuito che sceglie ciò che fa bene alla vita e regala pace, libertà, orizzonti e sogni: la Parola di Dio.
Maria, che ben conosce Gesù, sa ancora ascoltarlo stupefatta; sa incantarsi ancora, come fosse la prima volta. Tutti conosciamo il
miracolo della prima volta. Poi, ci si abitua. L’eternità invece è non abituarsi, è il miracolo della prima volta che si ripete
sempre: il miracolo di Maria di Betania, ancora una volta a bere le sue parole e i suoi silenzi e i suoi occhi. Perché Gesù non cerca
servitori, ma amici; non cerca delle persone che facciano delle cose per lui, ma gente che gli lasci fare delle cose grandi, come
Maria di Nazareth: ha fatto grandi cose in me l’Onnipotente. Il centro di tutta la fede è ciò che Dio fa per me, non ciò che io
faccio per Dio.
Allora il primo servizio da rendere a Dio è l’ascolto. E’ dall’ascolto che comincia la relazione, perché ti prende una sorta
di contagio quando sei vicino a uno come Lui, un contagio di luce quando sei vicino alla luce.
Mi piace immaginare questi due totalmente presi l’uno dall’altra, lui a darsi, lei a riceverlo. E li sento tutti e due felici, lui di aver
trovato un nido e un cuore in ascolto, lei di avere un rabbi tutto per sé, per lei che è donna, a cui nessuno insegna. Lui totalmente
suo, lei totalmente sua.
A Maria doveva bruciare il cuore quel giorno. Da quel momento la sua vita è cambiata. Maria è diventata feconda, grembo dove si
custodisce il seme della Parola, apostola: inviata a donare, ad ogni incontro, ciò che Gesù le aveva seminato nel cuore.
Marta Marta tu ti affanni e ti agiti per troppe cose. Gesù, affettuosamente raddoppia il nome, non contraddice il servizio
ma l’affanno, non contesta il cuore generoso di Marta ma l’agitazione.
A tutti, ripete: attento a un troppo che è in agguato, a un troppo che può sorgere e ingoiarti, troppo lavoro, troppi desideri,
troppo correre. Prima la persona poi le cose. Ti siedi ai piedi di Cristo e impari la cosa più importante: distinguere tra superfluo
e necessario, tra illusorio e permanente, tra effimero ed eterno.
Gesù non sopporta che Marta sia impoverita in un ruolo di servizio marginale, che si perda nelle troppe faccende di casa:
Tu, le dice Gesù, sei molto di più. Tu non sei le cose che fai; tu puoi stare con me in una relazione diversa,
condividere non solo servizi, ma pensieri, sogni, emozioni, sapienza, conoscenza.
Marta e Maria non si oppongono, i loro atteggiamenti sono complementari. Marta non può fare a meno di Maria perché il
nostro servizio ha un’unica sorgente che fa grande il cuore.
Maria non può fare a meno di Marta perché non c’è amore di Dio che non debba tradursi in gesti concreti. L’amica e l’ancella sono
due modi d’amare, entrambi necessari, i due poli di un unico comandamento: amerai il Signore tuo Dio e amerai il tuo
prossimo. Di un’unica beatitudine: beati quelli che ascoltano la Parola, beati quelli che la mettono in pratica.
Io sono Marta, io sono Maria; dentro di me le due sorelle si tengono per mano, e quando nulla separerà l’uomo da Dio, allora nulla separerà l’uomo dal servizio all’uomo. (Lc 10,38-42)
Commenti al Vangelo domenica 21 luglio – p. Ermes – Aiutarlo ad essere Dio
O Spirito Santo. Tu conosci perfettamente cosa c’è nel nostro cuore. Tu ami profondamente ogni uomo perché è il tuo Tempio Santo.
Aiutaci a purificarci col pentimento sincero dei nostri peccati ed insegnaci a contare i nostri giorni.
Nei momenti di tristezza, arreca la gioia del cuore.
Quando siamo preoccupati infondi in noi la serenità.
Quando smarriamo il senso della vita, orientaci sulla via retta.
Quando siamo delusi di noi stessi, donaci la speranza.
Quando non riusciamo a pregare, predisponici ad amarti.
Quando ci smarriamo nei vizi, donaci la vera forza per vincerli.
Quando dubitiamo, illuminaci per conoscere la Verità.
Quando siamo nell’affanno, consolaci.
Quando ci sentiamo aridi interiormente, accendi in noi l’amore.
Quando la vita ci disgusta, donaci lo stupore per il Creato.
O Spirito Santo, insegnaci ad amare!
ALCUNI LIBRI DI PIER ANGELO PIAI
GUARIRE LA MENTE PER GUARIRE IL CORPO: http://www.edizionisegno.it/libro.asp…
LA SPIRALE DELLA VITA (riedizione) : http://www.edizionisegno.it/libro.asp…
L’ANIMA ESISTE ED È IMMORTALE ed. Segno http://www.edizionisegno.it/libro.asp…
“LA FORZA DELLA FRAGILITÀ” ed.Segno (In questo mio libro troverete preghiere per molti stati d’animo e situazioni personali) http://www.edizionisegno.it/libro.asp….
VERSO L’ETERNITÀ (commenti su 4 anni di messaggi della Regina della Pace) http://www.edizionisegno.it/libro.asp…
LA STIMMATIZZATA DI UDINE (Storia autentica di Raffaella Lionetti, dotata di speciali carismi) http://www.edizionisegno.it/libro.asp…
FIAMMA D’AMORE DEL CUORE IMMACOLATO DI MARIA http://www.edizionisegno.it/libro.asp…
CONCETTA BERTOLI – La donna che vide la terza guerra mondiale http://www.edizionisegno.it/libro.asp…
IL RESPIRO DELL’ANIMA INNAMORATA http://www.edizionisegno.it/libro.asp…
MARCELLO TOMADINI il pittore fotografo dei lager https://www.edizionisegno.it/libro.as…
DIARIO DI UN PELLEGRINO CARNICO https://www.edizionisegno.it/libro.as…
GESÙ CHIEDE TOTALE FIDUCIA IN LUI (nel “Colloquio interiore” di suor Maria della Trinità) https://www.edizionisegno.it/libro.as…
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I 10 SEGRETI DI MEDJUGORJE (di Padre Livio Fanzaga):
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LE APPARIZIONI DELLA MADONNA A PORZUS – Nuova versione
6 luglio 2005
IL CATECHISMO DELLA CHIESA CATTOLICA IN AUDIO
Catechesi e omelie di padre Lino Pedron