LE PALME 23
di p. Ermes Ronchi
La domenica delle Palme ci immerge in uno dei momenti più festosi della vita di Gesù: un fiume di sorrisi, dal monte degli ulivi al tempio. E attorno era primavera, allegra e potente, come adesso.
Non ho più dimenticato un dialogo di molti anni fa con un monaco trappista dell’abbazia di Orval, in Belgio. Davo una mano nella “brasserie”, cercando di rendermi utile, quando mi venne da chiedergli: «Padre, ma lei non si è mai stancato di Dio? Di pregare, di pensare a lui, di dargli tutto il tempo? Quando ci si stanca di Dio, cosa dobbiamo fare?». Mi aspettavo che dicesse: ma come si fa a stancarsi di Dio? Vuol dire che siamo credenti da poco…
Invece mi guardò con i suoi occhi profondi, e mi raccontò di una omelia di san Bernardo ai suoi monaci: «nel giorno delle Palme, nel corteo che accompagna il Maestro e i discepoli giù dal monte degli ulivi, c’è chi canta, chi applaude, chi fa ala e stende i mantelli, chi agita rami di palma: un giardino che cammina. Chi più vicino a Gesù, chi più lontano. Ma tutti contenti. C’è però un personaggio che fa più fatica di tutti, anche se è forte, anche se è il più vicino, ed è l’asina con il suo puledro (Matteo 21,2), su cui hanno steso i mantelli, su cui è salito Gesù. Chi sente tutto il peso di quell’uomo da portare su per l’erta che sale dal torrente Cedron verso il tempio e si stanca, è l’asina. È la più vicina a Gesù eppure quella che fa più fatica. Così anche noi» continuò «quando facciamo fatica, quando sentiamo il peso delle cose di Dio, forse questo accade perché siamo molto vicini al Signore, stiamo portando lui e insieme il peso del cielo sopra di noi, con le sue nuvole scure da spingere più in là. L’importante è continuare: poco dopo c’è Gerusalemme».
La Settimana santa porta con sé i giorni supremi della storia, la Sua vita e la nostra un fiume solo, i giorni della “vendetta” di Dio: quando Dio si vendica di tutta la lontananza, di tutta la separazione, di tutta l’indifferenza, inventando la croce che solleva la terra, che abbassa il cielo, che raccoglie gli orizzonti, crocevia di tutte le nostre strade disperse. La croce è l’abisso dove Dio diviene l’amante. Lassù, le braccia di Gesù, inchiodate e distese in un abbraccio irrevocabile, mai più revocato, sono le porte dell’eden spalancate per sempre, sono dilatazione del cuore fino a lacerarsi, ancor prima del colpo di lancia. Nuova genesi dell’uomo in Dio: l’amato nasce sempre dalla ferita del cuore di chi lo ama. L’uomo nasce dal cuore lacerato del suo creatore. Rivelazione ultima che Dio e la vita sono sempre dono di sé, e non sarai mai abbandonato.
Allora nella croce di Gesù risplende davvero la gloria della vita.
Fb 2 aprile – Domenica delle Palme
L’atto d’amore perfetto
Gli ultimi giorni di Gesù: dall’entrata in Gerusalemme, al rinnegamento di Pietro, fino alla folle corsa di Maria nel mattino di Pasqua, quando anche la pietra del sepolcro si veste di angeli e di luce, e ogni paura vola via.
Giorni supremi dal respiro profondo, respiro del tempo che cambia ritmo nell’attesa di qualcosa, di qualcuno che viene.
L’attesa ci fa passare attraverso il volto amico di Maria, che a Betania prende fra le sue mani i piedi di Gesù, ben povero tesoro, dove nulla c’è di divino, solo la stanchezza di essere uomo. Carezze di nardo su quei piedi così lontani dal cielo, così vicini alla polvere con cui Dio fece Adamo.
Una carezza sui piedi di Dio. Piedi sulle strade di Galilea e sul mio cuore, dove anch’io sono polvere e cenere. Dio non ha ali, ma piedi per perdersi con me nelle strade della storia.
Dio viene come un Re mendicante. A Betlemme la sua famiglia era ricca d’amore e la speranza viaggiava a dorso di un asinello, ora è così povero e solo da non possedere neanche la più povera bestia da soma. Un amante disarmato.
Benedetto Colui che viene, benedetto perché viene! È stupendo poter dire: Dio viene. In queste strade che sentono di folla, nella mia casa che sa di pane, Dio viene ancora. Si avvicina, è alla porta.
Poi Gesù si consegna alla morte. Perché? Per essere con me e come me, perché io possa essere con lui e come lui, il volto vero e alto dell’uomo, come quando appare al balcone di Pilato (ecco l’uomo!) col volto intriso di sangue, ed è il balcone del mondo, dove è ancora crocifisso in tutti i suoi fratelli, straziato nella loro carne, straziata e santa.
In questa lenta settimana, possiamo seguire Gesù ora per ora. La cosa più santa che possiamo fare è stare con lui come le donne, come il centurione esperto di morte, per provare a capire che lì, in quell’agonia, canta il primo vagito di un mondo nuovo.
Cosa ha visto in lui il centurione pagano? Il guerriero non ha assistito a nessuna
risurrezione, solo a una esecuzione capitale, a una morte da chiavi. Cosa ha visto nello strazio di un morente? Un terremoto, una passione che, come vento di primavera, trema indomita sulla croce, una forza che scuote le pietre dei sepolcri, che non lascia dormire la polvere, ma vi fa entrare il respiro del mattino. La croce è l’abisso dove Egli viene da amante.
Il soldato ha visto che è possibile un altro modo di essere uomini. Ha visto il mondo capovolgersi: Dio che dà la vita anche a chi gli dà la morte; che non risponde al male con un di più di violenza, ma prendendolo su di sé.
La croce è l’immagine di Dio più pura, più alta, più bella della nostra fede; qualsiasi altro gesto ci avrebbe confermato una falsa idea di Dio. Solo la croce toglie ogni dubbio: lui è con me, fino all’estremo, per sempre.
Incantati, poggiamo saldi sulla cosa più bella del mondo: un atto d’amore, un dono d’amore, perfetto.
Preghiera al volto Santo di Gesù
Volto santo del mio dolce Gesù, espressione viva ed eterna dell’amore e del martirio divino, sofferto per l’umana Redenzione, Ti adoro e ti amo.
Ti consacro oggi e sempre tutto il mio essere. Ti offro per le mani purissime della Regina Immacolata le preghiere, le azioni, le sofferenze di questo giorno, per espiare e riparare i peccati delle povere creature.
Fa di me un tuo vero apostolo, che il tuo sguardo soave mi sia sempre presente; e si illumini di misericordia nell’ora della mia morte.
Amen.
Una immagine del S. Volto di Gesù (18×24 cm) sanguinò due volte a Cotonou, nel Benin, nell’Africa occidentale (Golfo di Guinea), il 17 febbraio e il 15 marzo 1996.
La prima volta fu chiamato il medico d’urgenza, ma non riuscì a fare un esame perché il sangue era già coagulato. 13 Testimoni erano presenti all’avvenimento, mentre una voce diceva: “Io ritornerò ancora e il medico completerà il suo esame”.Furono preparate le provette per raccogliere il sangue.
Il 15 marzo, verso le ore 17, il Volto Divino cominciò à sanguinare abbondantemente, tanto che non si scorgevano più i lineamenti del Suo S. Volto. Dopo che fu riempita una provetta per circa 1/4, una voce disse: “Basta così, la riempirò Io”.Il medico che aveva visto la provetta riempita fino a 1/4, constatò, 45 minuti dopo, che essa era piena e si meravigliò non potendo dare spiegazioni di questo fatto; anche qui erano presenti 12 testimoni. Il sangue venne quindi esaminato e risultò trattarsi di sangue umano del gruppo AB, Rh. positivo.
Guarda il Mio Volto che sanguina! Che cosa voglio dirti? Devo proprio dirti qualche cosa? Mi ascolti ancora davvero? Hai pietà di Me se mi vedi sanguinare così? Lo faccio per te!
PROMESSE
Il Padre Eterno parla:“Figli Miei! Durante i giorni terribili che ci saranno sulla terra, il S. Volto del Mio Divin Figlio sarà veramente di aiuto (un vero panno per asciugare le lacrime), perché i Miei veri figli si nasconderanno lì dietro. Il S. Volto sarà una vera offerta, affinché vengano mitigate le punizioni, che Io manderò sulla terra. Nelle case dove Esso si trova, si avrà luce, che ci libererà dalla potenza delle tenebre. I luoghi dove si trova il S. Volto verranno segnati dai Miei angeli e i Miei figli verranno protetti dal male che sta arrivando sopra questa ingrata umanità. Figli Miei, siate veri apostoli del S. Volto e diffondetelo ovunque! Quanto più Esso verrà divulgato, tanto minore sarà la catastrofe”.
Il SS. Cuore di Gesù parla:
“Offrite sempre al Padre dei cieli il Mio Volto ed Egli avrà, misericordia di voi. Io vi prego tutti di onorare il Mio Volto Divino e di darGli un posto di onore nelle vostre abitazioni, affinché il Padre Eterno vi colmi di grazie e perdoni le vostre colpe.
Cari, figli Miei, non dimenticate di rivolgere tutti i giorni almeno una preghiera al S. Volto di Gesù nelle vostre case. Quando vi alzate non tralasciate di salutarlo e prima di coricarvi di chiederGli la Sua benedizione. Così giungerete felicemente nella patria celeste.
Vi assicuro che tutti quelli che sono particolarmente devoti al S. Volto verranno sempre avvertiti prima del pericolo e delle catastrofi!Io prometto solennemente che quelli che diffonderanno la devozione al Mio SS. Volto verranno risparmiati dalla punizione che arriverà sull’umanità.Essi riceveranno inoltre luce nei giorni della terribile confusione che si avvicina nella S. Chiesa.
Se dovessero morire durante il castigo, moriranno da martiri e diventeranno santi. In verità in verità vi dico. Coloro che divulgheranno la devozione al Mio Volto, riceveranno la grazia che nessuno dei loro familiari venga dannato e che quelli che si trovano in purgatorio saranno presto liberati. Tutti però dovranno rivolgersi a Me per intercessione della Mia SS. Madre”.
MARZO 1999
La nostra cara Madre di Dio chiede fervidamente che questo SS. Volto venga al più presto ancora venerato in tutte le case con preghiera e contemplazione, così essa potrà ancora in gran parte evitare il severo castigo che ci aspetta.
Fonte:
https://www.papaboys.org/limmagine-in…
https://www.youtube.com/watch?v=aR0xaeeUEDY
Ci sono dei sacerdoti che durante l’omelia in memoria di san Padre Pio, non si capisce bene per quale ragione, tendono ad evitare accuratamente di non parlare delle sue Stimmate e degli altri suoi carismi.
Probabilmente pensano che la nostra fede non dovrebbe basarsi su questi “fenomeni” straordinari.
Secondo me è necessario collocarle nel giusto contesto.Le stigmate di san padre Pio non erano delle “medaglie di riconoscimento”, come anche lui stesso faceva intendere ai curiosi.
Egli, piuttosto, tendeva a nasconderle il più possibile. Non dobbiamo pensare che esse siano state indolori: quei pochi medici che le hanno analizzate constatavano che esse attraversavano tutto lo spessore delle mani e dei piedi e sanguinavano emanando profumo.
Proviamo a pensare alla continua sofferenza di un uomo che aveva accettato di essere simile a Gesù Cristo crocifisso per 50 anni partecipando alla sua passione, offrendo giorno e notte queste indicibili sofferenze per espiare i peccati dell’umanità che ricorreva a lui per chiedere la guarigione del corpo e dell’anima.
Oltre a questo ha dovuto subire gli oltraggi e le persecuzioni di coloro che lo osteggiavano anche all’interno della Chiesa stessa.
San Padre Pio è stato un gigante della fede perché ha testimoniato con la sua sofferta vita l’amore che Gesù ha riversato su noi peccatori offrendo se stesso fino al Calvario come vittima di espiazione.
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Il tuo vero “papà” è il Creatore e Signore dell’Universo. La parola PADRE in italiano sottintende una forma di rispetto, ma la vera traduzione dall’aramaico è “Abbà” cioè “papà”.Il Signore conosce infinitamente meglio di te la tua storia dal concepimento fino ad oggi e quella del tuo futuro.
Anche se non hai mai potuto dire “papà” al padre terreno che non hai potuto conoscere perché orfano e chiami affettuosamente “papà” il tuo Dio, Egli si commuove profondamente e ti abbraccia. In quel momento puoi anche chiedergli molte cose buone in quel momento, quelle che hai nel cuore ed Egli te le concede.
Ma devi credere fermamente. Il Papà Celeste sa che ogni tuo gesto affettuoso nei suoi confronti è misto ad interessi personali, è molto impuro. Lo stesso Egli ti ascolta davvero, perché è il tuo papà celeste e comprende le tue fragilità seguendo il tuo grado evolutivo fisico e spirituale.
Del resto un bambino chiama il suo papà perché ha bisogno di essere protetto o desidera qualcosa da Lui. Il nostro amore non è mai completamente disinteressato.
Solo il terribile sacrificio sulla croce del suo primogenito, Gesù Cristo, è un gesto d’amore infinitamente puro, perché fatto in obbedienza al Padre per amore, soltanto per amore suo e delle sue creature.Ricordati sempre che hai un Papà Celeste che pensa sempre a te e non ti abbandona mai perché vive nel tuo cuore, insieme al Figlio ed allo Spirito Santo.
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(p.Albino Candido – Diario di un pellegrino carnico)
24 Febbraio 1980
Tutta l’esistenza di Gesù è costellata di segni ma essi in se stessi non sono sufficienti: il miracolo è capito e accettato solo se prima è accettato Gesù.
“Nulla è più grande della morte del Figlio di Dio, la sua morte trascende e abbraccia ogni cosa. Dobbiamo vedere nella vita dell’universo la sua vita; nella passione di tutti i popoli la sua passione; nel nostro dolore una lontana partecipazione alla sua passione. Questo vuol dire che tutto è sacro, perché tutto ha rapporto con lui”. “L’atto dell’uomo o è il peccato o è la preghiera”. (Divo Barsotti).
Dopo la morte c’è la risurrezione! L’attendo come liberazione da tutte le schiavitù. Perché non guardare più spesso o continuamente a quella realtà che è viva eternamente, ed è lì ad attenderti viva, piena, luminosa?
Tutto il resto a che cosa si riduce? Il tuo valore è posto lì, nella risurrezione. Se non riconosci questo valore infinito della tua esistenza, come potrai riconoscere il valore dell’altro, di tutti i tuoi fratelli che hanno lo stesso tuo destino?
(p.188)
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Misericordiosissimo Signore Gesù, per la Vostra Agonia e sudor di sangue, e per la morte Vostra, liberatemi, ve ne supplico, dalla morte subitanea ed improvvisa.
Benignissimo Signore Gesù, per l’acerbissima
e ignominiosissima flagellazione e coronazione Vostra,
per la Vostra Croce e Passione amarissima,
per la Vostra Bontà, umilmente vi prego di non permettere che io muoia improvvisamente, e senza i Santi Sacramenti.
Mio amatissimo Gesù, mio Signore e Dio mio, per tutti i travagli e dolori Vostri, per il Vostro prezioso Sangue e per le sacrosante Vostre piaghe; o mio dolcissimo Gesù, per quelle Vostre ultime parole dette in Croce: «Dio mio,
Dio mio, perché mi hai abbandonato?» e per le altre: «Padre, nelle tue mani raccomando lo spirito mio», ardentissimamente Vi prego di liberarmi dalla morte repentina.
Le Vostre mani, o mio Redentore, mi hanno formato interamente.
Deh!non permettete che io sia colto improvvisamente
dalla morte.
Datemi, Vi supplico, spazio di penitenza; concedetemi un transito felice ed in grazia vostra, affinché io Vi ami con tutto il cuore, Vi lodi e Vi benedica in eterno.
Signor mio Gesù Cristo, per quelle cinque Piaghe che l’amore verso di noi Vi fece in Croce, soccorrete ai Vostri servi redenti dal Vostro preziosissimo Sangue…
Sanguinisque pretiosi,
quem in mundi pretium… Rex effudit gentium.
Preghiera di Papa Benedetto XIII
Testo presente nel sito:
https://leggoerifletto.blogspot.com/2014/09/preghiera-per-essere-liberati-dalla.html
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Testo riformulato sulle domande e risposte di un colloquio avvenuto tra padre Tarcisio Zullo e padre Pio.
Padre Pio, durante la messa che celebrava, era infiammato da un fuoco misterioso.
Per Padre Pio l’Eucaristia che celebrava con molta devozione era tutto il Calvario. Tutto quello che Gesù ha sofferto nella sua passione lo soffriva anche lui per quanto ad umana creatura è possibile.
Nel divino sacrificio, in stretta unione col Signore, prendeva su di sé tutte le iniquità degli uomini. Egli soffriva anche il supplizio della coronazione di spine e della flagellazione.
Dopo la consacrazione soffriva anche la sete e l’abbandono di Gesù sulla Croce. Gesù lo consolava, ma Padre Pio non cessava di stare “appeso” sulla Croce per solidarietà con il suo Maestro.
SITO DI RIFERIMENTO:
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Signore Gesù, uomo e Dio, credo che tu hai patito e sei morto per tutti noi peccatori, per aprirci le porte del Cielo
Credo che tu sei stato tradito da Giuda, uno dei tuoi discepoli. Anch’io ti ho tradito molte volte
Credo che tu sei stato rinnegato da Pietro per tre volte. Anch’io come lui ti ho rinnegato molte volte.
Credo che tu sei stato accusato dalla massa ingiustamente. Anch’io ho fatto parte di quella massa
Credo che ti hanno flagellato duramente. Anch’io ti ho flagellato con i miei peccati
Credo che ti hanno sbeffeggiato ed incoronato di spine. Anch’io ti ho deriso e sono stato incredulo
Credo che ti hanno caricato della croce. Anch’io ho contribuito a caricartela sulle spalle con le mie infedeltà.
Credo che ti hanno inchiodato alla croce. Anch’io ti ho inchiodato trasgredendo i tuoi Comandamenti.
Credo che tu sia morto tra atroci spasmi. Anch’io ho contribuito alla tua atroce morte con la mia indifferenza.
Perdonami o Signore!
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Scriveva il monaco p. Albino Candido:
“Eppure ha bisogno di noi, fino all’inquietudine, se non gli diamo retta, se non ci curiamo di Lui.”
(p. Albino Candido, Diario di un pellegrino carnico)
Può avere il Signore bisogno di noi? La teologia comune tradizionale (Teodicea) sostiene che Dio in sé non ha bisogno di alcuno, perché Essere Trinitario perfettissimo…
Ma essendo Amore Onnipotente ha fatto in modo che ognuno di noi esistesse per la sua gloria, affinché risplendesse la Verità.
Dio è Amore ed ogni forma di amore va oltre se stesso, verso l’oggetto.
È la natura misteriosa dell’amore di Dio stesso che impone a se stesso ad avere bisogno dell’uomo, creatura fragile ai suoi antipodi.
Il “Tutto divino” è attratto dal “nulla umano”. L’Incarnazione è l’indicatore più convincente.
Dio è attratto dalle nostre reazioni di fronte alle prove della vita che Egli permette con tutte le sue immense fragilità e le nostre tendenze al male.
Lo glorifichiamo quando, nonostante il male e la sofferenza, manteniamo la fede, ci rialziamo fiduciosi nella sua infinita Misericordia e continuiamo a corrispondere all’amore di Dio, dopo le reiterate sconfitte. Dio ha una fortissima e struggente passione per l’uomo.
Quando trionfa la Verità operando la scelta del bene, ogni uomo glorifica il suo Creatore…
(Una voce dal deserto)
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Il nostro sistema nervoso ci dá la sensazione del dolore perché gli impulsi dolorosi dalla periferia vengono interpretati in un centro del nostro cervello come reazione di auto-difesa, altrimenti la nostra sopravvivenza sarebbe molto piú a rischio.
Il nostro corpo senza i filamenti nervosi diventerebbe insensibile a tutto. Come un oggetto qualsiasi…
La nostra vita terrena é percezione ma la nostra vita eterna diventerá completezza beatifica, se crediamo…
Penso a Gesú ed alla sua terribile passione. Siccome era la persona piú interiormente equilibrata del mondo, aveva ben presente questo fatto della percezione che gli ha consentito di sopportare l’immenso dolore fisico per amore dell’umanitá, in previsione della Risurrezione, la quale avrebbe rivelato al mondo la sua completezza umana e divina…
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(dal Diario di Santa Faustina Kowalska)
Negli ultimi giorni di carnevale, quando facevo l’ora santa, vidi Gesù mentre veniva flagellato. Che supplizio inimmaginabile! Come soffrì tremendamente Gesù per la flagellazione! O poveri peccatori, come v’incontrerete nel giorno del giudizio con quel Gesù, che ora torturate a quel modo? Il Suo Sangue colava per terra e in alcuni punti cominciava a staccarsi [anche] la carne. Sulla schiena ho visto alcune Sue ossa scarnificate. Gesù mite emetteva flebili lamenti e sospiri.
Quando m’immergo nella Passione del Signore, spesso durante l’adorazione vedo Gesù sotto questo aspetto: dopo la flagellazione i carnefici presero il Signore e Gli tolsero la veste, che si era già attaccata alle Piaghe. Mentre gliela toglievano le Sue Piaghe si riaprirono.
Poi buttarono addosso al Signore un mantello rosso, sporco e stracciato, sulle Piaghe aperte. Quel mantello arrivava alle ginocchia solo in alcuni punti. Poi ordinarono al Signore di sedersi su un pezzo di trave, mentre veniva intrecciata una corona di spine, con la quale cinsero la sacra Testa. Gli venne messa una canna in mano e ridevano di Lui, facendoGli inchini come ad un re.
Gli sputavano in faccia ed altri prendevano la canna e Gliela battevano in Testa ed altri [ancora] Gli procuravano dolore dandoGli pugni, altri Gli coprivano il Volto e lo schiaffeggiavano. Gesù sopportò in silenzio.
Chi può comprenderlo? Chi può comprendere il Suo dolore? Gesù aveva gli occhi rivolti a terra.
Sentivo quello che avveniva allora nel Cuore dolcissimo di Gesù. Ogni anima rifletta su quello che ha sofferto Gesù in quei momenti. Facevano a gara per schernire il Signore. Riflettei [per conoscere] da che cosa potesse derivare tanta malignità nell’uomo. E purtroppo questa deriva dal peccato.
Si erano incontrati l’Amore ed il peccato.
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Bisogna credere fermamente che Dio ama ciascuno di noi in modo del tutto particolare e che desidera più di noi la nostra salvezza eterna. Egli non lascerà niente di intentato, pur rispettando la nostra libertà e dignità.
Non gode della rovina dell’uomo perché è infinitamente misericordioso. Come può permettere che una sua creatura, fatta a sua immagine e somiglianza, per la quale suo Figlio ha terribilmente sofferto, possa perire nell’eternità? Si sa che ognuno di noi è debole e di vita breve, ma destinato alla gloria eterna.
Chi può realmente glorificarlo e lodarlo agli inferi? Se veramente dovesse esserci qualcuno all’inferno, costui lo ha coscientemente voluto, non accettando la salvezza offerta gratuitamente da Gesù Cristo. Nessuno si danna senza volerlo, come sostengono molti mistici e la stessa Scrittura.
Chi si danna, pur consapevole delle numerose opportunità, ha rifiutato coscientemente la grazie, ben sapendo a cosa sarebbe andato incontro. Se crediamo nel Dio misericordioso e ci abbandoniamo fiduciosi in Lui, anche se la nostra povera anima dovesse essere piena di macchie e cicatrici, ritornerà a risplendere della gloria a cui è stata destinata, perché Dio Onnipotente ha la facoltà di trasformare anche le pietre in cuore di carne.
L’inferno è la morte di ogni speranza, è il completo indurimento interiore, è la totale chiusura alla grazia. Non disperiamo: anche se ci dovessimo ritenere i più indegni, qualora la nostra ultima speranza fosse riposta solo alla sua misericordia divina, Egli ci salverà in virtù della passione e morte di Gesù Cristo.
Ci ha fatto altri grandissimi doni : la Chiesa e i suoi sacramenti, ottimi e sicuri mezzi per ottenere la salvezza. Il metodo più sicuro per ricevere la sua misericordia è pregarlo: la preghiera ci aiuta a desiderarlo, a metterlo al primo posto e ad amarlo.
Dio non respinge mai chi lo ama.
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Non dubitiamo mai dell’Amore Misericordioso del Signore.
Quando noi, con l’aiuto dello Spirito Santo cominciamo a prendere consapevolezza delle nostre lacune e delle continue fragilità, nonostante i nostri sforzi, continuiamo a confidare nel Signore e ricominciamo da capo, anche attraverso una buona Confessione.
A più mistici il Signore ha confidato che Egli ama perdonare sempre coloro che confidano in Lui e li riempie di grazie, perché il suo amore è tenero e si commuove riguardo a queste creature che piangono le proprie miserie.
In questo modo noi lo glorifichiamo grazie alla sua tremenda passione e morte, perché non è venuto per i giusti,ma per i peccatori.
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(Gesù a suor Maria della Trinità. Colloquio interiore n. 575)
Ho sofferto e ho consumato la mia Passione.
Sono stato oggetto di risa da parte di tutti, schernito, beffeggiato, tradito, coperto di oltraggi e ignominie, ho donato il mio sangue…io, il vostro Dio, il Figlio di Dio.
Capite voi cosa dovete fare se mi amate?
Capite voi cosa significhi seguirmi?
Il male che il nemico causa servirà pure a glorificare Dio; non è per sempre: io ho vinto il mondo. La sua azione favorisce le condizioni nelle quali il vero bene devesi perseguire, nascosto, in profondità..
Essere, non parere. Il male distrugge da se stesso le proprie opere. Il bene dimorerà eterno nel mio Regno.
(Gesù a suor Maria della Trinità. Colloquio interiore n. 575)
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Gesù Cristo verrà a giudicare i vivi e i morti
Eppure è stato giudicato da Ponzio Pilato
Egli guarisce le nostre piaghe
Eppure è stato flagellato terribilmente
Egli è glorificato dal Padre
Eppure è stato schernito dai soldati
Egli è il Re dell’Universo
Eppure gli hanno messo una corona di spine sulla testa
Egli ci aiuta a lenire le nostre pene
Eppure è stato caricato dalla croce
Egli ci ha donato il libero arbitrio
Eppure è stato inchiodato sulla Croce
Egli ha donato il respiro a tutti gli uomini
Eppure l’hanno torturato fino alla morte sulla croce.
Gesù Cristo è così che hai dimostrato la tua divinità: chiedendo il perdono per tuoi carnefici.
Anche noi siamo tuoi carnefici quando pecchiamo!
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Se noi uomini ci sentiamo dispiaciuti verso coloro che amiamo perché notiamo in loro indifferenza nei nostri confronti, il Signore è molto più sensibile di noi.
Molto di più di quello che pensiamo.Dio ama ognuno di noi infinitamente perché siamo sue creature e desidera la nostra salvezza.
Ci sono tanti modi per essere indifferenti al Signore.Chi non crede che Egli usa Misericordia verso di noi quando gli apriamo il cuore, gli procura un grande dispiacere.
Chi per pigrizia non frequenta i Sacramenti, i quali sono strumenti di grazia e salvezza istituiti da Lui stesso, delude molto il Signore, tuttavia Dio, nella sua infinita Bontà, non smette di amarlo.Chi non coglie l’occasione per amarlo nel prossimo, ferisce il suo cuore.
Chi persiste nel non credere alla sua esistenza, nonostante l’evidenza della Creazione, lo umilia profondamente perché il Signore non può operare con la sua grazia in un cuore chiuso: Egli rispetta il nostro libero arbitrio.
Nella sua Passione e morte sono rappresentati tutti i mali e le indifferenze dell’umanità nei suoi confronti.
Questa Passione si è consumata storicamente, ma, misteriosamente continua ancora oggi nelle nostre anime refrattarie all’amore.
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a cura di https://mondocrea.it
Gesù a suor Maria della Trinità, Colloquio interiore n.66
Ci si fa un’idea ingiusta di me. Mi si prende per un padrone che distribuisce i suoi favori a suo talento e che impone le sue volontà.
Hai capito che io non impongo nulla. Sono impotente davanti alla vostra libertà. Io mendico il vostro amore.
Guardami palpitante sopra la croce: ecco la mia regalità! Ho espiato per voi, ma non vi costringo a crederlo: Mostro la mia Passione, è eloquente?
Ed aspetto.
Ecco la mia divinità; una pazienza instancabile. Da secoli aspetto le anime. Mai le respingo. Chiedimi di conoscermi meglio.
Fa’ lo stesso della tua vita. Ripara; espia; ama senza nulla chiedere in ricambio; ed aspetta con pazienza che ti si ami anche. Non rifiutarti mai di fare favori.
Sono io che tu onori e servi delicatamente; ne ho tanto bisogno.
Gesù a suor Maria della Trinità, Colloquio interiore n.66
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di p. Ermes Ronchi
Ecco l’uomo! Appare al balcone del mondo il volto di Gesù intriso di sangue, e il dolore sotto cui vacilla è quello di tutti gli uomini; ciò che appare non è lo splendore dell’Eterno, è il patire di un Dio appassionato. «Dio prima patì e poi si incarnò. Patì perché l’amore è passione» (Origene).
In questa settimana santa, dai giorni che sembrano venirci incontro piano, uno ad uno, generosi di segni e luce, la cosa più bella che possiamo fare è stare accanto alla santità delle lacrime, presso le infinite croci sparse nel mondo, dove il crocifisso vive. E deporre sull’altare di questa liturgia qualcosa di nostro: un po’ di conforto dato, una lacrima, un’infinita passione per quel Dio che non scende dal legno come farebbe qualsiasi uomo, qualsiasi potente; egli entra nel pieno della morte perché là è risucchiato ogni figlio suo.
Qualsiasi altro gesto ci avrebbe confermato una falsa idea di Dio. Solo la croce toglie ogni dubbio, abisso dove Dio diviene l’amante e l’Eterno penetra nel tempo come una goccia di fuoco, e divampa.
«Amare significa patire e appassionarsi. E chi ama di più si prepari a patire di più» (S. Agostino). Lo vedo nelle donne al Calvario, che da lontano stanno impotenti ad osservare. Con Lui, sempre. Primo grumo di Chiesa, guardano Gesù con lo stesso sguardo appassionato con cui Dio guarda l’uomo. E con quelle donne la Chiesa rinasce ogni volta, nella contemplazione del crocifisso.
Scendi dalla croce, gridavano gli altri. Ma se scende non è più Dio, se scende è sempre la solita logica a vincere, quella del più forte. No. Gesù si consegna alla Notte, e passa dall’abbandono di Dio (perché mi hai abbandonato?) all’abbandono a Dio (a te consegno il mio spirito), assimilando, consolandoci nei nostri fallimenti.
Veramente era Figlio di Dio! Quando la Parola di Dio diventa grido, e poi torna muta, ecco il primo atto di fede cristiano, in un uomo esperto di morte. Che cos’ha visto nell’agonia di un morente? Non miracoli, non risurrezioni. C’è solo un uomo dentro la sua morte. Il guerriero non ha visto il risorto, ma il morente! Ma finire così è cosa solo da Dio, è rivelazione di suprema maestà.
In quella collina il soldato ha visto che questo mondo porta nel grembo un altro modo di essere uomini. Le parole del soldato sono il suo inginocchiarsi.
L’uomo non regge questo amore, e io arranco su questa croce, è troppo lucente! Ma la croce non ci è data per capirla, per lasciarci sollevare, per stargli vicino, abbandonati all’abbandonato amore.
Suprema bellezza quel giorno fuori dalle mura, sulla collina! A dire che la nostra fede poggia su di un atto d’amore perfetto, e Pasqua mi assicura che un amore così non potrà essere deluso, non può morire, è più forte della morte. Ogni grido, ogni abbandono può sembrare una sconfitta, ma se è affidato al Padre ha il potere, al di là di noi, di far tremare le grandi pietre di ogni nostro sepolcro.
Avvenire 2021 Domenica delle Palme
L’entrata di Gesù a Gerusalemme non è solo un evento storico, ma una parabola in azione. Di più: una trappola d’amore perché la città lo accolga, perché io lo accolga.
Dio corteggia la sua città (fede è la mia risposta al corteggiamento di Dio): viene come un Re mendicante (il maestro ne ha bisogno, ma lo rimanderà subito), così povero da non possedere neanche la più povera bestia da soma. Un Potente umile, che non si impone, si propone; come un disarmato amante.
Benedetto Colui che viene. È straordinario poter dire: Dio viene. In questo paese, per queste strade, nella mia casa che sa di pane e di abbracci, Dio viene ancora, viaggiatore dei millenni e dei cuori. Si avvicina, è alla porta.
La settimana santa dispiega, a uno a uno, i giorni del nostro destino; ci vengono incontro lentamente, ognuno generoso di segni, di simboli, di luce. In questa settimana, il ritmo dell’anno liturgico rallenta, possiamo seguire Gesù giorno per giorno, quasi ora per ora. La cosa più santa che possiamo fare è stare con lui: “uomini e donne vanno a Dio nella loro sofferenza, piangono per aiuto, chiedono pane e conforto. Così fan tutti, tutti. I cristiani invece stanno vicino a Dio nella sua sofferenza (Bonhoffer). Stanno vicino a un Dio che sulla croce non è più “l’onnipotente” dei nostri desideri infantili, il salvagente nei nostri naufragi, ma è il Tutto-abbracciante, l’Onni-amante cha fa naufragio nella tempesta perfetta dell’amore per noi.
Sono giorni per stare vicino a Dio nella sua sofferenza: la passione di Cristo si consuma ancora, in diretta, nelle infinite croci del mondo, dove noi possiamo stare accanto ai crocifissi della storia, lasciarci ferire dalle loro ferite, provare dolore per il dolore della terra, di Dio, dell’uomo, patire e portare conforto.
La croce disorienta, ma se persisto a restarle accanto come le donne, a guardarla come il centurione, esperto di morte, di certo non capirò tutto, ma una cosa sì, che lì, in quella morte, è il primo vagito di un mondo nuovo.
Cosa ha visto il centurione per pronunciare lui, pagano, il primo compiuto atto di fede cristiano: “era il Figlio di Dio”? Ha visto un Dio che ama da morire, da morirci. La fede cristiana poggia sulla cosa più bella del mondo: un atto d’amore perfetto. Ha visto il capovolgimento del mondo; Dio che dà la vita anche a chi gli dà la morte; il cui potere è servire anziché asservire; vincere la violenza non con un di più di violenza, ma prendendola su di sé.
La croce è l’immagine più pura, più alta, più bella che Dio ha dato di se stesso. Sono i giorni che lo rivelano: “per sapere chi sia Dio devo solo inginocchiarmi ai piedi della Croce”(K. Rahner).
Delle Gocce di Sangue che N. S. Gesù Cristo sparse mentre andava al Calvario
Copia di una lettera di Orazione, trovata nel Santo Sepolcro di Nostro Signore Gesù Cristo in Gerusalemme, conservata in una scatola d’argento da sua Santità e dagli Imperatori e Imperatrici della Fede Cristiana. Santa Elisabetta, regina d’Ungheria, S. Matilde e S. Brigida, volendo sapere qualche cosa su la Passione di Gesù Cristo, offrirono ferventi preghiere, per le quali apparve. E Gesù Cristo parlò nel modo seguente:
Sappiate che i soldati armati furono 150; quelli che mi condussero legato furono 23; gli esecutori di giustizia 83; i calci nelle spalle 80; fui trascinato con corde e per i capelli 24 volte; gli sputi nella faccia furono 180; le battiture nel corpo 6666; nel capo 110;
Mi urtarono rozzamente ed alle ore 24 fui sollevato in aria per i capelli; fui tirato e trascinato per la barba 23 volte; le piaghe della testa furono 20; le spine di giunchi marini 22; punture di spine alla testa 110; spine mortali della fronte 3; fui vestito per scherzo da re e fui flagellato; le piaghe del corpo furono 1000; i soldati che mi condussero al Calvario furono 608; quelli che mi guardarono furono 3; quelli che mi derisero furono 1008; le gocce di sangue che sparsi furono 28430.
Io sono disceso dal Cielo sulla terra per convertirvi.
Anticamente i popoli erano religiosi ed i raccolti erano ricchi ed abbondanti; ora al contrario sono scarsi. Se volete avere un abbondante raccolto, non dovete lavorare di Domenica. Perché alla Domenica dovete andare in Chiesa a pregare il Signore perché perdoni i vostri peccati. Iddio vi ha dato sei giorni per lavorare ed uno per riposare e pregare; fate elemosina ai poveri ed aiutate la Chiesa.
Coloro che parleranno male della mia religione e metteranno in ridicolo questa Santa Lettera, saranno abbandonati da me.
Al contrario, quelli che porteranno una copia di questa lettera addosso, non morranno né annegati, né di morte improvvisa. Saranno liberati dalle malattie contagiose e saranno salvati dal fulmine; saranno altresì liberati dai loro nemici. Dai falsi testimoni e dalle mani della Giustizia; essi non morranno senza confessione.
Le donne in pericolo per parto, tenendo una copia di questa Lettera vicino, saranno immediatamente liberate da ogni pericolo. Nelle case dove è tenuta questa Orazione, questa, uomo o donna, avrà l’apparizione della Beata Vergine, come dice San Gregorio.
A tutti i fedeli che reciteranno per tre anni, ogni giorno, 2 Pater, Ave e Gloria, che formano il numero di gocce di sangue che Io ho sparso, concederò le seguenti 5 grazie:
1. Indulgenza Plenaria e remissione di tutti i loro peccati.
2. Se moriranno prima che siano passati i tre anni, sarà come se li avessero compiuti.
3. Saranno liberati dalle Pene del Purgatorio.
4. La loro morte sarà come se avessero sparso tutto il loro sangue per la Santa Fede.
5. Io discenderò dal Cielo per raccogliere l’anima loro e quella dei loro parenti, sino alla quarta generazione.
La fede profonda comporta serenità interiore perché c’è la certezza di essere sostenuti e amati da Dio in ogni momento della vita.
Comporta anche la meraviglia e lo stupore per tutto ciò che esiste. Sfocia con la gratitudine…
Certo, ci sono anche momenti cupi e gravosi, ma non devono prevalere su quelli sereni.
Chi ha davvero fede ha anche fiducia che tutto ciò che accade ha un senso che per ora non possiamo comprendere appieno.
Gesù, da cui noi cristiani dovremmo prendere l’esempio, era continuamente fiducioso del Padre nel quale viveva serenamente abbandonato, ma anche Lui passava momenti tristi e deludenti come l’incomprensione, la persecuzione personale, la giusta ira, la compassione e la stessa passione e morte. (Padre, nelle tue mani consegno il mio Spirito! – esclamò prima di morire)
La gratitudine è l’esperienza che vive il passato nell’atteggiamento del Magnificat e cammina verso il futuro in atteggiamento eucaristico.
La nostra gratitudine è frutto della “memoria passionis“.
Chi è immerso nella contemplazione e impegnato nell’annuncio dell’amore che si dona per noi sulla croce ne diventa un prolungamento nella storia, e la sua vita è realizzata e felice.
La profezia è pensare e parlare nello Spirito. Questo è possibile a chi vive la preghiera come respiro dell’anima, e può cogliere i moti dello Spirito nell’intimo dei cuori e nell’intera creazione. Allora la parola annunciata è sempre adeguata ai bisogni del presente.
La memoria passionis ci renda profeti dell’amore del Crocifisso in un mondo che va perdendo il senso dell’amore.
La speranza è vedere nel seme che muore la spiga che rende il trenta, il sessanta, il cento per cento. Si tratta di percepire che nelle vostre comunità religiose e parrocchiali, sempre più assottigliate, continua l’azione generatrice dello Spirito, che rende certi della misericordia del Padre che non ci abbandona.
Speranza è gioire per quello che c’è, invece che lamentarsi per quello che manca.
In ogni caso, non lasciatevi «rubare la gioia dell’evangelizzazione» (Esort. ap. Evangelii gaudium,83)
(papa Francesco ai Passionisti 19 novembre 2020)
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Ogni sofferenza è il pungolo dell’autocreazione
Molte sono le domande che vorremmo porre al nostro Creatore, ma la principale è comune a tutti: perché la sofferenza? Non poteva crearci con un certo grado di perfezione, privi di ogni necessità corporale?
Altri interrogativi si affacciano alla nostra mente disorientata: ma Lui, dal quale tutto ha origine, ha faticato a creare? La teologia tradizionale ci insegna che in Lui non può esserci ombra di imperfezione. Il dolore e la fatica appartengono alle imperfezioni degli esseri ancora in evoluzione, quindi Dio non può “evolversi” perché è già perfetto in sè ed è l’origine di ogni perfezione. Da qui possiamo dedurre che ha creato l’Universo e noi senza alcuna fatica o dolore.
Anzi, durante l’atto creativo era nel più completo piacere: Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona. (Gen. 1,31) Questo versetto biblico ci permette obiettivamente di intuire che Dio ama la vita ed esulta di gioia per essa. Ed allora perché permette tanta fatica e tanto dolore? Ci è stato insegnato che la risposta è in Gesù Cristo, per mezzo del quale tutte le cose sono state fatte. “Chi vede me vede il Padre”.
Si è incarnato nel Figlio e ciò che vediamo nel Figlio, è nel Padre. I Vangeli ce lo presentano come una lode vivente del Padre, al quale si sottomette fino alla passione ed alla morte in croce. Questo ci dimostra, allora, che Dio non è cinicamente staccato dalla sua creazione. Vi si “immerge” tramite il Figlio, della stessa sua natura. E lo fa per riportare la creazione allo splendore iniziale, dopo il decadimento dovuto al peccato, che è la mancanza d’amore dell’uomo. L’uomo ha voluto allontanarsi da Dio e Dio gli dà la possibilità di “ridivinizzarsi” tramite un estremo atto d’amore, quale l’incarnazione, la passione e la morte in croce.
Anche un buon padre terreno richiama vagamente l’opera divina. Il padre concepisce il figlio in un atto d’amore accompagnato dal piacere insito nello stesso atto. Poi segue la creatura durante la sua evoluzione, partecipa di persona allo sforzo che deve fare per arrivare alla maturazione…
Dio-Padre crea nella gioia e partecipa di persona allo sforzo della sua creatura che dovrà raggiungere la statura di Gesù Cristo. Non l’abbandona a se stessa: semplicemente le indica la via maestra, che è quella dell’amore, che la stessa croce sottende. In Gesù Cristo misericordioso sono celati i segreti amorosi del Padre che vengono gradualmente svelati dallo Spirito Santo.
In Lui ogni attimo della nostra vita è pienamente partecipato: l’immane sforzo della tremenda passione riassume, sintetizza e ricapitola ogni più piccola sofferenza di tutti gli uomini che sono esistiti, esistono ed esisteranno.
Non vale, allora, la pena di partecipare anche noi a questo incredibile e misterioso sforzo della Creazione?
Riflettiamo profondamente sulla nostra esistenza, destinata ad una gloria che ora non possiamo immaginare e che è rappresentata dalla Risurrezione di Gesù Cristo…
Scriveva Camus: “Se c’é un’anima, è un errore credere che ci sia data già interamente creata. Si crea qui, lungo la vita. E vivere non è altro che questo lungo e torturante parto. Quando l’anima è pronta, creata da noi e dal dolore, ecco la morte”.
“Bene e male, vita e morte, povertà e ricchezza, tutto proviene dal Signore.” (Sir.11,14) Se Dio ha permesso il male e la sofferenza, c’è un motivo!
E’ faticoso scalare un’impervia montagna. In una scalata libera si sfruttano soltanto gli appigli naturali offerti dalla parete. Il rischio della caduta è sempre presente. Le sporgenze sono a volte scomode e taglienti mentre qualsiasi sguardo al vuoto sottostante genera pericolose vertigini.
E’ difficile intravedere la cima nascosta tra dense nubi: eppure c’è e bisogna ascendere faticosamente. Una volta saliti, seduti su una roccia, si osserva con grande soddisfazione il bellissimo panorama e si gode il maestoso silenzio di quelle altezze.
Ecco una sfumata metafora della nostra vita. Si sale verso una meta non ancora visibile. La fede ci dice che c’è e che bisogna continuare l’ascesa. Per ognuno c’è un calvario, una croce, una vetta.
Ma ogni fatica è uno sforzo creatore simile a quello divino se viene illuminato da Cristo. L’esperienza di fede continua attraverso le fibre del fisico e dello spirito. In questa situazione prevale l’adattamento alla volontà di Dio…è molto difficile soffrire con coscienza, con intelligenza. C’è sempre qualcuno che protesta in noi (P.Albino Candido, Diario,)
Ogni uomo vive in un mare di sofferenze. Molte subìte, altre effetto di errori personali o collettivi, altre accettate con amore.
L’eterna domanda riguarda sempre il dolore: perché Dio lo ha permesso e come si concilia con la sua infinita bontà?
Eppure il cristianesimo ha come simbolo la croce e lo stesso Maestro ci indica che il Regno si raggiunge tramite essa. E’ possibile costruire una vera filosofia della croce? Filosofi e teologi si sono scervellati per poter dare una spiegazione accettabile alla logica umana. E invece non risulta rientrare in alcuna logica. Più la ragione vi penetra e più diventa illogica.
La domanda si fa più insistente: nella sua onniscienza ed onnipotenza, non poteva il Signore risparmiare a se stesso e a noi tanta fatica? Non poteva donarci un’intelligenza tale ed una visione della vita così completa da fare in modo che noi lo adorassimo senza entrare in un mare di dolore così spesso insopportabile? L’uomo saggio, previdente, ragionevole, questo ipotetico altro Adamo non si sarebbe lasciato corrompere dal diavolo e quindi non sarebbe decaduto.
Tutte domande che scaturiscono dalla mente isolata dal cuore. La razionalità non riesce a penetrare il mistero. Il cuore ne intuisce lo spessore.
Allora bisogna scendere al cuore. La fede, virtù teologale, ci deve condurre ad una convinzione fondamentale : Dio è bontà e misericordia infinite.
E’ necessario credere nonostante le apparenze ci facciano dubitare di ciò. Bontà significa condividere quello che si ha e, più ancora quello che si é. Dio vuole condividere con noi quello che ha e quello che é. Ciò che ha di più prezioso, oltre alla creazione, è suo Figlio.
Nell’incarnazione ce lo ha dato. Noi l’abbiamo maltrattato a causa della nostra incredulità e opacità. Ma da questa sua enorme sofferenza ci ha resi partecipi della sua natura. Condivide con noi ciò che é perché chi crede in Lui, cioè lo ama mettendo in pratica le sue parole e il suo esempio, si “divinizza”, diventa coerede di suo Figlio, quindi figlio di Dio.
Pier Angelo Piai
Gesù è stato tradito dai suoi amici più intimi,
sottoposto innocentemente al giudizio delle autorità civili e religiose,
accusato ingiustamente dalla stessa folla che ha beneficiato,
flagellato duramente,
schernito ed umiliato dai soldati romani,
caricato di una croce pesante,
inchiodato atrocemente su quella stessa croce..
..eppure prima di morire, davanti a molti che continuavano a schernirlo, disse: “Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno!
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Dio, con una sola parola avresti potuto salvare migliaia di mondi. Un solo sospiro di Gesù avrebbe soddisfatto la Tua giustizia.
Ma Tu, o Gesù, hai affrontato per noi una Passione tanto tremenda, unicamente per amore.
La giustizia del Padre Tuo sarebbe stata appagata da un Tuo unico sospiro e tutto il Tuo annientamento è opera esclusivamente della Tua Misericordia e di un inconcepibile amore.
Tu, o Signore, mentre partivi da questa terra, hai voluto restare con noi ed hai lasciato Te stesso nel sacramento dell’altare e ci hai spalancato la Tua Misericordia.
Non c’è miseria che Ti possa esaurire. Hai chiamato tutti a questa sorgente d’amore, a questa fonte della divina pietà.
È lì la sede della Tua Misericordia, lì la medicina per le nostre infermità. Verso Te, viva sorgente di Misericordia, tendono tutte le anime: alcune come cervi assetati del Tuo amore, altre per lavare le ferite dei loro peccati, altre ancora per attingere forza per affrontare i disagi della vita.
Quando spirasti sulla croce nello stesso istante ci hai donato la vita eterna. Permettendo che squarciassero il Tuo sacratissimo fianco, ci hai aperto la sorgente inesauribile della Tua Misericordia, ci hai dato quello che avevi di più prezioso, cioè il Sangue e l’Acqua del Tuo Cuore. Ecco l’onnipotenza della Tua Misericordia, dalla quale giunge a noi ogni grazia.
Sii adorato, o Dio, nell’opera della Tua Misericordia, sii benedetto da tutti i cuori fedeli Sui quali si posa il Tuo sguardo E nei quali c’è la Tua vita immortale. O mio Gesù, Misericordia! La Tua santa vita sulla terra è stata dolorosa, e terminasti la Tua opera con un supplizio atroce, sospeso e disteso sull’albero della croce.
E tutto questo per amore delle nostre anime. Per un amore inconcepibile Ti lasciasti squarciare il Sacratissimo fianco e sgorgarono dal Tuo Cuore torrenti di Sangue ed Acqua. Lì c’è la viva sorgente della Tua Misericordia, lì le anime trovano conforto e refrigerio.
Nel Santissimo Sacramento ci lasciasti la Tua Misericordia, il Tuo amore ha provveduto in modo che, affrontando la vita, le sofferenze e le fatiche, non dubitassimo mai della Tua bontà e Misericordia.
Se sulla mia anima gravassero anche tutte le miserie del mondo, non dobbiamo dubitare nemmeno un istante, ma confidare nella potenza della Misericordia poiché Dio accoglie sempre benevolmente un’anima pentita.
O ineffabile Misericordia del Signore, Fonte di pietà e di ogni dolcezza! Sii fiduciosa, sii fiduciosa, o anima, anche se sei macchiata dalla colpa. Poiché se ti avvicini a Dio, non proverai amarezza.
Poiché Egli è la viva fiamma di un grande amore, Quando ci avviciniamo sinceramente a Lui, Scompaiono le nostre miserie, i peccati e le malvagità. Egli pareggia i nostri debiti, se ci affidiamo a Lui.
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Ogni fibra del corpo di Gesù è permeata di dolore e tensione sofferente.
Un corpo così martirizzato dalle precedenti frustate, percosse, lividi, graffi
ora è sottoposto alle sofferenze più crudeli della croce:
i chiodi che provocano continue contrazioni, il respiro affannoso,
gli spasmi del tetano, le urla e le imprecazioni della folla inferocita.
Ma una delle sofferenze più acute di Gesù è l’impotenza nel consolare sua madre,
le altre donne fedeli e il suo amico Giovanni che assistono affranti alla sua agonia.
Anch’ io partecipo, anche se in piccolissima parte, all’angoscia di Maria.
Con la differenza che Lei era innocente, io invece sono meritevole dei
castighi che Cristo ha attirato su di sè per risparmiarmi la dannazione
eterna. Il mio maestro si è preso su di sè i peccati di tutta l’umanità. Ma
anch’ io ho contribuito alla sua passione e morte. Non è questione di spazio e di tempo:
la croce indica i quattro punti cardinali che non rappresentano solo
il cosmo spaziale e temporale, ma tutte le dimensioni creaturali che vengono
ricapitolate nel “Logos”, il Verbo fatto carne.
In me avvengono tutte le fasi descritte nei Vangeli.
La folla.
In me c’è la folla così incostante e volubile. Sono folla quando il mio
incontro con Cristo è superficiale e vengo condizionato da qualsiasi
elemento estraneo all’intimità con il Maestro.
Allora spesso lo acclamo e lo esalto, ma subito dopo contribuisco a condannarlo a morte.
La folla è la mia ottusità, la tendenza all’aggregazione impersonale
per giustificare le mie più recondite passioni.
Scribi e farisei.
Anche gli scribi e i farisei del tempo hanno contribuito ad ucciderlo. C’è
anche in me lo scriba e il fariseo: tutte le volte che penso di essere a posto
quando osservo rigorosamente le regole morali. In questo caso uccido
lo Spirito con gli stessi miei condizionamenti e strumentalizzando la legge positiva.
Non può esserci posto per la libertà dello Spirito nel mio angusto “abitacolo interiore” .
È troppo scomodo perchè Egli richiede sincerità, umiltà, coraggio.
Ci vuole molto coraggio per guardarci dentro. lo molto spesso non ce l’ho.
Ho paura a capire la mia intimità più profonda, le ragioni più recondite
di una mia azione, di un mio pensiero.
Allora mi appello alla regola morale, quella valida universalmente.
Faccio un superficiale confronto tra il mio atto specifico o la mia omissione e la regola generale:
quando non voglio capire, allora, mi servo di quest’ultima per tacitare la coscienza,
cosi almeno dormo sonni tranquilli.
Me meschino! Non sai che proprio scribi e farisei, gli “osservanti alla
lettera della legge” hanno tramato a lungo per smascherare Gesù
che secondo loro trasgrediva ogni norma: non osservava il sabato,
frequentava pubblicani e prostitute, si avvicinava ai derelitti e ai lebbrosi,
non osservava le abluzioni rituali prima dei pasti, perdonava i peccatori,
si dichiarava Figlio di Dio…! E l’hanno fatto uccidere…
Ponzio Pilato
Rappresenta il potere costituito. “Non sai che ho il potere di liberarti o
di crocifiggerti ?”
“Tu non avresti alcun potere se non ti fosse stato dato dall’Alto!”
Quante volte rivendico in me questo potere! E come Ponzio Pilato so ciò
che è più giusto fare nelle varie circostanze della vita, ma la folla interiore
mi urla che devo crocifiggerlo altrimenti non sono “amico di Cesare”.
E nell’ora delle scelte o delle decisioni la coscienza (che è in me il potere
costituito da Dio) si lascia condizionare spesso dalle minacce dell’ego che
la cristallizza con la sua forza di gravità.
In me c’è anche lo scetticismo di Pilato: “Cos’è la verità’ “.
Come Lui sono cieco e non mi accorgo che la verità è davanti a me così
dimessa in quel Gesù prigioniero. La verità è evidente quando il mio
io diventa trasparente e fiducioso.
Ho bisogno di conversione interiore per vedere la verità.
“Sabato Santo”
Tutto tace. Gesù è nel sepolcro. È disceso negli inferi, nelle viscere della
È seppellito dentro la mia più tenebrosa intimità, senza pero esserne
contaminato: ilsu o corpo non conosce corruzione.
Attendo la purificazione del mio ego.
Vorrei lamentarmi con il mio Dio, ma quando penso al suo Figlio crocifisso
non posso: qualcosa mi blocca. E penso: cos’è la mia sofferenza paragonata alla sua?
Sono un povero mortale pieno di me stesso che vorrebbe amare Dio
realmente, ma non ho altro da offrirgli che il mio nulla.
Non è il nulla dei santi, è il mio nulla, quello dei vili, degli abbietti, degli
stomachevoli mediocri. Sono attaccato a questo “me stesso” che amo e che
odio.
Ma Dio, onnisciente, lo sapeva dall’eternità e farà di tutto per aiutarmi
ad entrare nel regno della libertà.
È entrato Lui stesso nel sepolcro della mia iniquità per rigenerarmi a nuova vita.
Adoriamo e benediciamo il nostro Redentore che patì, morì per noi e fu sepolto, per risorgere a vita immortale.
Cristo Salvatore, che hai voluto vicino alla tua croce e al tuo sepolcro la tua Madre addolorata, fa’ che in mezzo alle sofferenze e alle lotte della vita comunichiamo alla tua passione.
Cristo Signore, che come il chicco di frumento fosti sepolto nella terra per una sovrabbondante messe di vita eterna, fa’ che, morti definitivamente al peccato, viviamo con te per il Padre.
Maestro divino, che nei giorni della sepoltura ti sei nascosto agli occhi di tutti gli uomini, insegnaci ad amare la vita nascosta con te nel mistero del Padre.
Nuovo Adamo, che sei disceso nel regno dei morti per liberare le anime dei giusti prigionieri fin dall’origine del mondo, fa’ che tutti coloro che sono prigionieri del male ascoltino la tua voce e risorgano insieme con te.
Cristo, Figlio di Dio, che mediante il battesimo ci hai uniti misticamente a te nella morte e nella sepoltura, fa’ che, configurati alla tua risurrezione, viviamo una vita nuova.
(dalla liturgia delle lodi)
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Se sei iscritto, qualora lo desiderassi, fai parte della “CONFRATERNITA della COMUNIONE DEI SANTI” beneficiando delle preghiere di tutti i membri.
I mistici sostengono che una Santa Messa ha un valore infinito agli occhi degli abitanti del Cielo.
L’Eucaristia è il cuore e il culmine della vita della Chiesa, poiché in essa Cristo associa la sua Chiesa e tutti i suoi membri al proprio sacrificio di lode e di rendimento di grazie offerto al Padre una volta per tutte sulla croce; mediante questo sacrificio egli effonde le grazie della salvezza sul suo corpo, che è la Chiesa.
Essa contiene, quindi, la parola di Dio, le preghiere della Chiesa, il memoriale della Passione, morte e Risurrezione del Signore Gesù Cristo.
Mediante la consacrazione si opera la transustanziazione del pane e del vino nel Corpo e nel Sangue di Cristo. Sotto le specie consacrate del pane e del vino, Cristo stesso, vivente e glorioso, è presente in maniera vera, reale e sostanziale, il suo Corpo e Sangue con la sua anima e divinità.
Dove c’é Gesù è presente Maria Santissima insieme ai suoi Angeli ed ai suoi Santi e contemplano questo straordinario mistero con infinito stupore.
Tutto il Cielo è contento anche per le persone che partecipano con devozione facendo la Santa Comunione, dove ricevono Gesù Cristo in corpo, sangue, anima e divinità.
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Quando ci guardiamo allo specchio, difficilmente amiamo la nostra estetica: troviamo difetti, i segni dell’età e delle malattie ecc.
In sostanza pochi si piacciono così come sono.
Anche quando prendiamo consapevolezza della nostra mente, individuiamo i nostri limiti intellettuali e ci consideriamo poco saggi e spesso sprovveduti o sciocchi.
Dal punto di vista etico e morale scorgiamo in noi contraddizioni, defezioni, fragilità, ecc.
Cosa trova Dio in noi nel dimostrarci tanta passione?
Dio ci ama personalmente con i nostri difetti semplicemente perché siamo sue creature e desidera farci ancora più felici trasformandoci in suoi figli.
Egli gode delle sue creature, soprattutto quando desiderano compiere il suo volere. Per Lui, quindi ognuno di noi è importante e non vuole che nessuno di noi si perda…
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Se non amiamo nemmeno noi stessi, non possiamo pretendere di amare il prossimo e tantomeno Dio. É necessario prima comprendere in profondità la nostra mente, anche se questo ci costa molto, perché pochissimi si accettano come sono.
Quando abbiamo scoperto senza timore ciò che realmente pullula nei nostri piú reconditi anfratti e meandri mentali, quanta superficialità ci narcotizza, quanta invidia ed odio serpeggiano in noi, quanto egoismo blocca la nostra evoluzione interiore, allora possiamo nell’umiltà chiedere al Signore che ci doni Lui l’amore che ci manca, perché ogni nostra cattiveria ed ogni forma di insensibilità é già stata annullata dalla sua amorosa passione e morte in croce.
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Tendenzialmente si cerca di dialogare spontaneamente con Dio, convinti che come Padre Celeste ci ascolta sempre amorosamente.
Chiediamogli spesso perdono delle nostre mancanze e lodiamolo per le sue meraviglie e per le numerosissime grazie da Lui ricevute, iniziando dall’esistenza e dal suo concreto aiuto ogni giorno.
Cominciamo la giornata ringraziandoLo per la notte e per il nuovo giorno. Poi prima di addormentarci chiediamo sempre la Sua protezione e quella dei Santi, tra i quali prima di tutto Maria Vergine. Preghiamo spesso l’Angelo di Dio e l’Ave Maria.
È molto importante il Padre nostro che si trova anche recitando il Santo Rosario.
Durante la giornata troviamo dei momenti di adorazione spontanea: camminando, meditiamo sulle sue meraviglie. Preghiamo per tutti i nostri cari, per gli amici, per i parenti, per gli ammalati, per i defunti, per i peccatori per gli atei, per i sacerdoti e la Chiesa e per la nostra parrocchia.
Chiediamo spesso l’aiuto dello Spirito Santo affinchè ci illumini in tutte le situazioni. Il pomeriggio (verso le 15.00) chi può reciti la coroncina della Divina Misericordia insegnata da Gesù a Santa Faustina Kowalska, in modo da meditare sulla passione e morte di nostro Signore Gesù.
Con essa si ottengono grandi grazie. Ogni mattina, chi riesce, offra per tutti la Santa Messa, partecipando personalmente. È cosa buona anche recitare le Lodi attraverso il sito della liturgia delle ore. Preghiamo anche quando leggiamo la Sacra Scrittura e qualche lettura spirituale.
Quando viaggiamo o camminiamo in campagna o in città ripetiamo spesso il “Gloria” che ci aiuta a considerare la grandezza di Dio ed il suo Creato. Non perdiamo mai la fiducia in Dio-Padre perché più ci sentiamo peccatori e più dovremmo pregare, dopo aver chiesto perdono attraverso l’Atto di Dolore o qualche breve giaculatoria e proponendo di migliorare. Per questo chiediamo al Signore di aiutarci a vivere secondo la sua volontà, convinti della sua infinita Misericordia. Giova più alla serenità interiore pensare alla grandezza Misericordiosa del Padre abbandonandoci a Lui, che fissarci sulla nostra fragilità umana, perché Gesù è venuto per i peccatori e non per i giusti.
Esaltiamo Cristo Signore, che ha fatto della croce il segno della redenzione universale e, supplicandolo con fede diciamo: “Salvaci, Signore, per la tua croce.”
Figlio di Dio, che nel deserto guarivi chi guardava la figura del serpente elevata sul palo a segno di salvezza, per la tua croce curaci dai morsi velenosi dell’orgoglio e della sensualità.
Figlio dell’uomo, che fosti elevato in croce a compimento dell’antico simbolo, per la tua passione sollevaci alla tua gloria.
Figlio unigenito di Dio, che ti sei immolato per la salvezza di chi crede in te, concedi la vita eterna a coloro che sperano nella tua croce.
Signore, costituito dal Padre giudice universale, ricordati che non sei venuto e non sei morto per la condanna, ma per la salvezza del mondo.
Tu che hai detto: quando sarò elevato da terra trarrò tutto a me,
fa’ che dove sei tu siamo anche noi per contemplare la tua gloria.
(PREGHIERA LITURGICA IN OCCASIONE DELLA FESTA DELLA SANTA CROCE)
Offriamo a Gesù ogni nostra sofferenza fisica, psichica e spirituale in unione con le sue, per la salvezza della nostra anima e di quella delle altre sulla via della perdizione.
Egli ha sofferto tremendamente sulla croce senza un po’ di sollievo, preso in giro da moltissimi, anche da molti suoi ex seguaci ed è stato abbandonato pure dagli apostoli, fuorché da Giovanni.
Il Signore Gesù Cristo, Colui mediante il quale tutto è stato creato, sulla croce non ha nemmeno implorato di aver pietà di Lui, ha solo perdonato e chiesto da bere.
Dolori acuti di ogni tipo, spasmi atroci, sete, angoscia e solitudine…ha provato tutto ciò che umanamente sembra impossibile. Pareva “schiacciato” dall’intero cosmo in rivolta, ma Lui con la sua dignitosa morte, ha riscattato tutto e tutti.
Come non si può amare Gesù Cristo con tutto il cuore? Un modo per ricambiare questo suo immenso amore è offrirgli le nostre sofferenze…
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ABRAMO, MARIA VERGINE E GESÙ CRISTO:
Entrambi, in modo specifico, hanno creduto nell’impossibile che Dio può rendere possibile. Abramo ha accettato di compiere un gesto considerato immorale, con l’intenzione di immolare suo figlio Isacco su comando diretto di Dio.
E Dio lo ha gradito, ma non gli ha permesso di portare a termine il comando.
Questo paradosso è l’emblema della fede del cristiano, la quale è una seria e travagliata risposta all’amore di Dio che chiama ciascuno di noi a dimostrargli la nostra fedeltà assoluta, anche a costo di rinunciare a ciò che più amiamo, oltre la legge morale e l’etica comune.
Maria Vergine ha accolto l’invito dell’Angelo, anche se aveva inizialmente paura. Rimanere incinta per opera dello Spirito Santo ed accettare l’evento in quel contesto spazio-temporale è il più grande atto di fede della storia dell’Umanità.
Ella era consapevole che avrebbe rischiato di perdere il promesso sposo Giuseppe e la vita stessa. Ma si fidava completamente di Dio, il quale ha potuto portare a termine il suo immenso progetto d’Amore: l’Incarnazione.
Gesù Cristo ha accettato di affrontare la terribile passione e morte, pur essendo anche di natura divina. Ecco il paradosso dei paradossi: il Padre che ordina al Figlio di lasciarsi torturare e crocifiggere per salvare l’umanità. Moltissimi pensano che avrebbe potuto risparmiarsi una tale tragedia.
Ma chi siamo noi per giudicare il nostro Giudice? A Dio è piaciuto attirare le sue creature attraverso il paradosso della fede, affinché divenissimo consapevoli del suo infinito amore per tutti noi.
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Signore Gesù, Tu sei morto alle tre del pomeriggio e nei tuoi piani salvifici questo fatto ha un significato particolare.
È in quest’ora che in genere siamo più esposti a tentazioni e forme di abbattimento od aridità spirituali.
Ti offro anche questo momento pensando a quanto tu hai sofferto appeso al duro legno della croce, tra spasmi atroci, nel delirio della folla che ti scherniva senza pietà, pieno di sete e grondante sangue da ogni parte del tuo corpo martoriato, soprattutto dalle tue sacre piaghe.
Ripongo nel tuo cuore squarciato tutte le mie colpe affinché tu le rimetta, insieme a quelle dei miei cari ed a quelle di tutta l’umanità indifferente a questa tua passione perché possa convertirsi e creda che tu, con la tua passione e morte, hai cancellato i peccati di coloro che si pentono.
Per la tua dolorosa passione, abbi misericordia di noi e del mondo intero!
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Padre amatissimo, tu conosci le mie miserie e ti chiedo sinceramente perdono per i miei peccati.
Ti prometto che sarò docile ai tuoi Comandamenti con l’aiuto dello Spirito Santo.
Per tutti i meriti di Gesù Cristo, tuo amatissimo Figlio, che con le sue sofferenze subìte durante la vita terrena, con la sua atroce passione e con la sua morte in croce ha redento il mondo e per i meriti e per l’intercessione di Maria Santissima e di tutti i santi, ti chiedo, sicuro di ottenerla, questa grazia:
(ESPRIMERE LA RICHIESTA DELLA GRAZIA PARTICOLARE)
Inedito pianto corale sulla Passione e morte di nostro Signore Gesù Cristo, composto dal musicista Cristian Cazaku.
È una musica molto armoniosa e solenne. Induce a riflettere e partecipare spiritualmente al dolore di Colui che ci ha donato la vita per Amore.
In Lui possiamo ricapitolare tutto il dolore dell’umanità redenta di ogni tempo e luogo…
Le bellissime incisioni sono di GUSTAVE DORÈ Se volete essere aggiornati sui nuovi video che realizzo (più di 2800)
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Inedito pianto corale sulla Passione e morte di nostro Signore Gesù Cristo, composto dal musicista Cristian Cazaku. È una musica molto armoniosa e solenne.
Induce a riflettere e partecipare spiritualmente al dolore di Colui che ci ha donato la vita per Amore. In Lui possiamo ricapitolare tutto il dolore dell’umanità redenta di ogni tempo e luogo…
Le bellissime incisioni sono di GUSTAVE DORÈ
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Maria ha dimostrato di avere, grazie al Signore, una fede incrollabile nei confronti di suo Figlio:
Ha creduto all’angelo Gabriele che sarebbe rimasta incinta per opera dello Spirito Santo.
Ha creduto che il bimbo che teneva in grembo era Dio incarnato in Gesù Cristo.
Ha creduto nonostante abbia partorito in una situazione di emergenza e di povertà.
Ha creduto quando insieme a Giuseppe ed al bambino ha dovuto fuggire in Egitto.
Ha creduto nonostante suo figlio dodicenne avesse lasciato perdere le sue tracce per parlare con i dottori del tempio.
Ha creduto alle nozze di Cana.
Ha creduto durante la passione di suo Figlio e sotto la croce, quando quasi tutti i discepoli erano fuggiti.
Ha creduto nonostante la morte di suo Figlio e la sepoltura.
Ha creduto per tutta la vita nella Risurrezione di suo Figlio.
ALCUNI LIBRI DI PIER ANGELO PIAI
GUARIRE LA MENTE PER GUARIRE IL CORPO: http://www.edizionisegno.it/libro.asp…
LA SPIRALE DELLA VITA (riedizione) : http://www.edizionisegno.it/libro.asp…
L’ANIMA ESISTE ED È IMMORTALE ed. Segno http://www.edizionisegno.it/libro.asp…
“LA FORZA DELLA FRAGILITÀ” ed.Segno (In questo mio libro troverete preghiere per molti stati d’animo e situazioni personali) http://www.edizionisegno.it/libro.asp….
VERSO L’ETERNITÀ (commenti su 4 anni di messaggi della Regina della Pace) http://www.edizionisegno.it/libro.asp…
LA STIMMATIZZATA DI UDINE (Storia autentica di Raffaella Lionetti, dotata di speciali carismi) http://www.edizionisegno.it/libro.asp…
FIAMMA D’AMORE DEL CUORE IMMACOLATO DI MARIA http://www.edizionisegno.it/libro.asp…
CONCETTA BERTOLI – La donna che vide la terza guerra mondiale http://www.edizionisegno.it/libro.asp…
IL RESPIRO DELL’ANIMA INNAMORATA (con disegni di Perla Paik) http://www.edizionisegno.it/libro.asp…
MARCELLO TOMADINI il pittore fotografo dei lager https://www.edizionisegno.it/libro.as…
DIARIO DI UN PELLEGRINO CARNICO https://www.edizionisegno.it/libro.as…
GESÙ CHIEDE TOTALE FIDUCIA IN LUI (nel “Colloquio interiore” di suor Maria della Trinità) https://www.edizionisegno.it/libro.as…
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È importante sentirsi inadeguati, ma ciò non deve toglierci la serenità interiore.
Chi ostenta troppa sicurezza rischia di illudere se stesso e chi si affligge troppo per la sua fragilità rischia di rimanere immobile e non riesce a sbloccare il suo cammino evolutivo.
Come dice il proverbio la virtù si colloca in mezzo.
La vita è un cammino spesso tortuoso, ma il più delle volte siamo noi stessi a creare i nostri ostacoli perché temiamo di prendere consapevolezza di ciò che realmente siamo.
Quando impariamo qualcosa non è utile ritenersi i migliori: c’è sempre qualcuno che ne sa più di noi.
Non si finirà mai di scoprire il funzionamento di tutto ciò che esiste ed ognuno di noi di fronte alla realtà è come un neonato che balbetta.
Sentirci serenamente inadeguati è un buon punto di partenza per l’apprendimento integrale.
Quando esploriamo il nostro mondo interiore con umiltà e cercando coraggiosamente la Verità, comprendiamo che siamo sempre all’inizio del nostro viaggio perché dentro di noi pullula un Universo incredibilmente complesso.
Per questo è necessario sentirci “inadeguati”, ma non giova rassegnarci soffermandoci solo sui nostri limiti. La ricerca interiore deve procedere con stupore e passione, ma deve essere sempre accompagnata da un’umile predisposizione ad imparare le infinite cose che ancora non conosciamo.
Anche se si è consapevoli di non saper sufficientemente amare il Signore, già il tentativo di farlo è un modo di corrispondere al suo Amore. Egli conosce perfettamente i nostri limiti ed il nostro cuore, perché nulla è a Lui nascosto.
Egli cerca chi lo cerca sinceramente e desidera albergare in chi desidera amare, perché quello è il suo paradiso in terra.
Purtroppo è respinto da troppi cuori ingrati od induriti perché non vogliono credere alla sua bontà e nemmeno lo pensano.
Lui, mediante il quale tutto è stato creato e che si è offerto vittima di espiazione per i nostri peccati, non ha un luogo dove riposare.
Sì, perché Egli, essendo Amore infinito, può riposare dove c’è amore e fiducia tra gli uomini ed in loro stessi.
La sua passione storica ricapitola anche la passione che sta subendo nel tempo d’oggi, perché Egli è sempre contemporaneo in quanto è Lui il Vivente, oltre il tempo e lo spazio.
ALCUNI LIBRI DI PIER ANGELO PIAI
GUARIRE LA MENTE PER GUARIRE IL CORPO: http://www.edizionisegno.it/libro.asp…
LA SPIRALE DELLA VITA (riedizione) : http://www.edizionisegno.it/libro.asp…
L’ANIMA ESISTE ED È IMMORTALE ed. Segno http://www.edizionisegno.it/libro.asp…
“LA FORZA DELLA FRAGILITÀ” ed.Segno (In questo mio libro troverete preghiere per molti stati d’animo e situazioni personali) http://www.edizionisegno.it/libro.asp….
VERSO L’ETERNITÀ (commenti su 4 anni di messaggi della Regina della Pace) http://www.edizionisegno.it/libro.asp…
LA STIMMATIZZATA DI UDINE (Storia autentica di Raffaella Lionetti, dotata di speciali carismi) http://www.edizionisegno.it/libro.asp…
FIAMMA D’AMORE DEL CUORE IMMACOLATO DI MARIA http://www.edizionisegno.it/libro.asp…
CONCETTA BERTOLI – La donna che vide la terza guerra mondiale http://www.edizionisegno.it/libro.asp…
IL RESPIRO DELL’ANIMA INNAMORATA http://www.edizionisegno.it/libro.asp…
MARCELLO TOMADINI il pittore fotografo dei lager https://www.edizionisegno.it/libro.as…
DIARIO DI UN PELLEGRINO CARNICO https://www.edizionisegno.it/libro.as…
GESÙ CHIEDE TOTALE FIDUCIA IN LUI (nel “Colloquio interiore” di suor Maria della Trinità) https://www.edizionisegno.it/libro.as…
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L’artista coreana PERLA PAIK, convertita dal Buddismo al Cristianesimo, meditando sulla Passione di Gesù Cristo, ha realizzato questi disegni molto espressivi. Anche la musica di sottofondo (di Christian Cazaku) è un invito a far vibrare le corde interiori dell’anima per meditare quanto il Signore abbia sofferto per ognuno di noi perché ci ama alla follia.
ALCUNI LIBRI DI PIER ANGELO PIAI
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Signore Gesù Cristo, nel vederti accusato ingiustamente, mi sento anch’io tra gli ingiusti accusatori: donami la tua giustizia.
Gesù, nel vederti flagellato, mi sento anch’io tra i flagellatori: donami la vera purezza del cuore.
Gesù, nel vederti deriso e coronato di spine, mi sento anch’io uno schernitore superficiale e superbo: donami l’umiltà.
Gesù, nel vederti inchiodato sul duro legno della croce, mi sento anch’io tra coloro che ti crocifiggono: donami la libertà interiore.
Gesù, nel vederti morire in quel modo, mi sento molto egoista: donami il tuo amore affinché possa risorgere con te l’ultimo giorno!
ALCUNI LIBRI DI PIER ANGELO PIAI
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L’ANIMA ESISTE ED È IMMORTALE ed. Segno
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MARCELLO TOMADINI il pittore fotografo dei lager
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Il Vangelo a cura di Ermes Ronchi
Il suo sangue nelle nostre vene. Così l’eucarestia ci trasforma
Santissimo Corpo e Sangue di Cristo – Anno B
Vangelo – Marco 14,12-16.22-26
Il primo giorno degli Azzimi, quando si immolava la Pasqua, i discepoli dissero a Gesù: «Dove vuoi che andiamo a preparare, perché tu possa mangiare la Pasqua?». Allora mandò due dei suoi discepoli, dicendo loro: «Andate in città e vi verrà incontro un uomo con una brocca d’acqua; seguitelo. Là dove entrerà, dite al padrone di casa: “Il Maestro dice: Dov’è la mia stanza, in cui io possa mangiare la Pasqua con i miei discepoli?”. Egli vi mostrerà al piano superiore una grande sala, arredata e già pronta; lì preparate la cena per noi». I discepoli andarono e, entrati in città, trovarono come aveva detto loro e prepararono la Pasqua. Mentre mangiavano, prese il pane e recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro, dicendo: «Prendete, questo è il mio corpo». Poi prese un calice e rese grazie, lo diede loro e ne bevvero tutti. E disse loro: «Questo è il mio sangue dell’alleanza, che è versato per molti. In verità io vi dico che non berrò mai più del frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo, nel regno di Dio». Dopo aver cantato l’inno, uscirono verso il monte degli Ulivi.
Prendete, questo è il mio corpo. Il verbo è preciso e nitido come un ordine: prendete. Stringente e senza alibi. Gesù non chiede agli Apostoli di adorare, contemplare, venerare quel Pane, dice molto di più: io voglio stare nelle tue mani come dono, nella tua bocca come pane, nell’intimo tuo come sangue, farmi cellula, respiro, pensiero di te. Tua vita. Vi prego, prendete e dentro risuona tutto il bisogno di Dio di realizzare con noi una comunione senza ostacoli, senza paure, senza secondi fini. «Stringiti in me, stringimi in te» (G. Testori): il mio cuore lo assorbe, lui assorbe il mio cuore, e diventiamo una cosa sola.
Lo esprime con una celebre formula Leone Magno: partecipare al corpo e al sangue di Cristo non tende ad altro che a trasformarci in quello che riceviamo. Che possiamo tutti diventare ciò che riceviamo: anche noi corpo di Cristo. E allora capiamo che Dio non è venuto nel mondo con il semplice obiettivo di perdonare i nostri peccati. Sarebbe una visione riduttiva, sia di Dio che dell’uomo.Il suo progetto è molto più grande, alto, potente: portare cielo nella terra, Dio nell’uomo, vita immensa in questa vita piccola. Molto più del perdono dei peccati: è venuto a portare se stesso.
Siamo abituati a pensare Dio come Padre, portatore di quell’amore che ci è necessario per venire alla vita; ma Dio è anche Madre, che nutre di sé i suoi figli, li nutre al suo petto, con il suo corpo. Ed è anche Sposo, amore esuberante che cerca risposta. Dice Gesù: i miei discepoli non digiunano finché lo sposo è con loro. E l’incontro con lui è come per gli amanti del Cantico: dono e gioia, intensità e tenerezza, fecondità e fedeltà.
Nel suo corpo Gesù ci dà tutta la sua storia, di come amava, come piangeva, come gioiva, ciò che lo univa agli altri: parola, sguardo, gesto, ascolto, cuore.Prendete questo corpo, vuol dire: fate vostro questo mio modo di stare nel mondo, il mio modo libero e regale di avere cura e passione per ogni forma di vita. Con il suo corpo Gesù ci consegna la sua storia: mangiatoia, strade, lago, volti, il duro della Croce, il sepolcro vuoto e la vita che fioriva al suo passaggio.
Con il suo sangue, ci comunica il rosso della passione, la fedeltà fino all’estremo. Vuole che nelle nostre vene scorra il flusso caldo della sua vita, che nel cuore metta radici il suo coraggio. Che si estende fino ad abbracciare tutto ciò che vive quaggiù sotto il sole, i poveri, gli scartati, e poi i nostri fratelli minori, le piccole creature, il filo d’erba, l’insetto con il suo misterioso servizio alla vita, in un rapporto non più alterato dal verbo prendere o possedere, ma illuminato dal più generoso, dal più divino dei verbi: donare.
(Letture: Esodo 24,3-8; Salmo 115; Ebrei 9,11-15; Marco 14,12-16.22-26)
In genere riteniamo “normale” abitare in un corpo che si evolve continuamente ed è sottoposto anche a fatica, dolore, malattie, incidenti e limiti di ogni genere fino alla morte.
Chi, però, comincia a prendere consapevolezza della misera situazione umana, durante alcuni sprazzi di illuminazione interiore intuisce che non è ancora la realtà definitiva quella che stiamo vivendo in questa dimensione, la quale, se fosse privata della possibilità di saltare qualitativamente in quella trascendente, appare mostruosamente assurda.
Che senso avrebbero i miliardi di miliardi di atomi uniti per formare le numerosissime cellule dei tessuti ed organi del nostro corpo? Che senso avrebbero tutti i dolori e le fragilità in cui siamo immersi in questa “valle di lacrime”?
Si continua a vivere perché in noi c’è un’inconscia speranza di arrivare un giorno all’immersione totale del nostro essere nella luce dell’Eternità. E chi potrebbe aiutarci se non Colui che ci ha già preceduti aprendoci la strada verso la Trascendenza?
Gesù Cristo è l’Uomo-Dio che attraverso l’Incarnazione, la passione, la morte e la Risurrezione ci ha dimostrato che il nostro pellegrinaggio terreno ha come meta la nostra progressiva divinizzazione, perché noi proveniamo dal Padre e ritorneremo nel suo seno per partecipare del glorioso dinamismo trinitario.
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VERSO L’ETERNITÀ (commenti su 4 anni di messaggi della Regina della Pace) http://www.edizionisegno.it/libro.asp…
LA STIMMATIZZATA DI UDINE (Storia autentica di Raffaella Lionetti, dotata di speciali carismi) http://www.edizionisegno.it/libro.asp…
FIAMMA D’AMORE DEL CUORE IMMACOLATO DI MARIA http://www.edizionisegno.it/libro.asp…
CONCETTA BERTOLI – La donna che vide la terza guerra mondiale http://www.edizionisegno.it/libro.asp…
IL RESPIRO DELL’ANIMA INNAMORATA http://www.edizionisegno.it/libro.asp…
MARCELLO TOMADINI il pittore fotografo dei lager https://www.edizionisegno.it/libro.as…
DIARIO DI UN PELLEGRINO CARNICO https://www.edizionisegno.it/libro.as…
GESÙ CHIEDE TOTALE FIDUCIA IN LUI (nel “Colloquio interiore” di suor Maria della Trinità) https://www.edizionisegno.it/libro.as…
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Signore, il tuo corpo senza vita giace a terra, mentre tua madre lo accarezza in un pianto composto e dignitoso. Siamo stati noi, con i nostri peccati, a ridurti in quel modo.
Ti abbiamo tradito come Giuda e rinnegato come Pietro.
Ti abbiamo accusato come la folla davanti a Pilato.
Ti abbiamo disprezzato come i soldati e come loro ti abbiamo messo la corona di spine.
Ti abbiamo flagellato con i nostri peccati dei sensi.
Ti abbiamo inchiodato alla croce per non lasciarti agire in noi.
Ti abbiamo lasciato morire a causa del nostro egoismo.
O madre misericordiosa, noi siamo tuoi figli e non tieni conto del male che abbiamo fatto a Gesù, nostro fratello, vero uomo e vero Dio. Tu piangi da innocente e noi piangiamo da colpevoli. Ma siamo sicuri del vostro perdono!
Quanto è grande il mistero della Redenzione!
ALCUNI LIBRI DI PIER ANGELO PIAI
GUARIRE LA MENTE PER GUARIRE IL CORPO: http://www.edizionisegno.it/libro.asp…
LA SPIRALE DELLA VITA (riedizione) : http://www.edizionisegno.it/libro.asp…
L’ANIMA ESISTE ED È IMMORTALE ed. Segno http://www.edizionisegno.it/libro.asp…
“LA FORZA DELLA FRAGILITÀ” ed.Segno (In questo mio libro troverete preghiere per molti stati d’animo e situazioni personali) http://www.edizionisegno.it/libro.asp….
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Se Gesù Cristo non fosse anche Dio:
1) Non avrebbe senso l’Incarnazione: Maria e Giuseppe lo avrebbero adorato inutilmente e così anche i pastori ed i Re Magi… Non si può adorare un solo uomo.
2) Gesù non avrebbe detto la Verità perché nei Vangeli per molte volte si è dichiarato Figlio di Dio ed ha detto: “Chi vede me vede il Padre” “Prima che Abramo fosse io sono” “Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue avrà la vita eterna”
3) La Trasfigurazione sarebbe stata un inganno, una semplice allucinazione collettiva.
4) La Risurrezione risulterebbe un’impostura, per cui non avrebbero alcun senso la Chiesa con la sua gerarchia ed i Sacramenti. Ridurre Gesù ad un semplice uomo è privare all’umanità la possibilità della salvezza eterna, ottenuta grazie alla sua passione, morte e risurrezione.
Gesù era vero uomo ma anche vero Dio e grazie a Lui noi possiamo essere divinizzati per ascendere al Padre.
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Questo è uno dei tanti metodi efficaci che consiglio a chi nutre la fede cristiana. Innanzittutto è necessario abituarsi ad andare a dormire seguendo un orario costante. Ad esempio alle 23 e non oltre.
Quando si è sotto le coperte è bene osservare un’immagine di Gesù appesa al muro di fronte. Si comincia col chiedergli perdono della giornata trascorsa, ricordandoci che essa ci è stata donata. Affidiamo a Lui ogni forma di fallimento.
Pensiamo che dietro a noi vigila l’angelo custode immaginando di appoggiare la testa sul suo grembo: sentirsi protetti da lui genera una forma di rilassamento alle spalle che si ripercuote gradualmente lungo tutta la spina dorsale. Gran parte delle forme di insonnia dipendono dal fatto che manca l’abbandono interiore e questo si ottiene esercitandoci nella fiducia nella Divina Misericordia.
Continuando a fissare l’immagine di Gesù di fronte a noi, ripetiamo insistentemente, come un mantra: “Per la sua dolorosa passione, abbi misericordia di noi e del mondo intero”, tralasciando ogni altro pensiero e preoccupazione.
Non è necessario alcuno sforzo: basta concentrarsi solo su questa richiesta di perdono…
Alla fine ci si addormenterà…
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Ermes Ronchi – Il Vangelo – 9 aprile 2017
Quel centurione che vide un re morire di amore
Domenica delle Palme – Anno A
In quel tempo Gesù comparve davanti al governatore, e il governatore lo interrogò dicendo: «Sei tu il re dei Giudei?». Gesù rispose: «Tu lo dici». E mentre i capi dei sacerdoti e gli anziani lo accusavano, non rispose nulla. Allora Pilato gli disse: «Non senti quante testimonianze portano contro di te?». Ma non gli rispose neanche una parola, tanto che il governatore rimase assai stupito. A ogni festa, il governatore era solito rimettere in libertà per la folla un carcerato, a loro scelta. In quel momento avevano un carcerato famoso, di nome Barabba. (…)
Si aprono, con la lettura della Passione del Signore, i giorni supremi, quelli da cui deriva e a cui conduce tutta la nostra fede. E quelli che fanno ancora innamorare.
Volete sapere qualcosa di voi e di me? – dice il Signore – Vi do un appuntamento: un uomo in croce. La croce è l’immagine più pura e più alta che Dio ha dato di se stesso. E tuttavia domanda perennemente aperta.
«A stento il nulla» di David Maria Turoldo:
No, credere a Pasqua non è / Giusta fede: / troppo bello sei a Pasqua! / Fede vera / È al venerdì santo / Quando tu non c’eri lassù / Quando non una eco risponde / Al suo alto grido / E a stento il Nulla / Dà forma / Alla tua assenza
E prima ancora l’appuntamento di Gesù è stato un altro: uno che è posto in basso. Che cinge un asciugamano e si china a lavare i piedi ai suoi. Chi è Dio? Il mio lavapiedi. In ginocchio davanti a me. Le sue mani sui miei piedi. Davvero, come Pietro, vorrei dire: lascia, smetti, non fare così, è troppo. E Lui: sono come lo schiavo che ti aspetta, e al tuo ritorno ti lava i piedi. Ha ragione Paolo: il cristianesimo è scandalo e follia. Dio è così: è bacio a chi lo tradisce, non spezza nessuno, spezza se stesso. Non versa il sangue di nessuno, versa il proprio sangue. Non chiede più sacrifici, sacrifica se stesso.
Ne esce capovolta ogni immagine, ogni paura di Dio. Ed è ciò che ci permette di tornare ad amarlo da innamorati e non da sottomessi.
La suprema bellezza della storia è quella accaduta fuori Gerusalemme, sulla collina, dove il Figlio di Dio si lascia inchiodare, povero e nudo, a un legno per morirvi d’amore.
Pietra angolare della fede cristiana è la cosa più bella del mondo: bello è chi ama, bellissimo chi ama fino alla fine. L’ha colto per primo non un discepolo ma un estraneo, il centurione pagano: davvero costui era figlio di Dio. Non da un sepolcro che si apre, non da uno sfolgorare di luce, ma nella nudità di quel venerdì, vedendo quell’uomo sulla croce, sul patibolo, sul trono dell’infamia, un verme nel vento, un soldato esperto di morte dice: davvero costui era figlio di Dio. Ha visto qualcuno morire d’amore, ha capito che è cosa da Dio.
C’erano là molte donne che stavano ad osservare da lontano. In quello sguardo, lucente d’amore e di lacrime, in quell’aggrapparsi con gli occhi alla croce, è nata la Chiesa. E rinasce ogni giorno in chi ha verso Cristo, ancora crocifisso nei suoi fratelli, lo stesso sguardo di amore e di dolore. Che circola nelle vene del mondo come una possente energia di pasqua.
«Dalla fine» di Jan Twardowski:
Inizia dalla Risurrezione / Dal sepolcro vuoto / Da Nostra Signora della Gioia / Allora perfino la croce allieterà…/ Non fate di me una piagnucolona / Dice Nostra Signora / Una volta era così / Ora è diverso / Inizia dal sepolcro vuoto / Dal sole / Il vangelo si legge come le lettere ebraiche / Dalla fine.
(Letture: Isaia 50,4-7; Salmo 21; Filippesi 2,6-11; Matteo 26,14- 27,66)
https://www.avvenire.it/rubriche/pagine/quel-centurione-che-vide-un-re-morire-di-amore
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I 10 SEGRETI DI MEDJUGORJE (di Padre Livio Fanzaga):
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VIDEO RELATIVI AI MESSAGGI DELLA MADONNA DI MEDJUGORJE
PLAYLIST RELATIVA A MEDJUGORJE (MESSAGGI E COMMENTI IN VIDEO)
https://www.youtube.com/playlist?list=PL_I8V9Z5YmOY_O1E9krjhlTo3O_k-L-6y
LE APPARIZIONI DELLA MADONNA A PORZUS – Nuova versione
6 luglio 2005
IL CATECHISMO DELLA CHIESA CATTOLICA IN AUDIO
Catechesi e omelie di padre Lino Pedron