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Padre Cesario Maria nasce a Rovigo il 4 luglio 1893 da libero Giuseppe Finotti e da Liberata Occari.È battezzato l’8 luglio nel duomo cittadino e gli viene dato il nome di Giacomo.

Provato dalla povertà e dalla sofferenza, per la morte in tenera età di entrambi i genitori, è cresciuto nella fede e nell’amore dalla nonna materna.

A 13 anni entra nel seminario serafico dei frati Cappuccini presente in città. Quindi passa in quello di Verona.

Sedicenne, il 5 giugno 1909, veste a Bassano del Grappa l’abito cappuccino riceve il nome nuovo di Fra Cesario Maria.

Riprende quindi gli studi nei conventi di Thiene e di Udine.

Giunge il tempo del servizio militare, che adempie per sei anni (1913 1919) nei reparti di sanità dei vari ospedali da campo, sino a guerra finita.

Rientrato in convento, a Venezia si consacra definitivamente con i voti solenni di povertà, castità e obbedienza, il 2 maggio 1920 e il 17 dicembre 1921, nella basilica di San Marco, viene consacrato sacerdote dal cardinale patriarca, il servo di Dio Pietro La Fontaine.

Nel 1923 è destinato al convento di Gorizia ma vi rimane pochi mesi. Riceve l’abilitazione alla predicazione. Questa sarà l’attività sacerdotale che maggiormente caratterizzerà la vita di padre Cesario: missioni al popolo, esercizi attivi spirituali, novene, panegirici, omelie a ogni categoria di persone. Sempre con competenza, chiarezza e un pizzico di facezia, che hanno aiutato a mantenere vivo negli anni il ricordo delle sue prediche.

Inizia un lungo periodo caratterizzato da cambiamenti di conventi e di attività. Per un anno svolge il ruolo di insegnante ed educatore nel seminario serafico di Verona (1923 – 1924), ma deve ritirarsi per motivi di salute.

Passa a San Servolo a Venezia come cappellano, e, dal gennaio 1926, è cappellano al cimitero urbano di Udine.

Ritorna a Gorizia come superiore, per un anno (1928 1929); poi a Padova, sempre come superiore, per un anno; tre anni a Zara (allora in zona italiana) come presidente dell’ospizio dei cappuccini il direttore spirituale del seminario arcivescovile della Dalmazia.

Nell’ottobre 1935 approda a Castelmonte (UD) come superiore della comunità e responsabile del santuario mariano. Così rimane quattro anni, fino al suo ritorno come cappellano ispettore al cimitero urbano di Udine. Qui si ferma per vent’anni, fino al 1959, per passare quindi alla comunità cappuccina del nuovo convento costruito in via Chiusaforte, accanto all’ospedale civile di Udine. Nella nuova fraternità padre Cesario resta operoso fino all’incontro con sorella morte.

Per il suo prezioso servizio in cimitero, padre Cesario viene prima insignito dell’onorificenza di Cavaliere dell’ordine al merito della Repubblica (1957) e poi gli viene conferita anche la cittadinanza onoraria (1959). Un particolare ricordo merita l’attenzione posta dal padre, durante il periodo bellico, a tanti perseguitati e vittime della guerra.

Nel 1983, i sacerdoti friulani, i confratelli, la cittadinanza Udinese e gli innumerevoli amici ed estimatori stavano preparando una grandiosa festa per i 90 anni di padre Cesario, prevista per il 4 luglio. La “festa” al novantenne fu anticipata di tre giorni, ossia al 1° luglio, poiché il Signore lo chiamò nel suo paradiso.

Padre Cesario morì serenamente alle 18,47, nella sua cella in convento, pregando e invocando la Madonna. La sua lunga esistenza fu tutta spesa per la gloria del Signore e per il bene delle anime: 74 anni di vita consacrata, 62 di servizio sacerdotale oltre 40 donati al Friuli e alla città di Udine, che ricordano con riconoscenza.Alla sua morte fu allestita la camera ardente.

Per due giorni fu un pellegrinare continuo di persone in lacrime per un ultimo saluto o per avere qualche suo ricordo. Al funerale, il 4 luglio, accanto alle autorità cittadine e al vescovo ausiliare monsignor Emilio Pizzoni, partecipò una grande moltitudine di gente, di ogni categoria, soprattutto i suoi sacerdoti e i suoi poveri.

Fu tumulato nella tomba dei frati Cappuccini in quel cimitero che tanto aveva amato e servito…(Il testo continua con l’audio del video)

 

(p.Aurelio Blasotti – “Santi e martiri nel Friuli e Nella Venezia Giulia” p.319 – ed. Messaggero PD)

 

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testo basato sull’articolo pubblicato su:

IL FRIULI.IT

 

https://www.ilfriuli.it/articolo/cultura/udine-il-colle-del-castello-e-il-piu-grande-tumulo-artificiale-della-protostoria-europea/6/263928

 

Nel centro di Udine si trova una collina totalmente artificiale, realizzata in epoca pre-romana, probabilmente tra 3500 e 3000 anni fa, durante l’età del Bronzo.

Gli strati e le argille che costituiscono il colle non sono disposti secondo una sequenza naturale, ma sono stati accumulati artificialmente. Il materiale di riporto proviene in larga parte dalla zona che ora corrisponde a Piazza I Maggio.

La tecnica adottata per la realizzazione del tumulo è la stessa impiegata durante l’età del Bronzo e del Ferro nel resto della pianura friulana per edificare gli argini difensivi (aggeri) che proteggevano i villaggi fortificati chiamati “castellieri”.

Tra il 1.400 e il 950 a.C. Udine, infatti, era sede del più grande di questi castellieri friulani, con un’estensione massima di quasi 20 ettari, e all’epoca era, quindi, il centro di riferimento principale.

La scoperta è straordinaria, in quanto il colle artificiale di Udine costituisce un unicum, senza confronti in Italia ed è probabilmente il più grande di tutta Europa.

 

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Il santuario della Madonna Missionaria, a Tricesimo (UD) è un santuario di recente costruzione che si affianca ad un castello del medioevo che è anche luogo di ritiro spirituale per sacerdoti.

È un luogo santo dove si può meditare , trovare pace e riscoprire e rafforzare la propria fede.

p. Aldo Ormai, stimmatino, ne illustra la storia e ne descrive la vita spirituale e liturgica…

 

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Il Presepio all’aperto è stato allestito dall’Associazione culturale-ricreativa Amis di Grupignano, negli spazi della sua sede.

Ogni componente scenografico del presepio è stato realizzato interamente a mano dai soci,, utilizzando i materiali più comuni: carta, cartone, legno, stoffa, sassi.

Con gli stessi semplici materiali si sono assemblati anche personaggi che animano le diverse scene di vita quotidiana.

Edifici e costruzioni varie, statuine, accessori ed animali sono accomunati dalla medesima cura nella loro paziente confezione manuale, con la minuziosa resa dei particolari più minuti.

Adeste Fideles è cantata da Beppino Lodolo, noto cantautore friulano.

 

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MOSTRA a Cividale del Friuli su GASPARE GISONE – Chiesa di Santa Maria in Corte dal 1 dicembre al 30 dicembre 2019.
Mostra voluta da ANGELO BACCI, TONI TONIATO (Colonne portanti della Biennale di Venezia) e Lorenzo Palumbo, artista cividalese

Gaspare Gisone, nato nel 1975 a Castelvetrano (Tp). Vive e lavora a Milano dove i suoi lavori di particolare tecnica hanno riscontrato notevole successo. Ha esposto nelle fiere più importanti italiane e mostre collettive estere: Praga, Cracovia, Stoccarda e una grande mostra personale alla Citè du Temps di Ginevra.

Il taglio slabbrato con forza e volontà plastica, rivela che per Gisone, esso è il risultato di un gesto che trapassa la tela per creare un vuoto “dietro”, ma al contrario di Fontana, che col taglio ambiva a un vuoto spaziale, senza interferenze di possibili forme, Gisone vuole trovare un “dietro” animato da un intreccio di immagini, e documenta con il segno l’ambigua fine di uno spazio che va “oltre”. (Marisa Vescovo)

Gaspare Gisone lavora sulla spazialità, interpretata come concretezza materica su cui agire con disperata forza d’espressione, quasi a forzarne l’intima consistenza con un’impronta d’apertura che lascia tracce profonde, lacerazione del tessuto, come effetto del trauma. (Francesco Gallo)

Temperamento complesso, portato a riflettere sulla contrapposizione tra materia e spirito, speranza e angoscia, Gisone interviene con segni inequivocabili sulla superficie dei suoi lavori, ricavandone un risultato visivo e tattile che evidenzia la volontà dell’artista di liberarsi dall’oggetto reale per creare un nuovo alfabeto pittorico. (Riccardo Zelatore)

 

di ANGELO BACCI:

 

 

Gaspare Gisone

Nasce a Castelvetrano l’11 giugno 1975 Gaspare Gisone, giovane e promettente artista, studioso e appassionato ricercatore “Neo spazialista” o “Spazialista Contemporaneo”, interessato da oltre sette anni dallo spazialismo di Lucio Fontana, uno degli artisti maggiori del millenovecento. Ebbene le sue preziose e scientifiche ricerche e l’approfondito studio lo pongono tra i migliori e più appassionati protagonisti dello Spazialismo moderno, che significa seguire una nuova forma d’arte, capace di imprimere un’esperienza sensoriale nuova, più dinamica e aperta, con una prospettiva illuminante e costruttiva, ovvero dare vita e concretezza a: “Spazi in costante e continua evoluzione…..”. Non è facile e semplice seguire, analizzare e cogliere tutti gli aspetti, valori, sensazioni e vibrazioni che ispirano un artista come Gisone, capace di porsi degli obiettivi e mettersi completamente in gioco. Come Appassionato e Storico Cultore dell’Arte e amante dell’Arte Nazionale ed Internazionale, considero l’artista Gisone, un autore di grande talento e creatività, che sa disegnare un percorso da protagonista, capace quindi di disegnare, con realtà e immediatezza, la vita. Mi permetto di sottolineare che ci troviamo di fronte ad un artista, che opera a 360°, in grado perciò di realizzare opere di grande rilievo artistico ed espressivo, direi ricche di inventiva e poesia, mettendo in evidenza, con assoluta maestria e professionalità, e nel concreto emergono con forza tutto il carattere, la personalità e il carisma delle sue opere. Le sue opere sono un inno alla bellezza, giacché ogni opera di Gisone è una nuova e strabiliante strofa che va ad arricchire quell’ode all’esistenza e all’eccellenza che l’artista realizza con le sue straordinarie opere, che di fatto inneggiano al futuro e alla nuova e innovativa espressione artistica, umana, sociale e spirituale. Concludo con un mio pensiero: “ Gaspare Gisone, a suo modo si dimostra di possedere tutte qualità e le caratteristiche che lo rendono unico e atipico, grazie ad una squisita sensibilità poetica, un senso di raffinatezza spontaneo e sincero. La sua comunicatività è di qualità immediata e non necessita di essere compresa, ma interpretata, poiché il suo lavoro è un delicato equilibrio tra poesia ed estetica, seguendo la voce dell’anima, dimostrando così di essere un raffinato ed elegante conoscitore e traduttore di sensazioni, ma anche un elegante cultore del “bello” inteso come valore assoluto. Infine, concludo con un mio personale pensiero: credo Gaspare Gisone, per ciò che è e fa, meriti una Mostra Personale in uno spazio incantevole come quello di Cividale!

Angelo Bacci

 

GISONE GASPARE

Premesso che definire un artista come Gaspare Gisone, è sempre difficile e complesso, perché entrano in gioco diversi elementi identificativi, valori e sentimenti personali, professionali, umani, artistici e soprattutto emergono prepotenti le esperienze, le ricerche, gli studi e interessi diversi. Entrano perciò in gioco fattori che identificano, esprimono, qualificano e caratterizzano la personalità, il carisma e il talento, nel suo operare, contraddistinguono e danno valore e realtà al giovane e qualificato artista Gisone. D’altronde, analizzando e percorrendo la sua vita artistica ed iconografica ed il suo excursus storico, artistico e culturale, intellettuale e creativo, Gisone è un artista originale e particolare. Infatti, le sue opere sono lo specchio migliore di ciò che è e rappresenta l’artista. I suoi sono “Spazi in costante e continua evoluzione”, ovvero un omaggio al grande Maestro Lucio Fontana, la sua ispirazione. Certo è che il lavoro di Gisone, che sta portando avanti, con passione e grande impegno, come autore e allievo di Fontana, lo coinvolge talmente tanto che il giovane artista dimostra di possedere una squisita e illuminante sensibilità, un nobile gusto e una raffinatezza spontanea e innata. Ciò che emerge e stupisce è la semplicità con cui si propone grazie alla sua dialettica comunicativa ed espressiva, che lo distingue e rende unico. Gisone si propone al mondo dell’Arte Contemporanea, con lucidità e coraggio, valori importanti che evidenziano l’entusiasmo, la maturità e la saggezza, nel dimostrare umilmente che la sua ricerca è appena iniziata, perché è cosciente di vivere in una società, complessa, travagliata e quindi in continua e frenetica evoluzione, dove dominano le nuove tecnologie informatiche e mediatiche, il Dio denaro e l’inquinato mercato, che per cambiare esigono un radicale e urgente cambiamento, partendo proprio dalla ricerca pittorica e scultorea di Fontana. In conclusione, la mia opinione personale sull’artista è esaltare le sue doti, in primis, la sua eccellente tecnica, qualità che mettono in evidenza la sua ricerca della perfezione, che conferiscono, alle sue splendide opere, un carattere e identità profonda e riflessiva, in quanto il suo lavoro, appassionato e lungimirante, si propone con prepotenza, giacché le sue creature espressive e fantasiose sono un insieme di emozioni, vibrazioni, immaginazioni e sogni, che solo un raffinato cultore e amante del bello, diviene un valore assoluto. In conclusione ci troviamo di fronte ad un artista a tutto tondo, con spiccate qualità artistiche, umane e spirituali, che, nonostante le tante asperità, sfida ancora oggi, se stesso, per raggiungere con calma e chiarezza i suoi obiettivi ambiziosi e propositivi!

Angelo Bacci: Operaio laureato in Architettura, Dipendente per oltre quarant’anni della Biennale di Venezia, Appassionato Cultore e Storico dell’Arte Contemporanea, Biografo, Recensore, Scrittore e Poeta!

 

 

 

 

 

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IL TERREMOTO DEL FRIULI DEL 1976 : dai segni
premonitori all’evento.

 

Nel maggio del 1976 mi trovavo a Udine presso l’Istituto Tomadini dove svolgendo la mansione di educatore coordinatore.

Da alcuni mesi avvertivo in me delle strane sensazioni che qualcosa di grave prima o poi sarebbe successo in Friuli e si ripresentava in mente, nel mio immaginario, la visione di molte case distrutte, dai monti della Carnia al Cividalese.

 

Un pensiero molto insistente che comunicai ad alcuni, specialmente all’amico Maurizio Basso che tuttora abita a Udine in via Tolmezzo. Un giorno, mi venne in mente di fare una cosa strana per passare il tempo ed esorcizzare la terribile premonizione: mi misi a simulare l’annuncio di un catastrofico terremoto in Friuli, dalla Carnia al Cividalese, incidendolo su un nastro che tuttora conservo.

 

Attualmente non ricordo la data esatta dell’incisione, ma certamente prima del sei maggio 1976:
gli studiosi potrebbero benissimo verificarlo perché prima del macabro scherzo avevo registrato frammenti di programmi radio dei momenti precedenti.

Il giorno stesso del terremoto avvertivo una strana sensazione. Mi recai da Tosolini Aldino, allora caporeparto,
confidandogli la sensazione.

Il 6 maggio l’aria era strana: una forte sensazione di cappa umida opprimeva tutti ed i ragazzi erano particolarmente vivaci. Dai tombini fuoriusciva uno strano olezzo, gli uccelli stessi si
agitavano in modo insolito tra un ramo all’altro.

Nel tardo pomeriggio dissi all’amico Aldino: “Lo sento, oggi arriverà!”

Verso le 21, mentre facevo la mia solita ispezione per i reparti e mi trovavo lungo il corridoio attiguo alla mensa, udii un boato. Mi misi a correre cercando una via di uscita. Poi avvenne la seconda lunghissima scossa: Ovunque cadevano calcinacci, i vetri tremavano spaventosamente e sembravano squassarsi, il pavimento ondeggiava… I ragazzi che erano ai piani inferiori si precipitarono scendendo le scale come impazziti
e trovando la porta sbarrata, ruppero i vetri con calci e pugni ed uscirono in cortile.

Ad un certo punto cinque di loro mi si avvicinarono urlando dal dolore per le ferite alle braccia, al volto

ed alle mani che grondavano di sangue. Subito li caricai nella mia auto (una Fiat 128 rossa) e li

portai al pronto soccorso del vicino ospedale di Udine per i primi interventi. Mentre attendevo 

vidi un viavai di ambulanze a sirene spiegate: erano i primi feriti che giungevano dalle zone

più colpite del Friuli.

La scossa traumatizzò tutti e nessuno voleva rientrare.

Questo per alcuni giorni e nei cortili si dovette allestire delle tende, finché la situazione si placò e tutti cercavano di abituarsi un po’ alle frequenti scosse di assestamento.

 

Una cosa simile mi accadde il 26 settembre del 1997: verso le due di notte mi svegliai e dissi a mia moglie che percepivo imminente una forte scossa di terremoto con epicentro a Serravalle e che avrebbe coinvolto anche Assisie così accadde alle 2 e 33

https://it.wikipedia.org/wiki/Terremoto_di_Umbria_e_Marche_del_1997

 

CONSIDERAZIONI PERSONALI

Mi sono sempre domandato il perché io avessi avuto così chiaro nella mente la premonizione di questi due eventi così significativi che hanno determinato anche molte mie scelte personali. Così ho pensato alle interconnessioni spazio-temporali del nostro io a cui facciamo poco caso. In noi non ci sono solo le interazioni prettamente spaziali (come nella telepatia), ma anche quelle temporali (diacroniche).

La nostra mente non rimane confinata nell’ambito strettamente cerebrale, ma si estende ben oltre.
Come essa ricorda molti eventi del passato perché è anche da loro plasmata e li ha vissuti direttamente, così può proiettarsi in quelli futuri, perché nella logica dell’istante tutto ciò che è avvenuto e sta per compiersi è già presente in esso in modo criptato.

 

Succede un po’ come un film registrato nella videocassetta o nel Dvd: se noi prendiamo in considerazione una fase della sequenza di immagini e suoni, quelli che la precedono o le succedono sono sempre presenti nel mezzo, anche se non percepiti in quel momento. La nostra mente è strettamente unita al nostro spirito immortale, il quale, essendo
trascendente, non si limita alla dimensione spazio-temporale che noi viviamo a
livello conscio.

Ciò che succederà, in pratica, è come se fosse già successo perché l’anima sintetizza ed unifica in sé tutti gli eventi diacronici terreni per poi affacciarsi nella dimensione trascendentale a cui è destinata. Mi rendo conto che questa teoria potrebbe apparire assurda e che molti probabilmente si chiederanno quale sarà il ruolo del libero arbitrio in ciascuno di noi se tutto
è già presente nell’istante trascendente. Non diciamo forse che Dio è trascendente e che Lui non è vincolato dalla nostra dimensione spazio-temporale?
In Lui tutto è presente. Noi siamo a sua immagine e somiglianza e questo fatto coinvolge ognuno di noi. Noi, ribadisco, siamo fatti a sua immagine e somiglianza…

Come i ricordi del passato spesso ci appaiono vaghi ed indefiniti, il futuro ci è molto più vago ed indefinito, ma a volte potrebbero presentarsi alla mente dei “flash” frammentari che anticipano cose che realmente accadranno, anche se non le sappiamo descrivere nei minimi
particolari. Questo fatto lo possiamo appurare in certi sogni premonitori od in
alcune rarissime intuizioni che in seguito constatiamo che si sono avverate.

Alcuni mistici, ad esempio, avevano il dono della profezia nell’interpretazione simbolica di fatti ed eventi del futuro. Per quanto riguarda il discernimento degli spiriti, Padre Pio sapeva leggere esattamente l’anima di molti che si confessavano da Lui. Egli, immerso in Dio ed immedesimato anche fisicamente in Gesù Cristo, poteva conoscere lo stato dell’anima e i fatti della vita di una
persona perché sapeva vivere nell’istante, dove passato e futuro si amalgamano, compreso il futuro della dimensione trascendentale dove tutto di noi sarà chiaro e trasparente a tutti, come asserisce Gesù
“Non c’è cosa nascosta che non sarà conosciuta, e ciò che oggi è sussurrato verrà gridato sui tetti” …
Padre Pio (come altri mistici), pur dotato di carismi così straordinari era un uomo come noi e quindi anche noi possiamo sperimentare nell’immanente, se siamo attenti, alcuni frammenti di questa realtà trascendentale.

Noi siamo interconnessi con la dimensione trascendentale molto di più di ciò che immaginiamo, ma se rimaniamo attaccati a quella orizzontale offuschiamo la
verticale.

Pier Angelo Piai (Cividale del Friuli)

 

 

 

1 Giugno 2016

Messaggio della Madonna di Medjugorje

 

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I 10 SEGRETI DI MEDJUGORJE (di Padre Livio Fanzaga):

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VIDEO RELATIVI AI MESSAGGI DELLA MADONNA DI MEDJUGORJE

PLAYLIST RELATIVA A MEDJUGORJE (MESSAGGI E COMMENTI IN VIDEO)
https://www.youtube.com/playlist?list=PL_I8V9Z5YmOY_O1E9krjhlTo3O_k-L-6y

LE APPARIZIONI DELLA MADONNA A PORZUS – Nuova versione

6 luglio 2005

Il Catechismo della Chiesa Cattolica in mp3

IL CATECHISMO DELLA CHIESA CATTOLICA IN AUDIO

5 Gennaio 2010

REPORT SUL 21° SECOLO

Attraverso un
fantascientifico viaggio nel tempo, l’autore del libro, Pier Angelo
Piai, desidera sensibilizzare il lettore a prendere coscienza del
nostro comune modo di pensare ed agire, noi del 21° secolo che ci
vantiamo di essere progrediti. In che cosa consiste, allora, la vera
evoluzione della specie umana?
Quando l’uomo potrà diventare davvero integrale?
Report
cerca di dare alcune risposte ai moltissimi interrogativi che emergono
in queste pagine scritte attraverso riflessioni e  considerazioni
sociologiche, antropologiche e filosofiche.

6 Luglio 2005

6 luglio 2005 Il Catechismo della Chiesa Cattolica in mp3

IL CATECHISMO DELLA CHIESA CATTOLICA IN AUDIO
Catechesi e omelie di padre Lino Pedron